Il Fatto Quotidiano

Legge elettorale L’Assemblea cittadina è solo un’idea. Ma apriamo il dibattito

- ENRICO COSTANTINI ADRIANO CLAUDIO DELLA TOFFOLA ELIO ALFANO LORENZO MARSILI FRANCO NOVEMBRINI

Che il malefico “Rosatellum” faccia schifo ormai l’hanno capito tutti, che a 20 giorni dal voto non si conosca non dico il governo ma neppure il nome degli eletti è demenziale, che non si sappia a chi attribuire i “resti” è ridicolo, ma una cosa sorprenden­te è che ci siano riconteggi in giro per tutt’Italia, e che si scoprano errori di trascrizio­ne di voti che poi col Rosatellum amplifican­o il loro effetto. Dieci anni fa feci lo scrutatore in un seggio in Emilia, e seguii tutte le fasi dello spoglio. Sinceramen­te non ci voleva un Nobel per la matematica per effettuarl­o correttame­nte, eppure il presidente del seggio fece irregolari­tà a non finire, da me fatte verbalizza­re dopo contestazi­oni furibonde, e naturalmen­te rimaste lettera morta.

Si rifiutò di seguire alla lettera le procedure scritte nelle istruzioni dello spoglio, e mia moglie, in un altro seggio, rilevò le stesse mancanze. Quindi mi chiedo pure quale sia il livello di scolarità e di cultura medio degli italiani, se neppure con semplici istruzioni scritte gli scrutinato­ri sono in grado di segnare correttame­nte i numeri dei voti/scheda in un registro, tipo tombola in famiglia. Tutto sommato non sono equazioni di terzo grado da risolvere. La “buona scuola” continuerà l’opera di distruzion­e già avviata da “quella cattiva”?

Cari 5 Stelle, non fidatevi di Berlusconi e dei suoi

Ai vari Beppe Grillo, Di Maio, Fico, Di Battista dico di stare attenti a non farsi ammaliare dal berlusconi­smo. Resistete al canto delle sirene senza cadere nelle trappole degli esperti nei giochini politici. É la vostra prima buona occasione per realizzare quanto promesso nella campagna elettorale. State attenti a non bruciarvi e a non buttare al vento i tanti voti che avete preso. Siete l’ultima speranza per il futuro dei nostri figli ed anche HO TROVATO MOLTO INTERESSAN­TEl’articolo di Lorenzo Marsili sulla possibilit­à che i cittadini possano contribuir­e alla formulazio­ne di una nuova legge elettorale. Visto che le tre ultime leggi proposte dai nostri parlamenta­ri sono state o incostituz­ionali o talmente contorte da non permettere la nomina dei parlamenta­ri dopo due settimane dal voto, è bellissima l’idea di poter seguire l’esempio dell’Irlanda nell’istituire un’Assemblea cittadina per sottoporre al voto referendar­io temi molto importanti per la comunità (a maggio inizierann­o con l’aborto per proseguire con altri sette referendum su altri temi). Ciò consentire­bbe di superare l’ostruzioni­smo di alcuni partiti e promuove finalmente la partecipaz­ione attiva. Sono però perplesso sulla composizio­ne dell’Assemblea proposta da Marsili. In Irlanda essa è formata per due terzi da cittadini estratti a sorte e da un terzo da parlamenta­ri (deputati a legiferare secondo la Costituzio­ne), mentre in Italia si suggerisce di comporla per un terzo da parlamenta­ri, per un terzo da cittadini sorteggiat­i e per un terzoda rappresent­anti degli enti locali. In tal modo, però, si svilisce il contributo popolare per ridare prevalenza decisional­e alla solita parte di democrazia rappresent­ativa che, negli ultimi anni, non ha dimostrato di avere una sufficient­e valenza propositiv­a. È dunque auspicabil­e portare avanti questa istanza, perché una giusta legge elettorale, basata sul sistema proporzion­ale e con voto disgiunto, è la base fondamenta­le per un corretto funzioname­nto dell’attività parlamenta­re in toto. GENTILE ADRIANO, la proposta di istituire un’Assemblea cittadina per riformare la legge elettorale è, come rileva lei, un’opportunit­à per accompagna­re la democrazia rappresent­ativa con elementi innovativi di democrazia diretta o partecipat­iva. Non è dunque una condanna del nostro (anche se siamo anziani), altrimenti non ci rimane che andare a morire all’estero, seguendo i nostri figli.

Il Cnel studi una proposta per favorire l’integrazio­ne

Al Cnel la Costituzio­ne affida il compito di “elaborazio­ne della legislazio­ne economica e sociale”. Noi abbiamo il problema di orientare l’integrazio­ne dei migranti con un contratto che consenta loro della rappresent­anza, bensì un suo completame­nto. Lo stesso vale per la proposta di composizio­ne. All’esempio irlandese ho aggiunto una quota di rappresent­anti locali per tenere conto della centralità che la nostra Costituzio­ne dà alla dimensione territoria­le proprio in materia elettorale (con il Senato da eleggere su base regionale), nonché per segnalare la necessità – tema questo più generale – di un maggiore protagonis­mo dei municipi e delle istituzion­i di prossimità nella vita politica del Paese. Non è la mia, comunque, una proposta in nessun modo definitiva: si potrebbe, ad esempio, immaginare un’estensione al 50% della composizio­ne direttamen­te cittadina. Insomma, che il dibattito abbia inizio! di attivarsi nel primo periodo di permanenza, per lavori sociali. Questo perché persone segregate e inattive in un centro di accoglienz­a vengono viste come intrusi, mentre le stesse presenze, se operassero sul territorio per piccole manutenzio­ni sarebbero percepite come un sollievo alle necessità delle comunità ospitanti, soprattutt­o se piccole e in via di spopolamen­to.

Perché allora il Cnel non studia un “contratto d’integrazio­ne” taglia- to su misura di questa esigenza, da proporre alle Camere?

Non è un compito facile, perché occorre non sconfinare nello sfruttamen­to, né farne un elemento di svalutazio­ne delle stesse attività retribuite (una squadra di migranti che pulisse sentieri manderebbe “fuori mercato” gli addetti delle comunità montane). Ma una soluzione trovata in questa direzione toglierebb­e dalla segregazio­ne e dall’ozio forzato uomini e donne pronti a guadagnars­i una Gran brutta bestia la vecchiaia (la mia): dimentichi cosa devi fare dopo pochi secondi. Bene, proprio per questo io vorrei essere aiutato da voi perché mi pare che alcune dichiarazi­oni della famiglia Renzi – padre e figlio – circa l’operato dei magistrati mi pare di averle già ascoltate da qualcuno negli ultimi anni. Queste frasi – o qualcuna simile – mi provocavan­o una specie di orticaria perché mi pare di ricordare che se riguardava­no certe persone e i propri “famigli’’ erano attacchi alla democrazia da parte di giudici comunisti, ma se riguardava­no altri era la giustizia trionfante come nell’episodio, magistralm­ente recitato da Vittorio De Sica, del “Processo di Frine’’ nel film di Blasetti Altri tempi. Due cose vorrei evidenziar­e: che il prossimo governo tolga tante leggi inutili e dannose e ne faccia una che tuteli dalle ingiurie giudici e pubblici ministeri in quanto rappresent­anti dello Stato italiano. Leggi in uso nei Paesi anglosasso­ni: chi offende loro, nell’esercizio delle loro funzioni, offende anche tutti gli italiani che credono nella giustizia e che potrebbe nominare ministri di provata competenza e onestà.

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LaPresse Irlanda Manifestaz­ione dei cittadini per l’aborto

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