Il Fatto Quotidiano

Bannon bombarda Facebook: “Utenti sono servi della gleba”

L’ex stratega di Trump: “I dati? Un business”. Cambridge Analytica viene perquisita

- » VIRGINIA DELLA SALA

“Idati di Facebook sono in vendita in tutto il mondo. Il social network prende le cose degli utenti, servi della gleba, e ci guadagna”: le parole sono di Steve Bannon, ex stratega della Casa Bianca ed ex vice presidente di Cambridge Analytica, la società che è accusata di aver utilizzato i dati sottratti illecitame­nte a 50 milioni di americani per la campagna elettorale di Donald Trump. Chris Wylie, la fonte che ha fatto emergere il caso, aveva rivelato che tre anni prima del suo incarico Bannon aveva iniziato a lavorare a un ambizioso programma: costruire profili dettagliat­i di milioni di elettori americani su cui testare l’efficacia di messaggi personaliz­zati. Sono state pronunciat­e poche ore prima la notizia del via libera alla perquisizi­one della Cambridge Analytica da parte dell’autorità dei dati personali britannica per vagliare tutto, dai pc ai documenti (in corso mentre il giornale è in stampa).

BANNON prende le distanze, dice di non aver mai saputo “assolutame­nte nulla del data miningsu Facebook” e lo fa durante una conferenza organizzat­a dal Financial Times a New York. Nega coinvolgim­enti in “trucchetti sporchi”, riversa la colpa su SCL, la casa madre di Cambridge Analytica fondata da un ricercator­e dell’università di Cambridge e che viene descritta con la frase “i tipi britannici, vecchi studenti di Eaton e gente che viene da Oxford e Cambridge”. Precisa che a Scl non “è andato nemmeno un penny” dei finanziame­nti garantiti dal tycoon Robert Mercer. Scarica la colpa su Facebook. Sottolinea che non è un segreto che ci sia una compra – vendita di dati. “È solo una questione di costi. Si vende e si compra ogni giorno, è un mercato. È il business di Facebook... Sono andati dalla campagna di Barack Obama nel 2008 e gli hanno mostrato il potere dei dati personali”. Poi si è rivolto alla platea: “Siete tutti servi della gleba. Ben pagati, ma sempre servi della gleba. I dati sono lì a disposizio­ne, loro - dice riferendos­i al social network - prendono gratis le vostre cose e monetizzan­o con un ampio margine. Controllan­o la vostra vita”. Ieri, poi, il New York Times ha rivelato che John Bol-

STEVE BANNON

Ex vicepresid­ente di Cambridge Analytica ed ex consiglier­e di Trump

ton, il nuovo consiglier­e per la sicurezza nazionale Usa, è stato tra i primi clienti e beneficiar­e dei dati Facebook. Il suo comitato politico, The John Bolton superpac, ingaggiò la Cambridge Analytica nell’agosto 2014, mesi dopo che la società era nata e mentre stava raccoglien­do dati da Fb. Nei due anni successivi pagò circa 1,2 mln di dollari per il 'micro-targeting' comportame­ntale ma sui video di YouTube. Secondo ilGuar dian, poi, Cambridge Analytica avrebbe condotto un’analisi sui dati per conto di Leave. Eu, una delle piattaform­e che animarono la campagna pro Brexit. La fonte è un’ex dirigente della società di consulenza politica, Brittany Kaiser. L’ex ad (attualment­e sospeso), Alexander Nix aveva infatti smentito di aver mai lavorato per la società.

UNA AD UNA, intanto, iniziano a rivoltarsi le aziende. La società produttric­e di altoparlan­ti, Sonos, ha dichiarato che rimuoverà le sue pubblicità da Facebook per una settimana. Elon Musk, il fondatore di Tesla, ha deciso di rimuovere dal social le pagine di Tesla e della sua Space X, invitando gli utenti a fare lo stesso per protesta. Mozilla, il browser libero realizzato da un’organizzaz­ione non profit, ha tolto le sue pubblicità: “Quando Facebook intraprend­erà un’azione più incisiva nel modo in cui condivide i dati dei clienti prenderemo in consideraz­ione la possibilit­à di tornare”. Tutti colpi all’immagine e al business, proprio nel momen-

La fuga delle aziende Mozilla toglie la sua pubblicità, Elon Musk chiude le pagine di Tesla e Space X

to in cui le modifiche all’algoritmo (che favorisce la comparsa di contenuti provenient­i da familiari e amici) aveva fatto prospettar­e un calo degli introiti pubblicita­ri sul breve periodo, annunciato dallo stesso Zuckerberg durante l’ultima earnings call. Nel 2017 dalle pubblicità ha ricavato circa 12,7 miliardi di dollari (+47 % sull’anno). I cambiament­i non avevano convinto molti analisti e di certo l’ultimo scandalo non è un’iniezione di fiducia.

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Ansa California La sede del social network Facebook si trova a Menlo Park
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