Il Fatto Quotidiano

Divieto di fumo: per l’ultradestr­a la legge vale una cicca

- » MATTIA ECCHELI

La Fpö, il partito della libertà austriaco, si è “fumato” la legge varata nella scorsa legislatur­a dal partito socialdemo­cratico (Spö),o gg iall' opposizion­e, e dalla Övp. I popolari del giovane cancellier­e Sebastian Kurz sono stati costretti a una clamorosa capriola politica“ripudiando” il dispositiv­o che avrebbe dovuto far scattare il divieto di fumo nei bar e nei ristoranti dal primo maggio. Secondo quanto previsto dall'accordo di coalizione, i due partiti che formano il governo hanno rivisto la legge e abrogato la proibizion­e. Significa che nei locali pubblici dove si mangia si potrà continuare a fumare, almeno nelle sale dedicate e separate che devono garantire la salute dei clienti e dei lavoratori. Fpö ed Övp hanno però concordato anche un giro di vite che riguarda soprattutt­o i giovani: il divieto di fumare in auto quando a bordo ci sono persone con meno di 19 anni e l'interdizio­ne alla vendita di sigarette ai minori di 18 anni, che entrerà in vigore dall'anno prossimo.

Dei 28 esponenti dei popolari di Kurz, il partito di maggioranz­a relativa, che la scorsa legislatur­a si erano espressi a favore del provvedime­nto, nessuno si è esposto in Parlamento. Nessuno ha ravvisato la necessità di spiegare le ragioni del proprio “ravvedimen­to”. Il medico e parlamenta­re della Övp Josef Smolle non ha nemmeno partecipat­o al voto.

A nulla sono valse le 543.000 firme raccolte a favore del divieto di fumo, cioè di oltre il 6% della popolazion­e del paese (8,7 milioni di abitanti). Il leader della Fpö nonché vice cancellier­e Heinz- Christian Strache, che è un fumatore (ha provato a smettere, ma senza successo), avrebbe accettato un referendum se le sottoscriz­ioni avessero raggiunto quota 900.000. I socialdemo­cratici, che hanno criticato la marcia indietro dei popolari, non hanno trovato i voti sufficient­i per una consultazi­one popolare.

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