FAENZA, PRANZO DI NOZZE AL MUSEO
Ormai è diventato di moda, in cambio di un po’di euro, concedere le sale espositive di un museo pubblico per una festa di compleanno o di nozze. È successo al Palazzo Ducale di Mantova per il genetliaco con danze della concittadina Emma Marcegaglia. È risuccesso alla Reggia di Caserta, dopo il canottaggio nella Vasca del Vanvitelli (piuttosto sporca, si è letto sui giornali), per un matrimonio sontuoso in sale non aperte al pubblico, ha precisato il ministro Franceschini. Tuttavia, per l'evento, sono stati occupati cortili e scaloni, coi tecnici degli addobbi floreali a cavalcioni dei grandi leoni marmorei. Domenica 18 marzo la Pinacoteca Comunale di Faenza – opere dai maestri del '200 a De Chiri- co – è stata concessa per il ricevimento e il pranzo nuziale della figlia di un industriale locale. La Pinacoteca è stata riconvertita in un vero e proprio ristorante coi tavoli imbanditi e le sedie distanti addirittura pochi centimetri dalle tele esposte. Un certo frisson (esotico o circense, chissà) all'evento lo dava un leone impagliato sdraiato all'ingresso delle sale espositive. Corrispettivo per la gentile concessione? Il restauro di un'opera della Pinacoteca Comunale. La quale era finita nelle cronache cittadine a fine febbraio per il furto di un dipinto del XIII secolo, facilitato dall'assenza di apparati di videosorveglianza e di allarme. C'è da augurarsi che nel frattempo il museo ne sia stato dotato. In ogni caso la cultura ne esce ancora una volta bastonata.