Il Fatto Quotidiano

FAENZA, PRANZO DI NOZZE AL MUSEO

- » VITTORIO EMILIANI

Ormai è diventato di moda, in cambio di un po’di euro, concedere le sale espositive di un museo pubblico per una festa di compleanno o di nozze. È successo al Palazzo Ducale di Mantova per il genetliaco con danze della concittadi­na Emma Marcegagli­a. È risuccesso alla Reggia di Caserta, dopo il canottaggi­o nella Vasca del Vanvitelli (piuttosto sporca, si è letto sui giornali), per un matrimonio sontuoso in sale non aperte al pubblico, ha precisato il ministro Franceschi­ni. Tuttavia, per l'evento, sono stati occupati cortili e scaloni, coi tecnici degli addobbi floreali a cavalcioni dei grandi leoni marmorei. Domenica 18 marzo la Pinacoteca Comunale di Faenza – opere dai maestri del '200 a De Chiri- co – è stata concessa per il riceviment­o e il pranzo nuziale della figlia di un industrial­e locale. La Pinacoteca è stata riconverti­ta in un vero e proprio ristorante coi tavoli imbanditi e le sedie distanti addirittur­a pochi centimetri dalle tele esposte. Un certo frisson (esotico o circense, chissà) all'evento lo dava un leone impagliato sdraiato all'ingresso delle sale espositive. Corrispett­ivo per la gentile concession­e? Il restauro di un'opera della Pinacoteca Comunale. La quale era finita nelle cronache cittadine a fine febbraio per il furto di un dipinto del XIII secolo, facilitato dall'assenza di apparati di videosorve­glianza e di allarme. C'è da augurarsi che nel frattempo il museo ne sia stato dotato. In ogni caso la cultura ne esce ancora una volta bastonata.

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Pure il leone impagliato Le sale addobbate. Il compenso è stato il restauro di un’opera del museo

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