“Il dossier choc all’azienda, non ai pm”
“La Tirreno Power conosceva i risultati del report Cnr sulle morti in eccesso”
“Ai
cittadini non li hanno dati. Ai magistrati li avrebbero dati a processo già deciso. Ma viene il dubbio che i risultati della ricerca del Cnr sull’eccesso di mortalità intorno alla centrale a carbone siano invece stati dati alla società Tirreno Power che gestisce l’impianto”. Matteo Ceruti - avvocato che assiste i comitati di cittadini savonesi parte civile nel processo per l’inquinamento a Vado Ligure - annuncia un’iniziativa: “Bisogna fare chiarezza. Vogliamo capire se ci sia stata un’omissione negando i dati ai cittadini. O se possa esservi stata rivelazione di documenti riservati comunicandoli invece all’impresa”.
Ieri il Fatto Quotidiano aveva rivelato il contenuto di una ricerca compiuta dal Cnr nelle zone vicine alla centrale savonese. Si parlava di “eccessi di mortalità per entrambi i sessi tra il 30 e il 60%” nelle zone esposte agli inquinanti. Adoperando i dati del C- nr – che per la prima volta esamina i decessi dal 2001 al 2013 – le morti in eccesso nelle zone esposte si calcolerebbero in quasi 4mila (2.600 solo nelle aree di massimo rischio).
Ma a colpire i cittadini, oltre alla drammaticità dell’analisi, c’è la data posta in calce al documento: luglio 2017. Da mesi l’avvocato Ceruti e i comitati avevano chiesto formalmente alla Regione di ottenere le carte con un regolare accesso agli atti. Bocciato. Respinto anche il ricorso presentato al difensore civico regionale.
Alla fine Andrea Melis, consigliere regionale M5S, è riuscito ad avere le carte e a portarle ai pm savonesi che seguono l’inchiesta. Proprio il prossimo 12 aprile si terrà l’udienza chiave che deciderà del rinvio a giudizio degli imputati. “La decisione rischiava di essere presa senza conoscere i dati del Cnr”, sottolinea Ceruti.
Com’è possibile che dopo nove mesi la ricerca non fosse ancora arrivata ai magistrati? “A me risul- ta che il documento sia arrivato in Regione in autunno”, dichiara al Fatto il governatore della Liguria, Giovanni Toti. Tre mesi dopo che il Cnr aveva consegnato le carte all’Istituto di Epidemiologia Clinica dell’Irccs San Martino di Genova? “Questa circostanza non la conoscevo”, risponde Toti. Ma dall’autunno a oggi cosa è successo? “So che il documento era stato affidato all’Osservatorio regionale Salute e Ambiente e al Comitato Scientifico di Valutazione. Che lo stanno discutendo e hanno espresso dubbi. A maggio sarebbe stato reso pubblico”, riferisce Toti. Dieci mesi per studiare 51 pagine? A maggio, proprio un mese dopo la fase chiave del processo? “Non conosco i tempi necessari agli studiosi per analizzare le carte”.
Risposte che non soddisfano i comitati savonesi dei cittadini. A sollevare ulteriori dubbi è stato il comunicato di Tirreno Power diffuso dopo l’articolo del Fa tt o: “Sono inconsistenti le conclusioni che ipotizzano un collegamento tra le emissioni della centrale a carbone e una responsabilità per la salute degli abitanti”, dice l’azienda. Quindi il passaggio che ha suscitato i dubbi: “Questa opinione - scrive Tirreno Power - è espressa anche nei pareri scientifici degli esperti che hanno esaminato lo studio e hanno valutato incongrue le conclusioni a cui è giunto”. Ma l’avvocato Ceruti ora chiede chiarezza: “Se lo studio era riservato, se nemmeno magistrati e cittadini hanno potuto vederlo, come può la società che gestisce l’impianto oggetto dell’inchiesta conoscere ‘i pareri scientifici degli esperti’?”.
IERI il Fatto ha rivelato il contenuto di una ricerca compiuta dal Cnr nelle zone vicine alla centrale savonese. Si parlava di “eccessi di mortalità per entrambi i sessi tra il 30 e il 60%”. I morti in eccesso si calcolerebbero in 4mila