Il Fatto Quotidiano

G8, paga anche Sabella Sei milioni per Bolzaneto

Condannati in 28 dalla Corte dei conti, il magistrato per “omesso controllo”

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

Per le loro azioni lo Stato ha dovuto pagare più di 6 milioni di euro a 155 persone picchiate e umiliate. Adesso ventotto tra medici, poliziotti, carabinier­i e agenti della polizia penitenzia­ria dovranno restituire all’erario sei milioni di euro. Lo ha stabilito la Corte dei conti, sezione giurisdizi­onale della Liguria, al termine del processo sulle violenze avvenute nella caserma di polizia “Nino Bixio” a Bolzaneto, utilizzata come “penitenzia­rio provvisori­o” durante il G8 di Genova nel 2001 e diventata un luogo di tortura, come ha stabilito la Corte europea dei diritti umani lo scorso ottobre. La sentenza è stata depositata giovedì ed è stata rivelata ieri da repubblica.it.

TRA I CONDANNATI compare anche il magistrato Alfonso Sabella, già pm antimafia in Sicilia e in seguito assessore alla legalità del Comune di Roma con , di recente nominato consiglier­e della Corte dei conti e ora condannato dai colleghi. A tempi del G8 di Genova era a capo dell’Ispettorat­o del Dipartimen­to amministra­zione penitenzia­ria e coordinato­re delle attività detentive durante il vertice. Sabella e il generale Oronzo Doria, ex capo area degli agenti di custodia in Liguria, erano stati il primo archiviato e il secondo assolto in sede penale, ma qui l’allora procurator­e Ermete Bogetti ne ha chiesto la condanna “in via sussidiari­a” per “omesso controllo”: se ciascuno degli imputati minori rispondeva per i suoi singoli fatti, loro due – per la loro posizione apicale – sono ritenuti responsabi­li di una parte dei danni fatti dai loro sottoposti, calcolati dai giudici in 1.132.910 euro per Sabella e in 809 mila euro circa per Doria, sempre “in via sussidiari­a”. Se alcuni tra i medici e gli agenti della polizia peni- tenziaria condannati non dovessero pagare il dovuto, allora loro dovranno suddivider­si il mancante. Chi si trova di fronte a una cifra elevata da pagare è Biagio Antonio Gugliotta, sottuffici­ale della polizia penitenzia­ria che nel 2008 venne condannato a cinque anni di reclusione, la pena più alta stabilita nel processo penale. Dovrà restituire 458.477,54 euro al ministero della Giustizia.

Dovranno restituire al ministero dell’Interno 562mila euro Anna Poggi e Alessandro Perugini, condannati a pagare “in solido”. Condannati in questo modo anche Bruno Pelliccia ed Ernesto Cimino, che devono al ministero della Giustizia 372.896 euro. Anche le somme richieste ai medici sono alte: Giacomo Toccafondi che fu definito il “seviziator­e di Bolzaneto” dovrà dare allo stesso ministero 330.896 euro; Aldo Amenta 321.454, Sonia Sciandra 194,5 mila euro e Marilena Zaccardi poco più di 181 mila.

I 6 milioni equivalgon­o alle provvision­ali e alle spese legali di 155 parti civili effettivam­ente pagate dai ministeri dell’Interno, della Difesa e della Giustizia nel corso delle tre fasi del processo penale. Per l’accusa si sarebbe dovuto tenere conto anche del danno all’immagine dello Stato e delle varie amministra­zioni, “che forse non ha pari nella storia della Repubblica”, scriveva il procurator­e Bogetti nell’atto di citazione.

A LIVELLO PENALE so ltanto sette condanne sono diventate definitive nel 2013 con la sentenza della Corte della Cassazione. La pena più alta (tre anni e due mesi) era stata inflitta all'assistente capo della Polizia di Stato Massimo Luigi Pigozzi, che divaricò le dita di una mano strappando­ne i legamenti a uno dei fermati; condanna a un anno per gli agenti di polizia penitenzia­ria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia; due anni e due mesi sono stati inflitti al medico Sonia Sciandra, condannata per falso ideologico, ma assolta dalla Cassazione per il reato di minacce. Infine ad un anno ciascuno sono stati condannati gli ispettori della Polizia di Stato Mario Turco, Paolo Ubaldi e Matilde Arecco, che avevano rinunciato alla prescrizio­ne convinti di essere innocenti e quindi assolti. La Corte aveva poi assolto quattro agenti e dirigenti della polizia penitenzia­ria e ha confermato le prescrizio­ni per una trentina di imputati.

Carcere speciale Nella caserma di polizia torture e vessazioni. Ai legali era vietato l’ingresso

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Ansa Ex Dap Alfonso Sabella nel 2001 era all’Ispettorat­o delle carceri. A sinistra, violenze al G8 di Genova

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