Il Fatto Quotidiano

L’impasse di Madrid: ultimo tentativo rivolgersi alla Corte di Giustizia europea

La liberazion­e del leader catalano in Germania e il groviglio legale dell’indipenden­tismo

- » ELENA MARISOL BRANDOLINI

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si aspettava il governo Rajoy che un Land tedesco avrebbe messo in scacco la giustizia spagnola, mettendo a rischio l’impianto della macro- causa contro l’in d i pe ndentismo. Il rifiuto del tribunale di Schleswig-Holstein di accettare il delitto di ribellione tra le cause per l’estradizio­ne di Puigdemont per l’ass enza di violenza nell’azione indipenden­tista, rappresent­a un colpo per un teorema giudiziari­o tutto costruito attorno alla ribellione violenta, di cui il giudice Llarena ha imputato 13 dirigenti del movimento. Tanto più che Llarena qualifica la ribellione come delitto plurisogge­ttivo, per cui se cade l’imputazion­e sul massimo responsabi­le, è tutto l’insieme a non reggere.

Perciò, il giorno dopo, il governo si schermisce dietro il rispetto dell’operato della magistratu­ra, segnalando che l’esame cui ancora è sottopo- sta la richiesta spagnola per il delitto di malversazi­one, elimina ogni congettura sul carattere “politico” della persecuzio­ne.

È il giudice del Tribunal Supremo a dover decidere cosa fare. Gli è difficile ritirare l’eurordine come a dicembre, perché il rischio è che il Regno Unito, il Belgio e la Svizzera, dove sono gli altri esiliati, seguano la scia della Germania. E poi perché il ritiro farebbe venir meno la parità di condizioni tra gli imputati di uno stesso delitto. Llarena e la Procura generale starebbero pensando di ricorrere la decisione dei magistrati tedeschi davanti al Tribunale di Giustizia della Ue, per violazione della decisione quadro sull’ordine di detenzione europea, sostenendo che la funzione delle autorità del paese “richiesto” debba limitarsi a comprovare l’esistenza di un crimine corrispett­ivo nel proprio Codice Penale.

Da due giorni il popolo indipenden­tista si sente rincuorato, la liberazion­e di Puigdemont viene considerat­a comunement­e la prima buona notizia da settimane. Puigdemont è ancora considerat­o il president e tutt’ora la voce libera della Catalogna all’estero.

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