UNITI IN EUROPA CONTRO IL SISTEMA
Nel cuore dell’Europa si nasconde un inganno: un processo decisionale classista, opaco e imposto dall’alto è stato presentato come tecnico, manageriale e neutrale. Questo processo viene dipinto come impolitico, mentre è stato politico fino al midollo. Ha scavalcato le democrazie per imporre misure a vantaggio delle oligarchie. Ma non è stata un’entità astratta – “l’Europa” – a imporci la riduzione della democrazia e l’aumento delle disuguaglianze. Sono stati i politici dei diversi Paesi a imboccare quella strada. In ogni singola capitale come a Bruxelles. Hanno scelto di imporre le solite misure autodistruttive di austerità, deregolamentazione, privatizzazione e attacco ai sindacati. Mentre chiudevano gli occhi sul crollo dei salari, sulla corruzione, sui paradisi fiscali e sulla crisi abitativa e dei servizi pubblici. Lo vediamo benissimo nelle nostre città, dove il ricatto del debito viene utilizzato per forzare tagli di bilancio e smantellamento delle politiche sociali. Anche per questo sabato 14 aprile scenderemo in piazza con i cittadini di Napoli contro il debito ingiusto delle stagioni dei commissari straordinari all’emergenza rifiuti e terremoto. Per difendersi dopo aver generato il disastro, le élite di governo hanno scaricato le loro colpe su “l’Eu ro pa ”. Generando un’ondata di rigetto e alimentando i movimenti xenofobi. L’establishment e le forze nazionaliste si rafforzano così a vicenda. Il primo con le sue politiche produce meno democrazia e più disu- guaglianze, quindi più rabbia. Le seconde raccolgono questa rabbia e ne fanno strumento di consenso elettorale.
Sono entrambi soluzioni sbagliate e spaventose. Noi pensiamo che né Macron, né Farage, né establishment, né nazionalismo, possano rappresentare il futuro del nostro continente. Dobbiamo uscire da questa falsa scelta, di cui in Italia anche il M5S rischia di cadere vittima. Deve esserci un’alternativa. E per fortuna c’è.
Un’alleanza europea anti-sistema.
Un mese fa, a Napoli, abbiamo lanciato il percorso per costruire la prima lista transnazionale per presentare alle elezioni europee del maggio 2019 un unico programma di cambiamento reale in tutto il continente. Un europeismo antisistema capace di rimettere il demos al centro della democrazia. Il 26 aprile ci incontreremo nuovamente a Li- sbona e daremo un nome a questo progetto.
Abbiamo intrapreso questa strada perché la soluzione alla drammatica crisi dei nostri Paesi e delle nostre città non può che essere europea. Questo oggi è il campo di gioco e il luogo del conflitto sociale. Pensare di rovesciare il sistema tornando al passato, agli stati nazionali autoritari e patriarcali, è un’illusione figlia del grande inganno creato dall’establishment.
PER ESEMPIO: l’elusione fiscale, che consente a grandi corporation di massimizzare i loro profitti togliendo risorse al welfare, è resa possibile proprio dalla frammentazione dello spazio europeo. Mentre la concorrenza fiscale al ribasso di uno Stato contro l’altro impoverisce i lavoratori di tutti gli Stati. Per non parlare delle sfide dell’automazione, delle migrazioni e del cambiamento climatico, che non potranno mai essere affrontate singolarmente da un solo Paese.
Il nostro programma si fonda su due pilastri. Primo, un New Deal Ecologico, attuabile senza alcuna modifica dei Trattati. Racchiude un insieme di politiche economiche, ecologiche e sociali con cui affrontare le crisi del debito pubblico e privato, far ripartire gli investimenti, contrastare la povertà e garantire i beni di prima necessità, fra cui la casa, e realizzare un massiccio piano di investimenti verdi dell’ordine di 500 miliardi, pari al 4,5% del PIL europeo, in stret- ta cooperazione con le amministrazioni municipali.
Secondo, un processo per arrivare ad una Assemblea Costituente europea per sostituire i Trattati esistenti e stendere, fuori da ogni logica inter-governativa, un Costituzione democratica capace di restituire democrazia e sovranità alle cittadine e ai cittadini del nostro continente. La strada davanti a noi. Questo progetto riguarda in prima persona gli italiani e le italiane. La scommessa è costruire un movimento politico nuovo, una convergenza credibile e coerente, con la testa in Europa e i piedi nei territori. Crediamo questo sia un processo capace di aggregare e restituire speranza e passione.
Vogliamo farlo insieme a tante e tanti altri. Ma vogliamo farlo in fretta e con modalità nuove. A giugno 2018 presenteremo il nostro Manifesto comune e faremo il giro delle capitali europee per presentare e lanciare il progetto. Per la fine dell’estate 2018 la nostra base, in tutta Europa, selezionerà attraverso elezioni online la lista dei candidati e un candidato unico per la Presidenza della Commissione Europea.
Il treno è partito. Siamo determinati a riprenderci le nostre città, le nostre regioni, i nostri Paesi, il nostro continente.
*Il testo è co-firmato da Benoît
Hamon, già candidato alle presidenziali francesi e leader del
nuovo partito Generation.s; Agnieszka Bak, leader del partito polacco Razem; Rasmus Nordqvist,
leader del partito danese Alternativet; Rui Tavares, leader
del partito portoghese LIVRE