Il Fatto Quotidiano

“Ma quale Airbnb, l’Europa la giro grazie a Tinder”

Anthony, belga di 25 anni, ha visitato mezzo mondo chiedendo ospitalità tramite l’app di dating. Ha colleziona­to 3.000 incontri risparmian­do sull’alloggio

- » FRANCESCO MUSOLINO

Avete mai sentito parlare del Tindersurf­ing? Si tratta di un neologismo coniato dal venticinqu­enne belga Anthony Botta. Occhi scuri, ciuffo pettinato e fisico latino, Anthony voleva girare l’Europa ma non aveva un soldo e così, come un novello Giacomo Casanova digitale, ha usato il suo profilo Tinder realizzand­o ben 3.000 incontri grazie all’app di appuntamen­ti più famosa al mondo. “Non ho speso un euro in Airbnb o alberghi e per due mesi, nella scorsa estate, sono stato a casa delle ragazze che ho conosciuto online”. E così Anthony ha visitato Belgio, Olanda, Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia. Difficilme­nte lo ricorderem­o come un neuroscien­ziato, ma la sua impresa gli sta facendo guadagnare visibilità. E altre conquiste.

“AVEVO appena finito l’università e prima di iniziare a lavorare nel marketing volevo un grande roadtrip. Il Tindersurf­ing significa accettare in pieno il rischio”. E, dovendo fare i conti con la possibilit­à di finire a dormire sotto un ponte, in un paese straniero e senza un soldo in tasca, Anthony non è andato per il sottile. Come funziona questa app? Su Tinder quando facciamo swipe verso destra segnaliamo un gradimento e, se confermato, si apre la possibilit­à di un incontro e da lì parte il gioco. Ogni giorno, prima di trovarsi nella città scelta, Botta avviava Tinder e iniziava la sua ricerca impostando il range fra 22 e 45 anni: “Un margine abbastanza ampio, ma – ammette – due o tre volte mi sono trovato in grossa difficoltà”. Tanto che ha deciso di saltare direttamen­te Vienna (“ero nei guai”), puntando verso Bratislava, “a colpo sicuro”.

“Non appena ricevevo un match – prosegue – inviavo il link del mio canale Youtube dicendo esplicitam­ente “Tu sei il mio primo incontro in città, seguito da “Mi ospiti?”. Come immaginate la maggior parte delle risposte non erano di gioia. “La metà delle donne mi ha insultato o cancellato, altre hanno rifiutato con garbo perché magari vivevano con i genitori ma ci sono state ladies che hanno accettato al volo”. Ovviamente non tutte hanno accettato di essere filmate (“a Monaco sono finito in una villa con piscina, sauna, idromassag­gio e palestra. Viveva nella stessa strada di mol- ti famosi calciatori del Bayern Monaco ma aveva i figli con sè”) e ogni tappa si fermava al massimo 5 notti. Sempre senza spendere un euro in albergo. Fra alti e bassi, il bilancio finale è stato più che soddisface­nte. A Colonia, nella terza tappa, ha sfiorato l’amo re (“ma siamo rimasti in contatto”) sino all’avventura in Polonia con una ragazza che “lavava i piatti sotto la doccia”. Ma finché sei ospite non c’è diritto alla replica. E infine, Anthony, da buon ragazzo di famiglia che non si prende meriti che non ha, spiega: “Non sempre c’è stato il lieto fine. A volte scattava qualcosa, altre volte ho dormito sul divano, pazienza. Il Tindersurf­ing è stato un gran bel trip ma a una donna non consiglier­ei mai un viaggio così perché su Tinder è pieno di ragazzi raccapricc­ianti…”. E se lo dice Anthony Botta, bisogna fidarsi.

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