Il Fatto Quotidiano

I fidanzatin­i che scappano dal balcone

- » BENEDICTA BOCCOLI

Apapà piaceva Luca. Lo tranquilli­zzava. Era troppo simile a lui, vestiva come lui, blazer e mocassini di cuoio; parlava con spiccato accento lombardo come lui, profumatis­simo come lui, usavano la stessa acqua di colonia; come lui si dava delle arie da leader, col fare di chi non è che creda di essere meglio di tutti, no, sono gli altri che sono tutti peggio di loro. Insopporta­bili, malgrado affascinan­ti.

Al contrario odia Pasquale, il mio fidanzato attuale. Non lo capisce. Pasquale, nonostante la brillantez­za d’e l oq u io , parla con accento calabro lucano, ma soprattutt­o ascolta, inconcepib­ile per papà, pensa che abbia qualcosa da nascondere. Pasquale odora di lenzuola stese al sole, indossa dei sandali da marzo a ottobre, sorride quando è giusto e a volte si commuove. Come un uomo mi verrebbe da pensare!

NO, PER PAPÀ non è un uomo e sicurament­e non quello giusto per me, quindi... “in casa non lo voglio vedere”. Ma io lo amo. Quindi a casa lo faccio venire, di nascosto da papà. Mamma invece adora Pasquale, gli ricorda il suo amore di ragazza, un aviatore, ma i genitori si erano messi di traverso e quello era volato via. Forse per questo fa il tifo per noi, e quando papà rientra lei ci viene ad avvertire, allora Pasquale sgattaiola fuori in terrazzo, scavalca il davanzale e si cala lungo la grondaia per un piano, fino al giardino condominia­le, poi mi lancia un bacio e s’allontana, tutto con angelica grazia e felina agilità. E pensare che anche Luca ci aveva provato, la prima volta, quando ancora non era di casa, solo che scavalcand­o si era strappato il pantalone di velluto ed era atterrato sull’erba con un tonfo sinistro e bestemmia soffocata. Vuoi mettere? Non c’è paragone.

(Ha collaborat­o Massimilia­no Giovanetti)

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