Molise, fuga da Forza Italia Seguirà flop alle Regionali
Berlusconi rischia l’umiliazione
“Ein Friuli va anche peggio. Solo che il presidente non lo sa”. Più d’uno ormai, dentro Forza Italia, ritiene che il fu partitone berlusconiano si stia rapidamente dirigendo contro un muro all’insaputa dello stesso “proprietario”. La preoccupazione immediata sono le regionali di domenica prossima in Molise e di quella successiva in Friuli Venezia Giulia: in entrambe le regioni gli azzurri sarebbero, a stare ai sondaggi commissionati, assai sotto i voti racimolati alle Politiche. Se all’estremo nordest – visto pure il candidato del centrodestra, cioè il “salviniano” Fedriga – nessuno si stupirà di vedere la Lega sopra al 30% (partiva dal 25,8 del 4 marzo con FI al 10,6) e gli azzurri scendere ancora, è il piccolissimo ex feudo molisano la vera spia della dissoluzione del berlusconismo politico, tanto più che il fu Caimano, assai malconsigliato, ci è persino andato a fare campagna elettorale (e ci tornerà domani con 50 parlamentari, a ll ’ inseguimento di Salvini che ne porterà invece 80).
GLI ELEMENTI per la débâcle ci sono tutti, a partire dalla transumanza silenziosa di quadri politici verso altri lidi che continua persino in queste ore. Com’è noto, Berlusconi ha affidato Forza Italia in regione alla giovane e avvenente Annaelsa Tartaglione, neodeputata. La sua presa sul partito, però, non è delle più salde: l’accusa più recente, non del tutto campata in aria, è di aver riempito le liste per le regionali di ex dem sostenitori del governatore uscente Paolo Di Laura Frattura (che viene a sua volta da Forza Italia) e di aver lasciato proliferare nel centrodestra liste e listarelle di ex forzisti in appoggio al candidato Enzo Di Giacomo – sono 13 in totale – che alla fine prosciugheranno proprio il voto azzurro.
Gli esempi sono rivelatori: non solo sulla scheda c’è il movimento dell’ex governatore Michele Iorio, ma pure un partitino messo in piedi alla bisogna da un altro campione delle preferenze, Aldo Patriciello, che di lavoro fa l’europarlamentare di Forza Italia. E così da febbraio è iniziata la grande fuga, diventata esodo tra mar-
zo e aprile: se n’è andato Giacomo Papa, responsabile nazionale di Forza Italia per i rapporti con la P.A. e già braccio destro in regione dell’ex commissaria Nunzia De Girolamo; via pure Adriano Iannacone, responsabile regionale “difensori del voto”, e un po’di altri consiglieri comunali in entrambe le province. Alcuni tra quelli rimasti, peraltro, hanno firmato duri documenti contro Tartaglione e i vertici nazionali del partito.
Il risultato, secondo le previsioni della vigilia, si vedrà nelle urne. Il 4 marzo era finita così: 5 Stelle al 44,7% (favoritissimi anche oggi), centrodestra poco sotto al 30% con Forza Italia al 16,1 e la Lega all’8,6. Lunedì si potrebbe scoprire che le percentuali interne alla coalizione si sono rovesciate, forse peggio. Per questo è sorprendente vedere Berlusconi impegnarsi in campagna elettorale in regione: il Cavaliere autosospeso (dalla carica) non ha mai amato mettere la faccia sulle sconfitte, piuttosto sparire e poi dar la colpa al fatto che non c’era. Stavolta, invece, alla fine in Molise si fermerà per due volte dedicandosi ad attaccare i grillini e, soprattutto, l’alleato leghista. L’anziano leader però – isolato in un tra-
monto gestito da consiglieri, famigli e familiari – non sa che il suo partito nella regione non esiste quasi più e che per riempire la sala della sua cena elettorale a Campobasso è stato necessario “importare” qualche decina di partecipanti da regioni vicine: rischia di scoprirlo domenica notte, come la notte tra il 4 e il 5 marzo scoprì il sorpasso di Salvini.
Le Regionali potranno avere un loro ruolo sul futuro governo per l’effetto psicologico che creeranno, anche se questo è irrazionale La cena delle beffe Per riempire la sala dello show di Silvio venerdì sera militanti arrivati da altre regioni
A QUEL PUNTO, bisognerà valutare l’effetto della cosa sugli equilibri nazionali: “Le regionali potranno avere un loro ruolo sul futuro governo per l’effetto psicologico che creeranno, anche se questo non è razionale”, dice Gaetano Quagliariello. E alla fine torneremo a dimenticarci del Molise. Michele Petraroia, una vita in Cgil e nella sinistra politica, vicepresidente della Regione in quest’ultima consiliatura, la mette così: “Nessuno avrebbe potuto immaginare che 2.100 anni dopo le devastazioni perpetrate da Silla nell’u lti ma guerra sannitica, questo lembo di un Sud nascosto anche a se stesso, si venisse a trovare al centro di una contesa politica capace di influenzare la nascita del primo governo della Terza Repubblica”. Davvero.
GAETANO QUAGLIARIELLO