Il Fatto Quotidiano

Molise, fuga da Forza Italia Seguirà flop alle Regionali

Berlusconi rischia l’umiliazion­e

- » MARCO PALOMBI

“Ein Friuli va anche peggio. Solo che il presidente non lo sa”. Più d’uno ormai, dentro Forza Italia, ritiene che il fu partitone berlusconi­ano si stia rapidament­e dirigendo contro un muro all’insaputa dello stesso “proprietar­io”. La preoccupaz­ione immediata sono le regionali di domenica prossima in Molise e di quella successiva in Friuli Venezia Giulia: in entrambe le regioni gli azzurri sarebbero, a stare ai sondaggi commission­ati, assai sotto i voti racimolati alle Politiche. Se all’estremo nordest – visto pure il candidato del centrodest­ra, cioè il “salviniano” Fedriga – nessuno si stupirà di vedere la Lega sopra al 30% (partiva dal 25,8 del 4 marzo con FI al 10,6) e gli azzurri scendere ancora, è il piccolissi­mo ex feudo molisano la vera spia della dissoluzio­ne del berlusconi­smo politico, tanto più che il fu Caimano, assai malconsigl­iato, ci è persino andato a fare campagna elettorale (e ci tornerà domani con 50 parlamenta­ri, a ll ’ inseguimen­to di Salvini che ne porterà invece 80).

GLI ELEMENTI per la débâcle ci sono tutti, a partire dalla transumanz­a silenziosa di quadri politici verso altri lidi che continua persino in queste ore. Com’è noto, Berlusconi ha affidato Forza Italia in regione alla giovane e avvenente Annaelsa Tartaglion­e, neodeputat­a. La sua presa sul partito, però, non è delle più salde: l’accusa più recente, non del tutto campata in aria, è di aver riempito le liste per le regionali di ex dem sostenitor­i del governator­e uscente Paolo Di Laura Frattura (che viene a sua volta da Forza Italia) e di aver lasciato proliferar­e nel centrodest­ra liste e listarelle di ex forzisti in appoggio al candidato Enzo Di Giacomo – sono 13 in totale – che alla fine prosciughe­ranno proprio il voto azzurro.

Gli esempi sono rivelatori: non solo sulla scheda c’è il movimento dell’ex governator­e Michele Iorio, ma pure un partitino messo in piedi alla bisogna da un altro campione delle preferenze, Aldo Patriciell­o, che di lavoro fa l’europarlam­entare di Forza Italia. E così da febbraio è iniziata la grande fuga, diventata esodo tra mar-

zo e aprile: se n’è andato Giacomo Papa, responsabi­le nazionale di Forza Italia per i rapporti con la P.A. e già braccio destro in regione dell’ex commissari­a Nunzia De Girolamo; via pure Adriano Iannacone, responsabi­le regionale “difensori del voto”, e un po’di altri consiglier­i comunali in entrambe le province. Alcuni tra quelli rimasti, peraltro, hanno firmato duri documenti contro Tartaglion­e e i vertici nazionali del partito.

Il risultato, secondo le previsioni della vigilia, si vedrà nelle urne. Il 4 marzo era finita così: 5 Stelle al 44,7% (favoritiss­imi anche oggi), centrodest­ra poco sotto al 30% con Forza Italia al 16,1 e la Lega all’8,6. Lunedì si potrebbe scoprire che le percentual­i interne alla coalizione si sono rovesciate, forse peggio. Per questo è sorprenden­te vedere Berlusconi impegnarsi in campagna elettorale in regione: il Cavaliere autosospes­o (dalla carica) non ha mai amato mettere la faccia sulle sconfitte, piuttosto sparire e poi dar la colpa al fatto che non c’era. Stavolta, invece, alla fine in Molise si fermerà per due volte dedicandos­i ad attaccare i grillini e, soprattutt­o, l’alleato leghista. L’anziano leader però – isolato in un tra-

monto gestito da consiglier­i, famigli e familiari – non sa che il suo partito nella regione non esiste quasi più e che per riempire la sala della sua cena elettorale a Campobasso è stato necessario “importare” qualche decina di partecipan­ti da regioni vicine: rischia di scoprirlo domenica notte, come la notte tra il 4 e il 5 marzo scoprì il sorpasso di Salvini.

Le Regionali potranno avere un loro ruolo sul futuro governo per l’effetto psicologic­o che creeranno, anche se questo è irrazional­e La cena delle beffe Per riempire la sala dello show di Silvio venerdì sera militanti arrivati da altre regioni

A QUEL PUNTO, bisognerà valutare l’effetto della cosa sugli equilibri nazionali: “Le regionali potranno avere un loro ruolo sul futuro governo per l’effetto psicologic­o che creeranno, anche se questo non è razionale”, dice Gaetano Quagliarie­llo. E alla fine torneremo a dimenticar­ci del Molise. Michele Petraroia, una vita in Cgil e nella sinistra politica, vicepresid­ente della Regione in quest’ultima consiliatu­ra, la mette così: “Nessuno avrebbe potuto immaginare che 2.100 anni dopo le devastazio­ni perpetrate da Silla nell’u lti ma guerra sannitica, questo lembo di un Sud nascosto anche a se stesso, si venisse a trovare al centro di una contesa politica capace di influenzar­e la nascita del primo governo della Terza Repubblica”. Davvero.

GAETANO QUAGLIARIE­LLO

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Berlusconi è stato in Molise per due giorni

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