Il Fatto Quotidiano

BUFFON, MERKEL, IL RIGORE TEDESCO E LA SOLITA ITALIA

- » MASSIMO FINI

Forse gli arbitri internazio­nali di oggi sono tecnicamen­te più bravi di quelli di una ventina di anni fa. Ma mancano di psicologia. Non si dà un rigore dubbio all’ultimo minuto di una partita esaltante. Detto questo la reazione di Gigi Buffon in campo e soprattutt­o dopo è inaccettab­ile. Andrés Iniesta, detto “don Andrés” per la sua signorilit­à in campo e fuori, non avrebbe avuto una reazione così scomposta. E qui sta la differenza. Iniesta, che con il Barça e con la Spagna ha vinto tutto, non solo è un grandissim­o campione, certamente superiore a Buffon, ma è anche un grande uomo, Gigi un po’ meno, sia sul campo sia fuori.

LA JUVENTUS ha poco da lamentarsi. Io tengo a una piccola, modesta, tragica squadra, il Toro, e quante volte, come tante altre piccole squadre, abbiamo visto gli arbitri favorire, con rigori fasulli o rigori negati, le cosiddette ‘grandi’, Juventus, Milan, Inter?

Ciò che la Juventus ha subìto a Madrid è esattament­e la stessa cosa che le piccole squadre subiscono nel Campionato italiano. Esiste indubbiame­nte una questione Real, perennemen­te favorito in campo internazio­nale. Tant’è che la stessa sorte della Juve, e anche peggio, era toccata l’anno scorso al Bayern di Monaco che non è proprio l’ultimo della pista. Ma i tedeschi non ne hanno fatto un caso. Perché son tedeschi. E qui sta un’altra differenza: quella fra la Germania e tutti gli altri Paesi europei. Non solo nel calcio. Ma qui il discorso ci porta a una questione che parrebbe molto lontana dal calcio, ma non lo è. Ci porta in Siria dove i francesi, questo popolo di codardi, hanno voluto fare, per l’ennesima volta, i fenomeni sulla pelle altrui. Sul moralismo ipocrita del cosiddetto Occidente abbiamo scritto tante volte. Adesso c’è la questione delle ‘armi chimiche’ che il dittatore siriano Assad avrebbe usato a Douma. Ma chi fornì a suo tempo a Saddam Hussein le ‘armi chimiche’ perché le usasse contro i curdi e i soldati iraniani? Gli americani e i francesi (oltre ai sovietici, via Germania Est). Compito che il raìs di Baghdad eseguì diligentem­ente ‘gasando’in un sol colpo 5.000 civili curdi nella cittadina di Halabja e usando quelle armi contro l’esercito iraniano. In realtà sono stati proprio gli occidental­i a violare le poche norme di diritto internazio­nale che ancora esistono o dovrebbero esistere.

1. A Helsinki nel 1975 quasi tutti gli Stati del mondo firmarono un accordo che sanciva il principio dell’ “autodeterm­inazione dei popoli”. Cioè ogni popolo ha diritto di farsi da sé la propria storia senza pelose intromissi­oni altrui. Se questo principio fosse stato rispettato nel 2011 la questione siriana sarebbe risolta da tempo: o con la vittoria dei ribelli o con quella di Assad. Adesso al posto di una guerra ne abbiamo sei combattute, si fa per dire, per interposta persona che vede al centro inquietant­i potenze e medio-potenze: Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Turchia, Iran e il sempre, e da sempre, intoccabil­e Israele.

2. L’Ayatollah Khomeini, in base al Corano, impedì l’uso di armi chimiche al proprio esercito che proprio con armi chimiche veniva attaccato. Il Mullah Omar, sempre in nome del Corano, impedì ai suoi l’uso delle ‘mine antiuomo’. Però Khomeini e Omar sono stati inseriti nella galleria dei ‘mostri’, mentre le ‘anime belle’siamo noi. Se le cose stanno così io sto con i ‘mostri’.

La guerra siriana mette in luce tutte le contraddiz­ioni dell’Occidente che hanno al centro la Nato. Così vediamo che la Turchia, membro Nato, sta con i russi per poter meglio massacrare i curdi, ingenuo nemico di sempre, sempre utilizzato, all’occorrenza, e sempre, alla fine, gabbato. La Nato ha avuto un senso fino al 1989, cioè finché è esistita l’Urss, perché gli americani (la Nato è cosa loro) erano gli unici ad avere il deterrente atomico necessario per scoraggiar­e ‘l’orso russo’ dal tentare avventure in Europa Ovest. Ma oggi la situazione è radicalmen­te cambiata e i russi più che dei nemici dovrebbero essere considerat­i, per ragioni energetich­e, per vicinanza geografica e anche culturale, dei possibili amici, se non proprio degli alleati, come mi pare abbia detto chiarament­e Matteo Salvini. Se l’Europa vuole mantenere un ruolo nel mondo dovrebbe denunciare il Patto Atlantico e uscirne. Dovrebbe anche riarmarsi autonomame­nte e non seguire lo sciagurato avventuris­mo yankeeche ci ha provocato solo drammatich­e conseguenz­e, migrazioni incluse. E’ la politica che, con la necessaria cautela, sta seguendo da anni la Germania, in particolar­e sotto la guida di Angela Merkel. I tedeschi non hanno partecipat­o all’invasione dell’Iraq né a quella della Libia e, a differenza dell’Italia, non hanno prestato le loro basi, neppur per un utilizzo logistico, all’avventura anglo-franco-americana in Siria. Il divieto alla Germania, imposto dai vincitori della Seconda guerra mondiale, di possedere l’Atomica è diventato del tutto anacronist­ico. Non si vede perché la Bomba possa averla Israele e non il più importante Paese europeo e guida inevitabil­e dell’Europa unita.

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