Toni più morbidi e voci sparite Addio al programma Rousseau
Il testo votato dagli iscritti “ripulito”
Le parole sono importanti, strillava Nanni Moretti in Palombella Rossa. Quelle dei programmi elettorali del Movimento 5 Stelle sono cambiate sensibilmente nel tempo. Sono stati modificati nella forma e talvolta nei contenuti: i documenti che si trovano ora sul “blog delle stelle” sono diversi da quelli votati dagli iscritti su Rousseau, la piattaforma con cui M5S mette in pratica la sua idea di democrazia diretta.
Il Foglio– il giornale che ha scoperto queste modifiche – ha scritto che è “una truffa”. I 5Stelle replicano così: “La vera truffa è proprio l’articolo (...). Il programma definitivo è stato pubblicato il 21 febbraio 2018 (...), le versioni precedenti a quelle definitive, pubblicate il 21 febbraio 2018, erano chiaramente versioni provvisorie, sviluppate all’interno di gruppi di lavoro ad aprile dello scorso anno e che poi sono state oggetto di ulteriori modifiche (...) fino alla stesura definitiva”.
La verità, banalmente, è nel mezzo. Il programma elettorale dei 5 Stelle è stato depositato da Luigi Di Maio presso il ministero dell’Interno il 18 gennaio 2018. È una versione semplificata e snellita di quello sul blog, riassunto in 20 punti (dal reddito di cittadinanza al superamento della legge Fornero e della Buona Scuola). È quello l’atto ufficiale presentato dal capo dei 5Stelle agli elettori: non sono stati “truffati”.
Però c’è un dato sostanziale: la maggior parte dei documenti programmatici dei 5Stelle sono cambiati nel tempo. Non come scrive Il Foglio dopo il 4 marzo, ma prima. La versione provvisoria del programma è quella uscita da Rousseau, ogni singola voce (Esteri, Lavoro, Giustizia, ecc.) è stata votata nel corso del 2017. Ma poi – e lo ammettono gli stessi 5Stelle – sono state “oggetto di ulteriori modifiche”. Secondo i grillini, “piccole modifiche di forma”. Non è sempre così.
ESTERI. Il vecchio programma “parziale” era uscito da Rousseau il 13 aprile 2017, risultato di 69.891 voti da parte di 23.481 iscritti certificati. Si leggeva: “Sottoporremo al Parlamento il disimpegno dell’Italia da tutte le missioni militari della Nato”. Questo passaggio è stato molto mitigato. Ora si legge: “Il Movimento 5 Stelle sostiene l’adeguamento dell’Alleanza Atlantica al nuovo contesto multilaterale, contemplando un inquadramento delle sue attività in un’ottica esclusivamente difensiva”. Nel tempo è scomparso un passaggio durissimo sulla Siria (molto lontano dal nuovo Di Maio filo atlantista): “I nostri governi – si leggeva – hanno distrutto intere popolazioni, come quella siriana, seguendo l’interventismo occidentale della Nato, cui l’Italia ha colpevolmente prestato il fianco rompendo le relazioni diplomatiche con Damasco”. Sull’euro prima c’era scritto: “Siamo succubi di una moneta unica che rappresenta solamente un vincolo di cambi fissi tra economie troppo diverse”. Parole scomparse. La Russia veniva definita “un partner commerciale, economico, culturale e storico imprescindibile per il futuro dell’Europa e dell’Italia”. Ora è semplicemente “un partner strategico fondamentale”.
LAVORO. Il testo che era stato votato da 24.050 iscritti è stato stravolto. È scomparsa l’iniziativa di tagliare i “privilegi dei sindacati” insieme alla voce “più democrazia sul posto di lavoro”, nella quale si ipotizzava il modello di “co-gestione alla tedesca”. Sparita soprattutto la proposta di “ridurre l’orario di lavoro al di sotto delle 40 ore settimanali”.
IMMIGRAZIONE. Il programma è stato riscritto, anche se i contenuti di fondo restano gli stessi. Cambiano specie le “premesse” sul ricollocamento dei richiedenti asilo. Nella vecchia versione si leggeva: “L’Italia non è il campo profughi d’Europa. Il nostro Paese è diventato una trappola per tutti i migranti che cercano di raggiungere i parenti sparsi per l’Europa”. Parole sparite.
SCUOLA. È stata cancellata la voce dedicata all’“inclusione”: disabilità e didattica di sostegno.
SICUREZZA. Scompare il capitolo cybersicurezza. La proposta era di disciplinare “forme di cooperazione tra pubblico e privato nello scambio di dati informatici” e incentivare “misure di defiscalizzazione per le aziende che investono sulla s i cu r e zz a ”. Nel nuovo programma c’è solo un generico impegno a investire sulla cybersecurity.
PAREGGIO DI BILANCIO. Il vecchio programma era perentorio: “Va subito abolito l’obbligo costituzionale del pareggio di bilancio”. Ora la linea è assai più morbida: “Siamo del parere che debba essere il Parlamento italiano a decidere quanto tagliare e quando è il caso d’investire per lo sviluppo, anche ricorrendo al deficit”.
Ha collaborato Daniele Erler
Svolta moderata Scompaiono l’attacco all’euro e la condanna “dell’interventismo della Nato” in Siria