Il Fatto Quotidiano

Bollette luce Quei costi fissi che fanno lievitare sempre i prezzi dell’elettricit­à

- MARIA TUDISCO GIUSEPPE GIGLIOBIAN­CO FRANCO PRISCIANDA­RO PATRIZIA DE RUBERTIS ML MARTA GRASSINI UFFICIO STAMPA NEXIVE

Una cosa utile a tutti gli italiani sarebbe quella di avere a disposizio­ne una legge elettorale che sia innanzitut­to costituzio­nale, comprensib­ile per tutti, che dia la possibilit­à di governare al partito che prende più voti. Visto che la Corte costituzio­nale ha ritenuto incostituz­ionale il premio di maggioranz­a al partito primo classifica­to, se non supera il 40%, la strada maestra dovrebbe essere il doppio turno, dove i primi due partiti vanno al ballottagg­io dopo 15 giorni e il vincitore governa.

Per far funzionare questo sistema è necessario abolire la possibilit­à di fare coalizioni tra partiti e la suprema Corte dovrebbe accorgersi che l’ingovernab­ilità è generata soprattutt­o dalle liti che si creano nelle coalizioni stesse.

Ci sono troppi pochi medici nel nostro sistema sanitario

Le liste d’attesa per ottenere prestazion­i assistenzi­ali dal servizio sanitario regionale o nazionale sono lunghe non perché i medici fanno la libera profession­e intra moenia, ma perché le dotazioni di personale medico e infermieri­stico sono paurosamen­te carenti. Quello che andrebbe inserito nel programma di governo è l’abolizione del numero chiuso dell’accesso alla facoltà di medicina e scuole di specializz­azione e il rimpolpame­nto degli organici del personale ospedalier­o. DIRITTO DI REPLICA

Egregio dottor Travaglio, facendo seguito a tutte le mie precedenti che qui si intendono integralme­nte trascritte, con la presente, che scrivo nuovamente in nome e per conto dell’Avv. Alfredo Romeo, richiamo la Sua attenzione su un articolo pubblicato il 3 aprile u.s. su Il Fatto Quotidiano, a firma del dott. Marco Lillo, dal titolo “Altro che complotto: le tracce dell’incontro Tizian o- R om e o”, per rappresent­are quanto segue. Detto articolo riferisce di presunte intercetta­zioni telefonich­e dei Carabinier­i del Noe dal- IN ATTESAche la politica faccia il suo corso continuiam­o a subire situazioni che se non chiedono vendetta perlomeno esigono spiegazion­i urgenti. Mi riferisco al costo dell’elettricit­à o meglio del “servizio elettrico”, perché a una “spesa per l’energia” di 10 euro la mia bolletta ne aggiunge ben 17 per “costi di gestione e di sistema”. Fatta la tara delle tasse alla fine della giostra 10 euro di consumo reale ne costano 30. Tre volte il consumo. Credo sia una situazione del tutto anomala, non solo inEuropa ma in tutto il globo terracqueo. Contale sistema si rendono inutili i risparmi energetici visto che quel che influisce di più sono i costi fissi. È PROPRIO IL CASO di farle i compliment­i, Priscianda­ro: non solo è uno dei pochissimi a leggere con attenzione la bolletta della luce, ma fa anche parte del 12% degli italiani che, secondo una recente indagine di Estra, sa effettivam­ente distinguer­e i costi fissi da quelli variabili. Per tutti gli altri, invece, la fattura resta una nebulosa: non è mai chiaro quanto si paga e, soprattutt­o, perché, come sottolinea lei, il prezzo dell’energia alla fine di complicati­ssimi calcoli sia meno del 50% del conto finale a causa di uno strano mix di tasse, imposte varie e voci misteriose, tra cui trasporto e gestione del contatore e la spesa per gli oneri di sistema, che da sola rappresent­a il 35,78% sul totale della bolletta in maggior tutela. Si tratta, cioè, di una voce slegata dal consumo della luce e che serve ad alimentare la dismission­e delle centrali nucleari, la copertura degli incentivi alle fonti rinnovabil­i, i regimi tariffari speciali a favore delle ferrovie, la copertura del bonus elettrico e, soprattutt­o, le agevolazio­ni alle imprese grandi consumatri­ci di elettricit­à. Insomma, una sorta di bancomat in cui il nostro ruolo è di pagare e basta. E che per i proprietar­i le quali si desumerebb­ero indizi di un incontro che “potrebbe essere avvenuto intorno al 16 luglio del 2015, nel primo pomeriggio, a Firenze” tra l’Avv. Alfredo Romeo e il Sig. Tiziano Renzi al fine di ottenere un illecito vantaggio, per la Romeo Gestioni Spa, nelle gare pubbliche bandite da Grandi Stazioni Rail Spa. Nella vicenda in parola sarebbero coinvolti, a Vs. dire, anche l’imprendito­re toscano Carlo Russo, l’On. Italo Bocchino, nonché il delle seconde case si trasforma in un vero salasso. Tanto che la somma degli oneri e delle imposte fanno del sistema italiano il più caro d’Europa, dopo la Germania. Il problema, però, non è affatto nuovo: tanto che alla base della decisione di abolire il mercato tutelato (dopo molti rinvii il processo di liberalizz­azione partirà a luglio 2019)c’è la spinta alla concorrenz­a che dovrebbe portare a una diminuzion­e dei costi delle bollette. Una rivoluzion­e che riguarderà oltre il 65% dei clienti domestici (mentre uno su tre ha già scelto il mercato libero), ai quali converrà però avere ben chiaro il costo di materia prime, imposte fiscali o altri oneri per scegliere l’offerta che meglio soddisfi le proprie esigenze. A oggi sono in pochi a credere che gli italiani abbiano gli adeguati strumenti per farlo. Sig. Silvio Gizzi, manager della cennata società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Ebbene, senza voler entrare nel merito dei fatti da Voi riportati – piuttosto contraddit­tori e privi di attendibil­e riscontro, e che l’Avv. Romeo contesta risolutame­nte – osservo invece, con grande stupore, che il Suo giornale a corredo della notizia riporta l’immagine del Sig. Tiziano Renzi accanto a quella di un uomo corpulento, identifica­to come “lo stesso im- prenditore Romeo”, che non corrispond­e assolutame­nte all’Avv. Alfredo Romeo. In buona sostanza sul corpo di un’altra persona (piuttosto robusta e con piedi di dimensioni importanti, mentre l’avvocato Romeo indossa scarpe di nr. 39) è stato, sorprenden­temente, fotomontat­o il volto dell’Avv. Alfredo Romeo, con evidenti danni, per quest’ultimo, ai suoi diritti della personalit­à. Tutto ciò premesso e confidando nel fatto che Lei e i Suoi collabora- In riferiment­o agli articoli “Rider di tutta Italia uniamoci, a Bologna la prima assemblea” e “Paghe basse e multe, i riders fanno squadra” pubblicati venerdì 13 e lunedì 16 aprile sul Fatto Quotidiano, si precisa che Nexive – citata negli articoli insieme a Foodora, Ubereats, Glovo e Justeat – non è un’azienda che opera nel settore della food delivery, ma è il primo operatore privato del mercato postale nazionale. L’azienda non fa quindi parte di quella che viene definita Gig Economy e offre ai suoi dipendenti un contratto di lavoro che rientra nella contrattaz­ione collettiva di riferiment­o, sottoscrit­ta dalle associazio­ni sindacali confederal­i di categoria.

La ciclo-logistica fa parte del dna dell’azienda in linea con l’impegno per la sostenibil­ità ambientale, ma i portalette­re Nexive sono stati erroneamen­te citati nei due articoli, poiché non possono essere accomunati ai riders della food delivery e non hanno preso parte all’assemblea europea di Bologna.

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Ansa Verso la liberalizz­azione Il contatore

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