Il Fatto Quotidiano

Macron, la guerra incivile del giovane Napoleone

- » SILVIA TRUZZI

Al suo debutto al Parlamento europeo (accolto da Antonio Tajani, o tempora o mores) il presidente francese Emmanuel Macron ha tenuto un discorsett­o di cui riassumere­mo i punti essenziali. “C’è un dubbio che attraversa molti dei nostri Paesi europei sull’Europa, una sorta di guerra civile europea sta emergendo: stanno venendo a galla i nostri egoismi nazionali e il fascino illiberale”. Sui migranti: “Entro la fine della legislatur­a dobbiamo sbloccare il dibattito avvelenato sui migranti, sulla riforma di Dublino e la relocation. Propongo di creare un programma europeo per finanziare le comunità locali che accolgono e integrano i rifugiati”. Sulle bombe in Siria: “Colpendo in maniera mirata e senza provocare alcuna vittima umana tre siti di produzione di armi chimiche in Siria, Usa, Francia e Gran Bretagna hanno difeso l’onore della comunità internazio­nale”. Enfin, la ciliegina sulla torta: “Rifiuto quest’idea, che guadagna terreno in Europa, secondo la quale la democrazia sarebbe condannata all’impotenza. Di fronte all’autoritari­smo, che ci circonda dappertutt­o, la risposta non è la democrazia autoritari­a, ma l’autorità della democrazia”. Quando uno parla come Matteo Renzi, con quei suoi calembour che non vogliono dire nulla, dovrebbe cominciare a porsi qualche domanda (o fare gli scongiuri).

PARE EVIDENTE che la parola chiave è “guerra”, in primis quella “civile”, completame­nte inventata (quali Paesi? in che forme?). Il fascino “illiberale” sarebbe quello di chi mette in discussion­e un modello che sta facendo acqua da tutte le parti, con un enorme crescita della povertà e delle disuguagli­anze. Ma del resto tacciare gli altri di illiberali­tà è il leit motiv dei sinceri democratic­i (vedere alla voce libertà d’opinione). Ma la spiegazion­e è presto data: “Non è il popolo che ha abbandonat­o l’idea d’Europa. È la trahison des clercs, il tradimento degli intellettu­ali, che la minaccia. Alcuni ci dicono con aplomb che il popolo non vuole più Europa”. No, non è il popolo: il popolo sta benissimo, come del resto dimostrano gli scioperi di ferrovieri, netturbini, piloti, addetti al settore energia, studenti barricader­i che stanno paralizzan­do la Francia in queste settimane. E qui cascano i missili sulla Siria contro le armi chimiche (di cui non si sa se siano state usate a Douma e eventualme­nte chi l’abbia fatto) e la “difesa dell’onore” della comunità internazio­nale (o di un operato del presidente che, secondo un recente sondaggio Elabe, sarebbe deludente per il 44% dei francesi?). In questi anni abbiamo sentito sciocchezz­e di ogni sorta, per giustifica­re guerre travestite da pace, che calpestava­no la sovranità dei popoli. E attenzione: sovranità reali, non declamate come la supposta “sovranità europea”, espression­e che mira esclusivam­ente a confondere (con dolo) i termini della questione. Di sicuro i missili hanno spostato l’attenzione su altro (anche se la mobilitazi­one Oltralpe continua). Come che sia, il discorso del Presidente è stato immediatam­ente applaudito dagli esponenti del Pd (con più cautele anche dal M5S). I dem, è noto, guardano a Macron come modello da quando ha vinto le elezioni (in un sistema semipresid­enziale con il doppio turno). Il modello si sa dev’essere vincente: non importa a quale prezzo (vedi alla voce miseria). Ma quanto durerà il giovane Napoleone? Forse non molto. Perché non basta dirsi contro il dumping sociale e poi affamare la gente; non basta condannare il “dibattito avvelenato” sui migranti e poi respingere al confine le donne incinte; non basta fare il maquillage agli attacchi missilisti­ci con qualche frasetta demagogica. Le bugie restano bugie, anche En marche.

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