Di Maio: “Pietra tombale su FI” E Salvini sta zitto
Dopo la sentenza di Palermo il M5S sbarra la porta a Berlusconi: “Pietra tombale”
Contrordine cittadini, il Nemico è ancora nemico. Perché nel giorno in cui 5Stelle e Lega si riavvicinano, e parecchio, su tutto piomba la sentenza di Palermo. Ovvero uno spartiacque, “una pietra tombale” secondo i grillini tutti. Sufficiente per spazzare via una volta per sempre la grande tentazione per il candidato premier a 5Stelle: quella di accettare l’appoggio esterno di Silvio Berlusconi, a cui Luigi Di Maio aveva assicurato per giorni che con lui il problema “era politico, non personale”.
LA PIOGGIA di condanne, che tocca anche il co-fondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, ha cancellato ogni possibile stratagemma: dall’appoggio esterno di Forza Italia a un governo tra Lega e M5S, fino a ministri più o meno d’area forzista infilati nell’esecutivo, altra ipotesi di cui si era ragionato. “Con le condanne di oggi muore definitivamente la Seconda Repubblica” twitta Di Maio a decisione ancora calda. Ed è già un’altra fase, rispetto al difficile giovedì in cui il capo politico aveva ammesso di essere stato disponibile ad accettare il sostegno esterno di Fi e Fratelli d’Italia, facendo infuriare la base e parecchi parlamentari, anche di rango.
Ma da ieri tutto è cambiato, e un dimaiano doc come Riccardo Fraccaro scandisce: “La sentenza politicamente è una pietra tombale sull’ex Cavaliere, ora Salvini decida”. Ovvero tocca al leghista che sembra sempre sul punto di rompere con il Caimano, e invece no. Ma che per i 5Stelle rimane sempre il primo forno, per formare un governo. Quel Salvini che ieri si è sentito più volte, da mattina a sera, con Di Maio. E a cui il M5S chiede di rompere con Berlusconi, in fretta, “perché è un mese che arrivano segnali, ma ora servono fatti concreti”. Adesso più che mai, dopo la decisione del tribunale siciliano. Però Salvini ancora non strappa. E dopo la sentenza rimane zitto. Neanche un fiato, da lui e da tutto il Carroccio: una linea decisa dal segretario, che dimostra l’i mbaraz zo. Però per buona parte della giornata Salvini se le dà a distanza con un Berlusconi loquace e furibondo, che prima della sentenza dal Molise evoca un sostegno “da gruppi misti ed esponenti dem” a un governo del centrodestra. E Salvini la prende male: “Piuttosto che riportare al governo il Pd faccio tre passi in avanti io, chi guarda a sinistra si tira fuori dalla coalizione”. Parole che evocano uno strappo prossimo venturo. Invece per il capo del M5S il leghista ha parole di miele: “Con i 5Stelle proverò fino in fondo, con Di Maio mi sono messaggiato padiglione per padiglione”. E in effetti lo scambio di sms è fitto, con il segretario della Lega che invita il grillino a tenere ancora apertissima la trattativa. Nel frattempo però Berlusconi entra a gamba tesa: “Nella mia azienda i 5Stelle li manderei a fare i fattorini ed a pulire i cessi, un esecutivo con loro è impossibile”. Sillabe per minare il dialogo tra Carroccio e Movimento. Ma Di Maio sfrutta l’occasione. Copia l’agenzia con l’attacco del Caimano, e la invia tramite WhatsApp a Salvini. “Come si può fare un governo con uno così?” gli scrive in sostanza il capo del Movim ento. Poco dopo, arriva la sentenza. E Di Maio e i suoi urlano ovunque che con Fi è finita e Salvini deve decidersi a strappare. Lui però tace. Mentre Berlusconi ritrova toni istituzionali, e ribadisce che “il centrodestra è unito”.
Un’altalena di mosse e contromosse che irrita il Quirinale. Dove ora si pensa a un incarico esplorativo, da assegnare lunedì al presidente della Camera Roberto Fico, il grillino con il cuore a sinistra. E con lui tornerebbe in gioco l’altro forno, il Pd. Dal Movimento ostentano tranquillità: “Per noi un mandato a Roberto va benissimo, è un uomo leale e in linea con noi”.
TRADOTTO, non lavorerà contro un successivo pre-incarico a Di Maio per Palazzo Chigi. Ipotesi a cui ieri sera molti nel M5S credevano. Però prima potrebbe arrivare l’esplorazione di Fico. E i 5Stelle si augurano che nel suo giro di consultazioni possa tenere dentro sia la Lega che il Pd. Ergo, l’ultimatum dato da Di Maio a Salvini (“ci risponda entro dome- nica”, ossia domani) pare dilatarsi. Intanto in serata Di Maio e Di Battista si ritrovano su un palco a Campobasso, nel Molise dove domani si vota. Berlusconi parla in contemporanea, a pochi metri di distanza. Ma Di Battista lo snobba: “Non lo commentiamo, voliamo alto: certo, lui è nervosetto...”. Mentre Di Maio confessa: “Con che faccia sarei venuto qui dicendo che ho fatto l’accordo con Silvio Berlusconi dopo tutto quello che è successo a Palermo?”. Ed è l’ammissione di un errore: sfiorato.
“A pulire i cessi” B. insulta i grillini E il capo M5S scrive al leghista: “Come si governa con uno così?”
MATTEO SALVINI
Piuttosto che riportare al governo il Pd faccio tre passi in avanti io, chi guarda a sinistra si tira fuori dalla coalizione
LUIGI DI MAIO
Con quale faccia sarei venuto in questa piazza dicendo che ho fatto l’accordo con Silvio Berlusconi dopo tutto quello che è successo a Palermo?