Tap, battaglia per gli ulivi Sequestrato un cantiere
Sigilli nell’area dei 448 alberi espiantati per far posto all’approdo del gasdotto
Ancora un intoppo per il gasdotto che arriverà in Puglia dall’Azerbaijan. Si aggiunge un altro filone di indagine da parte della magistratura leccese. Una modifica del progetto, presentata a marzo dal consorzio Trans Adriatic Pipeline e autorizzata dal ministero dello Sviluppo Economico, è finita sotto inchiesta. Si indaga sul mancato rispetto del vincolo paesaggistico. Il procuratore capo Leonardo Leone De Castris e il pm Valeria Farina Valaori hanno ordinato il sequestro probatorio di uno dei cantieri di Tap, noto come “Le Paesane”, dove nei giorni scorsi sono stati espiantati 448 ulivi.
NELLA NOTTE tra giovedì e venerdì i carabinieri del Noe e della Forestale hanno messo i sigilli al cantiere. “Si tratta di un sequestro probatorio non di un sequestro preventivo”, fa sapere il senior media manager di Tap, Luigi Quaranta, esprimendo assoluta fiducia nella magistratura. “Abbiamo tutte le autorizzazioni necessarie”, assicura. Intanto il sindaco di Melendugno (Lecce), Marco Potì, nei giorni scorsi ha diffidato il ministero dell’Ambiente, il ministero dello Sviluppo Economico e Tap richiedendo di non procedere all’espianto degli ulivi. A suo avviso, sarebbe stata violata la prescrizione A29, una delle 66 stabilite in sede di Valutazione di Impatto Ambientale per autorizzare il progetto Tap. A richiedere l’intervento della magistratura sono stati i parlamentari del M5S Diego De Lorenzis, Leonardo Donno e Daniela Donno con un esposto in cui denunciano che l’espianto poteva avvenire solo da dicembre a febbraio e le recinzioni costruite sarebbero abusive. Tap dalla sua ha l’autorizzazione rilasciata dalla dirigente del ministero dello Sviluppo Economico, Liliana Panei. L’area del cantiere, però, risulta soggetta a vincolo paesaggistico, come accertato in una nota dalla Forestale di Lecce durante un sopralluogo prima dei sigilli. Si tratta di una zona soggetta a “un vincolo di notevole interesse pubblico”, scrivono i magistrati. Esisterebbe dunque “un vincolo assoluto di indisponibilità” dell’area e il Comune di Melendugno non ha mai rilasciato il nullaosta paesaggistico.
“Queste criticità sono già emerse durante gli espianti iniziati a marzo 2017 e terminati la notte del 3 luglio, quando 88 persone sono state multate per aver impedito il passaggio degli ulivi”, denuncia Graziano Petrachi, il cittadino di Melendugno che ha vinto il ricorso al Tar ottenendo dal Ministero le carte sul gasdotto e che, ad agosto, ha presentato un esposto. Ora spera che venga vagliato nuovamente dalla magistratura.
IL CLIMA resta teso in Salento. Melendugno è militarizzata da mesi. Solo qualche setti- mana fa è stato arrestato uno degli attivisti, ripreso dalla Questura con delle pietre nel giubbotto. Si contano feriti tra gli agenti, ma anche tra cittadini incensurati. La protesta comunque non si ferma. Sabato scorso anche da Melendugno sono partiti in tanti per raggiungere Sulmona, in Abruzzo, dove in migliaia hanno ribadito il proprio dissenso contro la realizzazione del gasdotto che dal Salento attraverserà l’Italia per raggiungere l’Europa e consentire a Snam di vendere il gas. Nel frattempo in Salento si attende l’incidente probatorio stabilito in un’altra indagine su Tap, sulla sicurezza dell’impianto che sorgerà a Melendugno (Lecce) a poche centinaia di metri dalle abitazioni. Quell’impianto su cui, circa un anno fa, uno dei maggiori esperti di ingegneria nazionale, Umberto Ghezzi, scrisse denunciando: “Rischi estremamente rilevanti, esplosioni, incendi”. La superperizia chiarirà se sono state aggirate o meno le norme sulla sicurezza, inizialmente obbligatorie. Nel frattempo Tap continua i lavori nell’altro cantiere. Ma i sigilli hanno riacceso la speranza tra i cittadini. “Grande vittoria”, hanno commentato in tanti.
Proteste e indagini Cresce la tensione, ora la Procura contesta la violazione dei vincoli paesaggistici