“Putin non è lo zar” Record di fermati tra Navalny & C.
Retate in tutto il paese Alla vigilia dell’insediamento del presidente proteste in 90 città. Ancora un volta al fresco il capo dell’opposizione
LDue minuti e nemmeno una parola. Ieri a piazza Puskin, alla protesta che il governo non aveva autorizzato, Aleksej Navalny è arrivato, ha fatto dieci passi tra la folla a bocca chiusa. Poi è stato subito sollevato braccia e gambe dalle divise, per sparire nel ventre di un blindato con i “cosmonauti”, come i moscoviti chiamano la polizia bardata di elmi e divise antisommossa.
“Devono tener conto dei milioni di cittadini che non hanno votato per Putin”. Dopo l’appello su internet lanciato dal blogger anticorruzione, in migliaia sono arrivati nel centro della Capitale urlando in coro: “on nam ne zar”. Lui non è il nostro zar. L'eco dello stesso slogan contro il presidente si è sentito sui boulevard di Pietroburgo fino a Krasnodarsk. Il 7 maggio Putin giurerà da presidente per la quarta volta e queste manifestazioni si sono ripetute all’alba di ogni suo insediamento, ma nel 2018 la protesta anti-governativa sfida una percentuale elettorale stellare: 77% di preferenze, 56 milioni di voti e la storia russa stessa. Da lunedì solo Stalin sarà stato al potere più a lungo di Putin.
Secondo Ovd info, ong che monitora le detenzioni degli attivisti, ieri 592 persone sono state arrestate a Mosca, 1230 in 90 città della Federazione, da Krasnoyarsk a Novokuznetsk. A Mosca a schierarsi di fronte alla colonna degli attivisti anticorruzione che urlavano “pozor, Putin vor”, vergogna, Putin è un ladro, sono arrivati i cosacchi, poi i sostenitori del presidente, poi i patrioti, tricolore in mano e nastro di San Giorgio al braccio, ad urlare più f or t e :“rodina, svoboda, Putin”. Patria, libertà, Putin. È stato allora che sopra la testa di bronzo della statua di Aleksandr Puskin, sopra i caschi blu degli cosmonauti e i colbacchi dei cosacchi, il rombo delle eliche degli elicotteri che volavano bassissimi ha cancellato tutto: le urla di quelli in piazza contro “l’autocrate cor- liberasty, Maidan ne proidet”, svabodny ljudi”,
Una fila di omon, unità speciali della polizia, è stata dispiegata come una barricata umana per dividere le due Russie faccia a faccia nella stessa piazza. Al primo buio poi si sono date le spalle, per sparire entrambe nelle stesse luci del sabato sera della città.
Visioni opposte
Sotto accusa i metodi della polizia, spalleggiati dai fan del leader del Cremlino