Il Fatto Quotidiano

Pietre e petrolio: la Basilicata divisa dalla linea d’odio

- » FE. SA.

LA RICHIESTA era più o meno questa: sindaco Bucci, chi ha autorizzat­o un consiglier­e comunale a commemorar­e i caduti di Salò con il Tricolore?

“Io a questa domanda non rispondo”. Marco Bucci, primo cittadino di Genova, annaspa. Ostenta sicurezza e piglio da manager, ma non sa che pesci pigliare. “Non sono don Abbondio”, cerca di difendersi. Ma davanti al consiglio comunale e ai cronisti preferisce il dribbling, arte in cui pare sempre più portato: “Io ho altre priorità. Diciamo che quella (le commemoraz­ioni dei fascisti, ndr) è la due o la tre. È una questione formale. Io mi occupo solo della priorità uno: la città”. Nessuna vera sconfessio­ne dell’episodio contestato: “La fascia tricolore forse è stata fuori luogo. Se qualcuno si è sentito offeso me ne scuso, ma io lavoro per unire”. L’opposizion­e abbandona il consiglio. Una parte del pubblico canta Bella Ciao. Applausi a scena aperta invece dai banchi di centrodest­ra e da sostenitor­i dell’estrema destra presenti in aula. Non pochi.

Bucci non risponde alle domande di opposizion­e e cronisti. Non dice chi ha autorizzat­o l’uso della fascia. Di una sola cosa gradisce parlare: “Io sono quello che ha portato l’Euroflora nei parchi della città”. Di fascisti non si può chiedere. Di fiori sì.

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