La pazza idea dem: prorogare i vertici della Rai
PauraMaggioni, Orfeo & C. scadono a fine giugno: se si vota a ottobre i nuovi li sceglieranno M5S e Lega
IlPd
pensa a una proroga per Mario Orfeo, Monica Maggioni e l’intero Cda Rai almeno per altri sei mesi. Fino al 31 dicembre 2018. Così da avere una tv pubblica “dalla propria parte”, e comunque “non ostile”, in vista di nuove elezioni. Perché il rischio – racconta una fonte dal Nazareno – “è che rinnovando i vertici adesso, Lega e M5S replichino sulla Rai quello che si è visto per le presidenze e i vertici delle Camere: facciano asse e si prendano tutto, lasciandoci le briciole”.
SONO GIORNATE strane quelle che si respirano a Viale Mazzini. Da un lato c’è aria di dismissioni: alle ultime riunioni del Cda (che scade il 30 giugno), come quella di lunedì per approvare il bilancio 2017 (chiuso con un utile di 14,3 milioni), c’è un clima da ultimi giorni di Pompei, con Mario Orfeo, Monica Maggioni e i consiglieri consapevoli di essere alle ultime battute. L’iter burocratico per il rinnovo del vertice, d’altronde, è già partito. Con la nuova legge i membri del prossimo Cda saranno 7: 4 nominati dal Parlamento, 2 dal governo su indicazione del Tesoro e uno votato tra i dipendenti. Sui siti di Camera e Senato c’è tempo fino al 31 maggio per inviare i curricula ( si candida anche Michele Santoro), poi si passerà al voto in aula. Iter avviato anche per la presentazione delle candidature interne. A questo punto, però, a Viale Mazzini si volge lo sguardo al di là del Tevere, sul colle del Quirinale. Perché se si andrà a votare a luglio, come chiedono M5S e Lega, la proroga dell’attuale vertice è sicura: con le Camere sciolte non si potrà procedere al rinnovo. Se invece si dovesse votare in autunno, l’attuale Parlamento e il governo in via di formazione potranno procedere alle nomine. Ed è questo che il Pd vuole evitare. Al Nazareno l’allarme rosso è scattato una settimana fa, quando Di Maio è intervenuto sulla Rai: “Sostituiremo molto presto i direttori grazie a una legge finalmente meritocratica. I tg avevano iniziato a trattarci con più rispetto, ma ora è ripresa l’offensiva contro di noi”, le parole del leader pentastellato. Contro cui si sono scagliati diversi esponenti dem, in primis Michele Anzaldi. “È passata una settimana e ancora non è arrivata alcuna retromarcia. Ecco il rispetto che il leader dei 5 Stelle ha per il pluralismo el’ indipendenza dell’ informazione ”, ha detto ieri Anz al di,t ornando sull’argomento. Le paro ledi Di Mai o hanno avuto il merito di terrorizzare il Pd. “La macchina grillo-leghista sugli uffici di presidenza del Parlamento è stata implacabile. Se si rinnovano i vertici Rai a luglio, Di Maio e Salvini si prendono tutto: presidente, dg e maggioranza in Cda. E a quel punto andremo in campagna elettorale con la Rai contro”, è il ragionamento che si fa al Nazareno.
DA QUI L’IDEA di prorogare l’attuale vertice, giustificata con la difficoltà di procedere a nomine così importanti nel bel mezzo dello stallo politico-istituzionale. L’obiettivo è quello di tenere al timone Orfeo e Maggioni almeno fino a dicembre a garantire lo status quo. Non è un caso che la voce di un possibile rinvio sia iniziata a circolare anche in Viale Mazzini. In questo modo, il Pd potrebbe contare su un’informazione Rai ancora filo-renziana: un Tg1 governativo e “quirinalizio” e un Tg3 pro dem, lasciando a Salvini e Di Maio solo il Tg2. Per la proroga, però, occorre un decreto ad hoc del governo. E su questo, nell’esecutivo “del presidente”, sarà battaglia. Unica vera incognita, è Orfeo. Secondo il sito Dagospia, il dg avrebbe ricevuto un’importante offerta di direzione ( Repubblica?). Se va via lui, anche gli altri dovranno fare le valigie.