L’ora esatta in cui Regeni fu preso nella metro
Alla vigilia della visita dei pm romani al Cairo per analizzare i video e le celle telefoniche
Gli
11 minuti che spostano le lancette degli ultimi battiti di libertà di Giulio Regeni al Cairo. Si è sempre sostenuto che fossero le 19 e 41 del 25 gennaio 2016 quando Regeni e il suo cellulare escono dai radar dell’i nc hi es ta sul suo rapimento, sulle torture subìte e sull’assassinio. In realtà il tempo si allunga alle 19 e 52, un tempo in cui il nostro connazionale potrebbe aver coperto la maggior parte del percorso a bordo della metropolitana, dove, tra l’altro, la linea internet di cellulari e smartphone funziona abbastanza bene. Martedì la nostra Procura arriverà al Cairo per incontrare i colleghi egiziani, sicura di ricevere qualcosa di concreto, altrimenti non sarebbe neppure salita sulla scaletta dell’aereo.
PER CONCRETO SI INTENDEil contenuto delle telecamere interne della metropolitana cairota. Gli avvocati della famiglia Regeni, specie quelli dell'Ecrf, l’o rganizzazion e che la segue sul posto, hanno chiesto per oltre un anno le immagini al procuratore Nabil Sadek. Quando si pensava che del registrato non ci fosse più traccia, ecco l’annuncio dell’altroieri. I tecnici, esperti chiamati dalla Germania e dalla Russia, dovrebbero aver recuperato la registrazione di quei minuti, decisivi per la sorte dell’inchiesta. L’entourage dei Regeni ha alcune certezze: Giulio è entrato nella metro di el-Bahoos, quartiere di Doqqi, a meno di 300 passi da casa sua. Abbiamo percorso quel tratto sulle rotaie, calcolando i minuti trascorsi dalla chiusura delle porte fino a Naguib: poco meno di un quarto d'ora. Con ogni pro- babilità, dal profondo dei sotterranei Regeni è uscito già accompagnato dai suoi aguzzini che potrebbero averlo agganciato appena due passi fuori dal convoglio, magari, apparentemente, per un normale controllo documentale. Controllo, al contrario, finalizzato ad avvicinare l’obiettivo da far sparire. Se dal sistema di video sorveglianza interna della Cairo Metro emergesse che Giulio è uscito dalla stazione di Mohamed Naguib ( quella prece- dente di Sadat, in piazza Tahrir, la sera del 25 gennaio era chiusa per motivi di sicurezza in occasione del 5° anniversario della rivoluzione) con le sue gambe, le immagini servirebbero solo a spostare il momento e il luogo della sua sparizione. Un’eventualità difficile.
Chi conosce il Cairo sa che all’esterno di Mohamed Naguib c'è un enorme movimento di mezzi e di persone, siamo su una piazza molto frequentata e la strada verso Tahrir, Bab al-Louq o Talaat Harb è affollatissima, specie di sera. Impossibile che nessuno si sia accorto del prelievo di una persona in mezzo a così tanta gente.
Discordanze L’ultimo contatto del telefonino del ricercatore dalla fermata sotto la zona centrale della città