Il Fatto Quotidiano

L’ora esatta in cui Regeni fu preso nella metro

Alla vigilia della visita dei pm romani al Cairo per analizzare i video e le celle telefonich­e

- » PIERFRANCE­SCO CURZI

Gli

11 minuti che spostano le lancette degli ultimi battiti di libertà di Giulio Regeni al Cairo. Si è sempre sostenuto che fossero le 19 e 41 del 25 gennaio 2016 quando Regeni e il suo cellulare escono dai radar dell’i nc hi es ta sul suo rapimento, sulle torture subìte e sull’assassinio. In realtà il tempo si allunga alle 19 e 52, un tempo in cui il nostro connaziona­le potrebbe aver coperto la maggior parte del percorso a bordo della metropolit­ana, dove, tra l’altro, la linea internet di cellulari e smartphone funziona abbastanza bene. Martedì la nostra Procura arriverà al Cairo per incontrare i colleghi egiziani, sicura di ricevere qualcosa di concreto, altrimenti non sarebbe neppure salita sulla scaletta dell’aereo.

PER CONCRETO SI INTENDEil contenuto delle telecamere interne della metropolit­ana cairota. Gli avvocati della famiglia Regeni, specie quelli dell'Ecrf, l’o rganizzazi­on e che la segue sul posto, hanno chiesto per oltre un anno le immagini al procurator­e Nabil Sadek. Quando si pensava che del registrato non ci fosse più traccia, ecco l’annuncio dell’altroieri. I tecnici, esperti chiamati dalla Germania e dalla Russia, dovrebbero aver recuperato la registrazi­one di quei minuti, decisivi per la sorte dell’inchiesta. L’entourage dei Regeni ha alcune certezze: Giulio è entrato nella metro di el-Bahoos, quartiere di Doqqi, a meno di 300 passi da casa sua. Abbiamo percorso quel tratto sulle rotaie, calcolando i minuti trascorsi dalla chiusura delle porte fino a Naguib: poco meno di un quarto d'ora. Con ogni pro- babilità, dal profondo dei sotterrane­i Regeni è uscito già accompagna­to dai suoi aguzzini che potrebbero averlo agganciato appena due passi fuori dal convoglio, magari, apparentem­ente, per un normale controllo documental­e. Controllo, al contrario, finalizzat­o ad avvicinare l’obiettivo da far sparire. Se dal sistema di video sorveglian­za interna della Cairo Metro emergesse che Giulio è uscito dalla stazione di Mohamed Naguib ( quella prece- dente di Sadat, in piazza Tahrir, la sera del 25 gennaio era chiusa per motivi di sicurezza in occasione del 5° anniversar­io della rivoluzion­e) con le sue gambe, le immagini servirebbe­ro solo a spostare il momento e il luogo della sua sparizione. Un’eventualit­à difficile.

Chi conosce il Cairo sa che all’esterno di Mohamed Naguib c'è un enorme movimento di mezzi e di persone, siamo su una piazza molto frequentat­a e la strada verso Tahrir, Bab al-Louq o Talaat Harb è affollatis­sima, specie di sera. Impossibil­e che nessuno si sia accorto del prelievo di una persona in mezzo a così tanta gente.

Discordanz­e L’ultimo contatto del telefonino del ricercator­e dalla fermata sotto la zona centrale della città

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I genitori di Giulio Regeni in una delle tante iniziative per ottenere la verità sulla morte del figlio
Ansa Morte di Stato I genitori di Giulio Regeni in una delle tante iniziative per ottenere la verità sulla morte del figlio
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