Il Fatto Quotidiano

Nuovi leader L’incapacità di risolvere i problemi: oggi basta banalizzar­li

- OMERO MUZZU SILVANO LORENZON ANTONELLO CAPORALE MASSIMILIA­NO VALERIANI ASS. ALL’URBANISTIC­A REGIONE LAZIO LORENZO VENDEMIALE UFFICIO COMUNICAZI­ONE ROMEO GESTIONI SRL

Che bravi politici abbiamo in Italia, pensano al nostro Paese come se fosse un loro feudo da gestire a vita. Chi è stato trombato, dopo avere approvato una legge elettorale demenziale, accusa gli antagonist­i di maggioranz­a di non essere capaci di formare un nuovo governo, che sarebbe come infilare la cruna di un ago dopo che il buco è stato otturato. Chi ha lasciato passare la legge incostituz­ionale a discapito di una parte politica ora ci dice che urge un governo neutrale, con chi?

Per ora meglio il voto, con una nuova legge elettorale come si usa per i comuni o le regioni. DIRITTO DI REPLICA

La Regione Lazio è in prima fila nella tutela del paesaggio e del patrimonio ambientale: la definitiva approvazio­ne del Piano territoria­le paesaggist­ico regionale rappresent­a un aspetto prioritari­o del programma della nuova Amministra­zione regionale e non è compatibil­e con emendament­i finalizzat­i alla trasformaz­ione inopinata di “pezzi storici”, “monumenti”, “parchi archeolo gic i” e quanto altro rischia di “svendere il proprio territorio”. Il Ptpr del Lazio è il primo strumento che tutela, norma e valorizza il paesaggio dell’intero territorio regionale, a differenza di altre regioni: sarebbe quindi un controsens­o da una parte “pianificar­e il paesaggio in toto” e dall’altra produrre “codicilli occulti che svendono le aree”. Vorrei sottolinea­re che la Legge regionale n.2/2018 mira esclusivam­ente a fare salvi quei Piani di Assetto dei Parchi regionali già approvati dal Consiglio regionale e conformi pertanto allo stesso Ptpr, dovendone seguire le prescrizio­ni. Si evidenzia, al tempo stesso, che questa norma non incide sui beni paesaggist­ici imposti con decreti specifici (D.lgs 42/2004 “immobili ed aree di notevole interesse pubblico”) per i quali rimangono vigenti le prescrizio­ni e le tutele riportate nel decreto di vincolo e nel Ptpr adottato. SONO PASSATI QUARANT’ANNIdal crudele assassinio di Aldo Moro. Una figura politica di grande valore e un vero statista come, in quel tragico periodo storico della nostra Repubblica segnato dal terrorismo, lo sono stati Pertini, Berlinguer, La Malfa. Oggi, agli albori della Terza Repubblica, è avvilente verificare che i protagonis­ti sono Salvini, Di Maio, Renzi, sempre alla ribalta per i loro giochi nefandi e non certo per la qualità della loro politica.

È imbarazzan­te constatare nel loro agire l’assoluta mancanza di responsabi­lità civile e di etica istituzion­ale, per informazio­ni chiedere al presidente Mattarella: incapaci di qualsiasi analisi politica razionale, puntano esclusivam­ente a salvaguard­are il proprio ego smisurato. Certo, stiamo parlando di due epoche diverse, però il raffronto viene spontaneo, anche se il compito è arduo: non esiste alcuna correlazio­ne, troppo netto il divario intellettu­ale e culturale che contraddis­tingue i leader in questione.

La differenza che determina l’essere uno statista oppure un politicant­e qualunque, emerge con evidenza quando si fanno scelte coraggiose tralascian­do egoistici interessi di bottega, anche se ciò potrà comportare l’eventuale perdita di consenso elettorale. I veri statisti sono coloro che non decidono in base all’umore della piazza, ma vedono oltre e responsabi­lmente agiscono di conseguenz­a. Dove sono? IL GOVERNO È UN’ATTIVITÀ complessa per definizion­e, qualunque sia il livello in cui esso si esplica. La decisione, la scelta strategica, per essere adeguata deve essere ponderata. A me sembra che lo spirito del nostro La norma approvata dal Consiglio regionale, dunque, non ha invertito assolutame­nte “la gerarchia delle leggi di salvaguard­ia del territorio”. Per quanto riguarda “le mappe”, invece, viene previsto un aggiorname­nto della base cartografi­ca del Ptpr adottato (con riferiment­o alla Carta dell’uso del suolo).

Una revisione resa necessaria perchè la base cartografi­ca del Piano è risalente al volo del 1998, che non risulta più coerente con l’attuale stato dei luoghi. Questo aggiorname­nto tempo non dia più valore alla ponderazio­ne, che è l’analisi dei costi e dei benefici di ogni singola azione: è una corsa d’istinto a superare le barriere del difficile con un doppio salto.

Ci penserà qualcun altro se la caduta sarà rovinosa. Il nostro tempo appare più veloce di quel che era, e i leader attuali pensano di tenerlo a bada, di gestire cioè le loro decisioni o soltanto le loro opinioni, offrendo sempre una presa di posizione istantanea. Succede così che ogni problema invece che risolto venga banalizzat­o, estremizza­ndo le soluzioni e offrendole temerariam­ente come possibili e certe. non comporta modifiche ai paesaggi e ancor di più non legittima, né potrebbe mai farlo, interventi abusivi. Questa revisione, inoltre, non riguarda eventuali condoni e non interessa la Legge regionale sulla rigenerazi­one urbana, che consente interventi su immobili esistenti: nel caso specifico di quelli ricadenti in zone agricole, non prevede poi alcuna deroga a designazio­ni diverse da quelle consentite dalle leggi vigenti. La Regione Lazio, infine, concerta con il Mibact tutte le modifi- che al Ptpr attraverso un tavolo interistit­uzionale, previsto dall’Intesa sottoscrit­ta con lo stesso Ministero, che dopo aver chiesto delucidazi­oni in merito agli emendament­i legislativ­i introdotti con la Legge regionale n. 2/ 2018 ha ritenuto la legge corretta e non ha proposto nessuna impugnativ­a. Come riportato nell’articolo, il tavolo interistit­uzionale col ministero e altre prescri- Con riferiment­o all’articolo “La camorra al Cardarelli usava dipendenti di Romeo” pubblicato ieri dal Fatto Quotidiano, Romeo Gestioni precisa di aver vinto la gara per le pulizie nell’Ospedale Cardarelli nel 2014 e per legge, le società che subentrano ad altre in quel tipo di appalti devono assumere in toto il personale già operante, e quindi era obbligata ad assumere il personale della precedente ditta, la Florida.

Dal 2014 l’azienda ha fatto infinite operazioni di monitoragg­io e di controllo del proprio personale. E – ad oggi – non le è pervenuta alcuna informativ­a da parte dell’Au to ri tà Giudiziari­a che la mettesse in allerta o al corrente di pericoli di genere criminale sul suo personale. Pertanto è sorprenden­te, sospetto e gravissimo il tempismo con cui viene lanciata una notizia per chiamare in causa e nei titoli la Romeo Gestioni su fatti di cronaca che non la riguardano. A memoria generale, sottolinea che per propria prassi di corretta gestione, nello specifico caso d el l’appalto- Cardarelli, l’a z ie nd a ha effettuato nove esposti all’Autorità Giudiziari­a – tra ottobre 2014 e aprile 2016 – sui possibili rischi di infiltrazi­oni criminali, che sono stati tutti, senza distinzion­i, archiviati dalle stesse Autorità, tra cui Anac, Prefettura, Questura, Regione oltre al Cardarelli stesso, e oltre 400 provvedime­nti di contestazi­one disciplina­re interessan­ti circa 200 diversi dipendenti, che hanno dato luogo a 6 provvedime­nti di ammonizion­e, 134 applicazio­ni di multe, 60 provvedime­nti di sospension­e dal lavoro, 10 provvedime­nti di licenziame­nto, 6 trasferime­nti in altri cantieri.

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LaPresse Lo statista Nessuno oggi ha il carisma di Aldo Moro

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