Il Fatto Quotidiano

Di Maio ci crede poco e inizia il tour elettorale

Il M5S ostenta tranquilli­tà: “Il nuovo voto ci conviene, siamo già al 35 per cento”. Ma gli eletti sperano che B. inciampi nel voto di fiducia

- » LUCA DE CAROLIS

Gli alleati possibili prima o poi si uniranno. Ma dopo una giornata di trattative, finte e leggende metropolit­ane, il governo tra Lega e M5S si allontana, di nuovo.

PERCHÉ QUESTA VOLTA naufraga sulla smentita serale di Silvio Berlusconi, che nega il passo di lato. Ma dai piani alti del Movimento ostentano tranquilli­tà: “È la prova che Salvini è debole. Ma va benissimo, si torna al voto”. E marameo al leghista, che ieri mattina aveva chiamato Luigi Di Maio per assicurarg­li che c’era ancora margine per convincere Berlusconi all’appoggio esterno: “Abbiamo chiesto più tempo al Quirinale”. Però l’ex candidato premier a 5Stelle si è subito tirato fuori: “Risolvetel­a voi e Berlusconi se ci riuscite, io non voglio espormi”. Ergo, Di Maio non vuole più bruciarsi, perché al fuoco della partita per il governo si è già rosolato abbastanza. Però ci spera, nel miracolo. “Mi auguro che Salvini tolga i suoi voti dal freezer” dice in mattinata a Rtl. Dove ridendo parla di “relazione complicata” Con il segretario del Carroccio. La riprova che non c’è nessuna vera frattura con la Lega. Ma con i suoi Di Maio tiene la linea. “Ci pensassero loro ora - ripete - noi siamo già in campagna elettorale”. Per questo nel pomeriggio manda a tutti i 331 parlamenta­ri lo sc re en sh ot di un articolo dell’Huffington Post, in cui viene annunciata la prima tappa del suo nuovo tour, il 9 maggio a Parma. “Stando ai sondaggi le urne ci convengono” giurano dal M5S. E per dimostrarl­o fanno circolare stime in cui il Movimento è al 35 per cento, e Di Maio vincente in un ballottagg­io con Salvini (ma c’è anche Alessandro Di Battista in crescita)

Però i suoi parlamenta­ri pensano ad altro, a un accordo di governo sul filo di lana. E sperano nel possibile incidente: ovvero che un gruppo di forzisti, 20 o 30, voti la fiducia al governo tecnico sfornato dal Colle. Il pretesto che potrebbe permettere a Salvini di rompere con Forza Italia, facendo seguito al suo avvertimen­to di lunedì sera: “Mi auguro che Berlusconi mantenga la parola data”. Ossia che non voti la fiducia all’esecutivo “neutrale”. Nell’attesa, i grillini dentro la Camera parlano fitto con i forzisti, che in giornata assicurano: “Anche i familiari chiedono a Berlusconi un passo indietro”.

E OVVIAMENTE è un furoreggia­re di telefonate e messaggi incrociati con i leghisti. “Metteremo Berlusconi sotto pressione per 24-36 ore” promette un graduato del Carroccio. Mentre il leghista Giancarlo Giorgetti, possibile premier in un governo M5S-Carroccio, lo dice in chiaro: “Be r l us c on i faccia un gesto di responsabi­lità e permetta un governo politico". Il 5Stelle Danilo Toninelli manifesta scetticism­o, ma lascia uno spiraglio: “Al 90 per cento si torna al voto”. Ed è quel 10 per cento che pesa. Di Maio invece si trincera nel suo ufficio. Ma riappare in tv, a Di Martedì , per ribadire: “Se ci sono novità la Lega vada a spiegarle per file e per segno a Mattarella, e comunque io a Salvini ho detto già settimane fa: ‘Se il problema sono io faccio 100 passi indietro”. Torna a chiedere il voto per il 24 giugno (“basta un decreto legge”) e scomunica il governo tecnico: “Un esecutivo non è mai neutrale”. Ma a telecamere spente lui e il segretario della Lega si risentono, più volte. Perché la trattativa c’è. Dentro la Camera Stefano Buffagni, dimaiano lombardo, sostiene: “Rinunciand­o a Palazzo Chigi Luigi ha già fatto un passo che gli è costato umanamente”. E con il Caimano? È vero che potreste concedergl­i ministri tecnici? Sorriso, risposta: “I ministri dovrà presentarl­i Salvini, poi se piacessero anche a Berlusconi...”. APorta a Porta Giorgetti nega la trattativa su ministri d’area. Ma conferma che “giovedì sarà l’ultimo minuto per sperare”. Poi però arriva B., con la sua nota. E la tela si disfa, ancora.

LUIGI DI MAIO

Se ci sono novità la Lega vada a spiegarle a Mattarella. Io a Salvini l’ho detto già settimane fa: ‘Se il problema sono io faccio 100 passi indietro’

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