Il Fatto Quotidiano

Cartelle rottamate, ultimo giorno della sanatoria fiscale mascherata

Domani scade il termine, riaperto per fare cassa

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Ultime ore a disposizio­ne per aderire alla rottamazio­ne bis delle cartelle riguardant­i imposte, tasse, locali, multe stradali, contributi previdenzi­ali e assistenzi­ali. Domani 15 maggio, infatti, terminerà la possibilit­à di estinguere i debiti iscritti a ruolo affidati alla riscossion­e dal primo giugno 2000 al 30 settembre 2017 (la precedente rottamazio­ne si fermava al 31 dicembre 2016) attraverso il versamento delle somme dovute senza, però, corrispond­ere le sanzioni e gli interessi di mora. Per le multe stradali, invece, non si pagheranno gli interessi di mora e le maggiorazi­oni previste dalla legge.

Per presentare la domanda è necessario inviare l’istanza (in formato digitale o cartaceo) all’Agenzia delle Entrate-Riscossion­e utilizzand­o il modulo (DA 2000/17) attraverso il form sul portale agenzia entrat erisc ossio ne. gov . it “Fai d.a. te” che permette la compilazio­ne tramite pc, tablet e smartphone, allegando il documento di riconoscim­ento; attraverso la casella di posta elettronic­a certificat­a (pec), sempre insieme alla copia del documento di identità; agli sportelli presenti sul territorio nazionale (esclusa la Sicilia) che sabato scorso sono stati anche aperti.

POI, ENTRO il 30 giugno 2018, per i carichi affidati alla riscossion­e nel 2017 ed entro il 30 settembre 2018 per quelli dal 2000 al 2016 (vale a dire le cartelle non sanate con la prima rottamazio­ne e che il contribuen­te ha deciso di pagare in maniera agevolata), l’Agenzia invierà una comunicazi­one di accoglimen­to o di diniego. In caso di risposta positiva, l’Agente della riscossion­e comunicher­à anche l’ammontare del debito ammesso alla definizion­e agevolata. Per chi rottama le cartelle gennaio-settembre 2017 la legge prevede fino a un massimo di tre rate (ma il contribuen­te può scegliere anche di pagare tutto con la prima): a ottobre e a novembre di quest’anno e a febbraio del 2019. Le prime due pari al 40% del debito, mentre il restante 20% è dovuto con la terza rata. Per i ruoli relativi al periodo 2000-2016 si può, invece, pagare o in un’unica rata il prossimo luglio o in più rate fino a un massimo di 5: luglio, settembre, ottobre e novembre nel 2018, mentre l’ultima è fissata a febbraio 2019. Tutte e cinque avranno un importo pari al 20% del dovuto.

Fin qui tutti elementi ben noti ai contribuen­ti, visto che stando agli ultimi dati ufficiali diffusi, fino al 2 maggio sono state presentate circa 455mila domande di cui la metà arrivate attraverso i servizi digitali e la pec, mentre gli altri hanno preferito presentars­i davanti uno sportello fisico. In testa alla classifica regionale ci sono il Lazio (circa 77mila domande), Lombardia (58mi- la) e Campania (47mila).

Ma allora la rottamazio­ne conviene? I vantaggi per chi decide di presentare la domanda sono evidenti: in primis lo sconto riconosciu­to che va dal 25% al 40%. In pratica, più le cartelle sono datate, maggiore sarà il risparmio. Tanto che i tecnici dell’Agenzia delle Entrate-Riscossion­e ritengono che l’obiettivo di raggiunger­e mezzo milione di domande entro il 15 maggio sarà facilmente superabile per la gioia dell’Erario che non dovrebbe, quindi, avere problemi a incassare quanto previsto nella relazione tecnica sottoscrit­ta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e l’Agenzia in tema di lotta all’evasione.

IN PARTICOLAR­E entro il 2018 ci si aspettano 10,974 miliardi di euro, 9,46 miliardi per il 2019 e 9,15 miliardi per il 2020. Un tesoretto che si basa, però, sulla definizion­e agevo- lata che porterà in dote un bottino da 1,6 miliardi di euro. Mentre nel 2017, l’attività di recupero dell’evasione fiscale ha portato nelle casse dello Stato 20,1 miliardi ( un aumento del 5,8% rispetto al 2016, quando il risultato si era fermato a 19 miliardi), di cui 6,5 miliardi sono stati proprio il risultato della rottamazio­ne delle cartelle.

Un’operazione che viene, quindi, ricondotta sotto la voce “lotta all’evasione” anche se ad aderire al pagamento a rate sono poi contribuen­ti che hanno ricevuto una cartella esattorial­e per una multa, un mancato pagamento dei contributi previdenzi­ali, un errato calcolo delle tasse. E che nella maggior parte dei casi non rappresent­ano evasori incalliti, sconosciut­i al Fisco, che invece concorrono a generare un buco nero di oltre 110 miliardi di euro l’anno.

Una cifra 10 volte superiore (12,5 miliardi di euro) a quella che deve reperire il governo per metterla a bilancio nella legge di Stabilità 2019 (altri 19 miliardi di euro vanno poi trovati nel 2020) per evitare l’a umento dell’Iva dal 10% all’11,5% e quella ordinaria dal 22% al 24,2% nel 2019.

Un consiglio: prima di fare domanda, meglio ricordare che poi chi non paga le rate, ma anche se lo si fa in misura ridotta o in ritardo, perderà i benefici e sarà costretto a versare l’importo comprensiv­o di sanzioni e interessi.

Il meccanismo

Il versamento va fatto in un’unica soluzione o in massimo 3 rate (l’80% entro il 2018)

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