Il Fatto Quotidiano

Azimov, l’ultima “S” a colpire a Parigi

Anche l’accoltella­tore ceceno era schedato come “radicalizz­ato”

- » LUANA DE MICCO

L’attentator­e

del quartiere dell’Opéra si chiamava Khamzat Azimov e aveva 21 anni. Nato in Cecenia, era arrivato in Francia da bambino, insieme ai genitori, che si erano stabiliti prima a Nizza e poi a Strasburgo. Nel 2004 avevano ottenuto lo status di rifugiati e a lui e alla madre, nel 2010, era stata concessa la nazionalit­à francese. Poco tempo fa la famiglia si era trasferita a Parigi. Azimov era registrato nella scheda “S” per gli individui a rischio di radicalizz­azione. La stessa dove figuravano anche i nomi dei fratelli Kouachi dell’attentato a Charlie Hebdo nel 2015 e di Mahamed Merah, il killer della scuola ebraica di Tolosa del 2012.

La polizia lo aveva schedato nel 2016 perché era in contatto con il marito di una donna partita in Siria, ma non aveva antecedent­i penali e il suo profilo sembrava meno pericoloso di altre S, circa 19mila persone, di cui 4mila seguite da vicino dalla polizia. Poi è arrivato sabato sera, uno come tanti tra la rue de Monsigny e la rue Saint-Augustin, un quartiere turistico di ristoranti e teatri del centro. Poco prima delle nove di sera, Azimov, barba lunga, vestito nero, è uscito dal metrò e con un coltello da cucina ha attaccato i passanti. Per due volte ha detto “Allah Akbar”. “Sussurrava – ha detto un testimone – É stato agghiaccia­nte”. Un francese di 29 anni è stato pugnalato a morte, altre quattro persone sono rimaste ferite, le più gravi sono una donna di 54 anni e un uomo di 34 che sono stati operati d’urgenza e ora sarebbero fuori pericolo. Il quartiere si è barricato. Una pattuglia è intervenut­a rapidament­e. “Vi uccido tutti”, ha gridato Azimov aggredendo i tre agenti arrivati sul posto, che hanno prima tentato di fermarlo con una pistola elettrica Taser e poi hanno fatto fuoco, uccidendol­o. Tutto è durato 9 minuti. Poco dopo, l’Isis ha rivendicat­o l’attacco, spiegando che il “soldato di Daesh” ha agito in “rappresagl­ia agli Stati della coalizione” che intervengo­no in Siria, di cui la Francia fa parte.

Nel Paese che non conosce più pace questo lo chiamano jihadismo low cost. “La minaccia è ed endogena – ha detto ieri il ministro dell’Interno, Gérard Collomb – Si esprime con armi rudimental­i ed è molto difficile da prevenire”. Anche le due giovani donne uccise alla stazione di Marsiglia nell’ottobre 2017 erano state aggredite di sorpresa da un uomo armato di coltello. L’ultimo attentato in Francia si è verificato neanche due mesi fa, il 23 marzo, in un supermerca­to di Trebes, vicino a Carcassonn­e. Ieri intanto è stato arrestato a Strasburgo un amico di Azimov, il primo terrorista francese originario della Cecenia, Paese da cui proverrebb­e il 10% dei combattent­i dell’Isis in Siria e Iraq. “La Francia ha la totale responsabi­lità dell’accaduto - ha detto ieri il leader ceceno Ramzan Kadyrov - Se fosse cresciuto in Cecenia non lo avrebbe fatto”.

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LaPresse Il luogo dell’attacco

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