Foto dei figli su Facebook Se si postano sul social le vedono miliardi di utenti
CIAO SELVAGGIA, sono unamammadi due bambine, la più grande di 3 anni e mezzo e la più piccola di 2. Abito a Sottomarina, una città in provincia di Venezia. Domenica ero al mare con le bambine, e dopo ore sotto il sole decido di andare in uno di quei classici negozietti all’entrata della spiaggia per comprarmi un cappello. Carico le bambine sul passeggino doppio e vado in questo negozio. Chiedo e il proprietario mi fa accomodare nella parte laterale del negozio, dove c’era uno specchio per farmi vedere come stavo con il cappello. Lui sposta una sdraio proprio vicino al passeggino. Fin qua niente di strano, se non fosse che ad un certo punto lui si siede sulla sdraio proprio vicino al passeggino e prende in mano il telefono. Erano proprio davanti a me, ad un certo punto sento il rumore di quando scatti una foto. Lo raggiungo subito per vedere se mi ha fotografata, vedo che sullo schermo c’è la sua faccia. Pago ed esco. Mentre cammino però realizzo che se c’era la sua faccia significava che la foto l’aveva fatta anche alle mie bambine perché dietro c’era il passeggino. Perciò torno indietro e dopo aver insistito, riesco a farlo entrare nella gallery: aveva veramente fotografato le bambine. Praticamente c’era la sua faccia e in primo piano pure le bambine. Io vado su tutte le furie e gliela cancello subito. Lui dice che voleva farla vedere al suo bambino. Ora, mi rimane questo dubbio atroce sul fatto che la foto gli sia comunque rimasta in memoria, quindi il giorno dopo vado a segnalare il fatto ai carabinieri convinta che mi avrebbero aiutata. La scena è stata a dir poco assurda. Il carabiniere mi dice: “Signora ma è sicura che fossero proprio le sue figlie le protagoniste della foto? Magari voleva solo farsi un selfie e fatalità sono uscite anche le bambine sullo sfondo”. Io rispondo che sì, sono sicura. Poi aggiunge: “Spesso quando siamo coinvolti emotivamente magari stravolgiamo la realtà, quindi non è detto che le cose che vediamo siano effettivamente reali, magari le sue figlie non si vedevano propio bene…”. Un collega che stava ascoltando si intromette e con fare arrogante mi chiede: “Signora lei ha Facebook?”. Io rispondo di sì e lui mi chiede: “Lei mette le foto delle sue figlie su Facebook?”. Io dico: “Guardi, ne ho messa qualcuna, ma non capisco il nesso con quello che mi è successo!”. E lui: “Eh, viene a lamentarsi che uno ha fatto le foto alle sue bambine e poi lei mette le foto su Facebook, lo sa che anche da lì possono prendere le foto?”. A questo punto mi dicono che non c’è ipotesi di reato per cui non possono fare niente, avrei dovuto chiamarli sul momento e mi chiede comunque le mie generalità. Ora, il motivo per cui io ti scrivo e ti racconto queste cose è perché vorrei capire se effettivamente non posso fare niente. Mi sembra assurdo che uno possa fotografare dei minori. Anche perché magari non era la prima volta. E rimane sempre il dubbio su cosa se ne faccia di queste foto. Non so se potrai aiutarmi ma volevo provare a chiederti un consiglio.
Cara Vera, come può lamentarsi poi se qualcuno li fotografa con il telefonino?
VERA SIGNORA, sono andata a controllare il suo profilo Facebook. La sua foto profilo non ritrae lei, ma le sue due bambine. Le foto delle sue figlie non sono sul cellulare di un venditore di cappelli, ma su una piattaforma con due miliardi di utenti. Il tizio sarà inquietante, ma pure la sua mancata percezione della realtà non scherza.
Sindaco Sala, Manfredi avrà due mamme
Cara Selvaggia, a giugno nascerà Manfredi a Milano. Manfredi avrà due mamme: me e quella biologica, ovvero la mia compagna (e moglie) da 9 anni, Francesca. Sto tentando di replicare quanto avvenuto a Torino, in cui l’anagrafe ha registrato come “m ad ri ” la Foglietta e la sua compagna. Qui, sia le associazioni che il Comune, inizialmente si sono mostrati poco reattivi. Il Comune ci ha consigliato di andare a Torino a far nascere Manfredi e il sindaco Beppe Sala è chiuso in un silenzio imbarazzante. Poi, dopo mie numerose mail e l’intervento dei Radicali che mi hanno aiutata a farmi ascoltare, la svolta degli ultimi giorni: pare che l’orientamento della giunta comunale sia quello di procedere con l’iscrizione della nascita a Milano. Forse avrò presto un appuntamento con il capo di gabinetto e i funzionari di Stato civile. Dici che ce la facciamo? CORINNA MARRONE LISIGNOLI Certo che ce la facciamo. Anzi. Mi rivolgo al sindaco Sala e a Pierfrancesco Majorino: vogliamo dimostrare di essere la città moderna e emancipata di cui parliamo in convegni, summit e dossier? E allora facciamo in modo che modernità, a Milano, non sia solo la skyline di Gae Aulenti o le nuove fermate della metropolitana, ma anche due donne che si amano registrate come “madri” all’anagrafe. Daje!