Il Fatto Quotidiano

Premier, il rush finale tra Di Maio e i tecnici “terzi”

GOVERNO Dopo i gazebo, domani da Mattarella

- » LUCA DE CAROLIS

I leader di Cinque Stelle e Lega conti- nuano a inviare ai media possibili identikit del loro primo ministro. Ma se il Presidente non gradirà figure “sbiadite” potrebbe toccare al capo politico M5S

Ealla fine apparve Umberto Bossi. “Pensate ai giovani” ha raccomanda­to il leader del Carroccio in una delle ultime riunioni del tavolo per il contratto di governo tra M5S e Lega. Il testo che è il programma del futuro esecutivo, scritto in una settimana di incontri fiume e affannate revisioni notturne.

Di fatto, anche un modo per misurarsi tra probabilis­simi alleati, con piccole liti, bozze diffuse di straforo e dichiarazi­oni incrociate. Una partita che inizia giovedì 10 maggio alla Camera, con i 5Stelle rappresent­ati da Alfonso Bonafede, Laura Castelli e Vincenzo Spadafora, tutti deputati e dimaiani doc. In aggiunta c’è il responsabi­le della Comunicazi­one Rocco Casalino. Mentre la Lega parte con Roberto Calderoli, Claudio Borghi, Armando Siri, Gianmarco Centinaio e Nicola Molteni. Con loro c’è anche il numero due del Carroccio, Giancarlo Giorgetti.

O MEGLIO CI SAREBBE, perché Giorgetti si vede poco, visto che è alle prese con l’altro tavolo, quello sul premier e sui ministri. Così nelle riunioni parla raramente. Mentre sono molto loquaci Castelli, l’esperta del Movimento sui temi economici, e Siri. Ma interviene molto anche Roberto Calderoli, che di tavoli in carriera ne ha frequentat­i parecchi, tra riforme costituzio­nali e leggi elettorali. Sta di fatto che il primo giorno si va abbastanza spediti, elaborando una prima bozza. Però i problemi affiorano già dalla seconda riunione, quella di sabato a Milano, nella pancia del Pirellone. In mattinata, prima della seduta, Matteo Salvini arriva e raduna i leghisti per una riunione di partito. Il Carroccio lo spiega così: “Non siamo ancora tutti e dobbiamo fare il punto”. Ma i grillini lo prendono come un brutto segnale. E si preoccupan­o ancora di più quando vedono tornare i leghisti assieme a un Di Maio piuttosto corrucciat­o. “Abbiamo avuto paura che stesse saltando tutto” confida un 5Stelle. Invece il lavoro prosegue, con Salvini e il capo del M5S che continuano a parlare anche d’altro, a parte. Però i nodi, come le tensioni, non mancano. Tanto che volerà pure qualche vaffa.

Discutendo di immigrazio­ne, ad esempio. Se ne parla an- che sabato, quando Calderoli scandisce: “Chi commette reati gravi va espulso immediatam­ente, scriviamol­o”. Ma i 5Stelle frenano, invocano un’altra formula. E il leghista non gradisce: “Allora scriviamo che va cacciato a calci nel culo”. Segue qualche parola colorita. E alla fine nel testo compare il passaggio invocato d al l ’ ex ministro: “O cc o rr e prevedere specifiche fattispeci­e di reato che comportino, qualora commessi da richiedent­i asilo, il loro immediato allontanam­ento”.

Ma i toni si alzano anche sulla giustizia. Perché il Movimento vuole inserire lo stop alla prescrizio­ne a partire dal rinvio a giudizio, ma la Lega fa muro: “I tempi del diritto devono essere certi”. La discussion­e va avanti per giorni, fino alla soluzione mediana: “È necessaria una efficace riforma della prescrizio­ne dei reati, parallelam­ente alle assunzioni nel comparto giustizia”.

E si balla anche sul Tav, soprattutt­o tra mercoledì e giovedì. La Lega ottiene di togliere il riferiment­o alla “sospension­e dei lavori esecutivi” dell’opera. Ma i 5Stelle - con la No Tav Laura Castelli in prima fila - invocano la contropart­ita: “Allora togliamo l’impegno a completare il Terzo Valico”. E Salvini, nell’ultima seduta con Di Maio, dice di sì.

OGNI TANTO passa anche qualche “esterno” in visita. E martedì ad apparire per qualche minuto è Umberto Bossi. Saluta, giura che l’idea del tavolo gli piace molto ed esorta: “Dovete pensare innanzitut­to a giovani e imprese”. Ma c’è pure chi storce la bocca perché è rimasto fuori. Come la capogruppo alla Camera del M5S, Giulia Grillo, che però riesce a partecipar­e all’ultima seduta. E dal Movimento lo fanno notare, anche per frenare le critiche al tavolo con una sola donna. Dopo giorni di lavoro però su alcuni punti manca ancora la quadra. E Calderoli propone: “Sui temi in bilico decidano i due capi”.

Così giovedì mattina la palla passa a Salvini e Di Maio, accompagna­ti da Giorgetti e Spadafora. E dalla loro mediazione si arriva a una nuove stesura: solo in apparenza definitiva, perché in serata il tavolo riapre informalme­nte, tra paure e richieste dell’ultimo minuto. Nella notte il contratto si dilata di diverse pagine, con nuovi paragrafi ( come quello, molto generico, sul Sud). Venerdì gli iscritti del M5S approvano il testo con il 94 per cento dei voti. Mentre stasera arriverà il responso dei gazebo della Lega. “La gente ci ripete sempre lo stesso invito: fate le cose”, racconta Calderoli, che giura: “Io di tavoli ne ho fatti tanti, ma questo era diverso. Lavorando con i 5Stelle mi sono convinto che il reddito di cittadinan­za sia una buona cosa, che aiuta la crescita”.

Contropart­ite

Calderoli fa inserire l’espulsione immediata per i richiedent­i d’asilo colpevoli di reati gravi. E Castelli: via il passaggio sul Terzo Valico

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Ansa Ultime ore Lega e M5S, finito il lavoro al tavolo, lunedì saliranno al Quirinale
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