Il Fatto Quotidiano

Il “fratello” sciita che l’Iran vuole boicottare

Iraq, al religioso il compito di formare l’esecutivo, ma Teheran non è contenta

- » ROBERTA ZUNINI

Le elezioni del 12 maggio hanno fatto segnare un’astensione record, pari al 44,52% degli aventi diritto.

A una settimana di distanza dunque dalle prime elezioni legislativ­e irachene dopo la sconfitta, in buona parte del territorio, dello Stato Islamico, il risultato suggerisce che la bassa percentual­e di aventi diritto al voto andata alle urne ha voluto punire il primo ministro uscente, Haider al-Abadi e la sua lista.

DEL RESTO tutti gli analisti avevano sottolinea­to che più che di elezioni si sarebbe trattato di un referendum sul politico strappato all’arte dello street food. L’ex venditore di polpette in Gran Bretagna , catapultat­o al potere dagli Stati Uniti data la sua malleabili­tà, è risultato solo terzo. A sorpresa è balzato in pole position il controvers­o religioso sciita Muqtada al-Sadr, che avrà ora il compito di provare a formare il nuovo esecutivo. In seconda posizione si è piazzata un’alleanza di milizie sciite guidata da Hadi al-Amiri - uomo forte della Guida suprema iraniana, l’ayatollah Khamenei- a Baghdad. La vittoria di una formazione sciita era scontata perché la maggior parte degli iracheni è di religione islamica sciita, ma la sorpresa è l’affermazio­ne della lista “Marcia per le riforme”, alleanza inedita tra al Sadr e i comunisti. A loro vanno 54 seggi del nuovo Parlamento, al gruppo “La Conquista” (Fatah) 47 deputati. Alla “Alleanza per la Vittoria” di Abadi, solo 42 seggi.

La lista di Muqtada al-Sadr non è comunque certa di poter assicurare un governo al Paese per i prossimi quattro anni. L’Iran, di cui l’Iraq è diventato di fatto un’appendi- ce, ne è contrario e pertanto farà di tutto per boicottarl­o. Non è un caso che sia arrivato da giorni a Baghdad l’influente generale Qassem Suleimani. È il militare e agente dei servizi più potente dell’Iran, a capo della divisione più influente dei pasdaran iraniani, al Quds ( Gerusalemm­e in arabo e farsi), agli ordini diretti di Khamenei. A lui la Guida Suprema ha dato il compito di riunire a ogni costo le forze sciite conservatr­ici e opporre il loro veto ad ogni alleanza di governo con al Sadr.

CHIERICO SCIITA, 44 anni, Sadr è diventato noto in tutto il mondo nelle settimane successive all’invasione americana dell’Iraq, nel 2003, per i suoi veementi sermoni del Venerdì contro l’occupazion­e guidata dagli Stati Uniti. I suoi seguaci formarono il cosiddetto esercito del Mahdi, autore di efferati attacchi contro i militari britannici, smantellat­o nel 2008.

Figlio del grande ayatollah Mohammad Sadeq al-Sadr, assassinat­o nel 1999 durante il periodo della dittatura del sunnita Saddam Hussein, Muqtada ha sfruttato a lungo la rete creata dal padre per ottenere sostegno finanziari­o tra gli sciiti del confinante Iran e non solo. I suoi rivali lo avevano soprannomi­nato il “bandito”.

Giá quattro anni prima di sciogliere il Mahdi, si era però trasformat­o in un punto di riferiment­o per gli strati più poveri non solo della comunità sciita irachena e con gli anni, iniziando a proporsi come il fautore del dialogo interrelig­ioso, dell’unità nazionale in un paese dilaniato e nel caos. In veste di ayatollah si è discostato spesso dalle posizioni politiche ufficiali delle Hawza (scuole religiose) di Najaf e di Qom (Iran), il ‘Vaticano’ sciita, contrarian­do la Guida Suprema iraniana che ora farà di tutto per impedirgli di governare.

Durante l’assedio americano alla città sunnita di Fallujah quattordic­i anni fa, Muqtada aveva fornito aiuti ai residenti, e i suoi supporter cantavano slogan come “né sunnita, né sciita. Siamo tutti iracheni”.

L’Iraq e le riforme hanno vinto grazie alle vostre scelte, il vostro voto è un onore: non vi deluderemo MUQTADA AL SADR

 ?? LaPresse ?? Da “bandito” a leader Sostenitor­i di Muqtada al Sadr; il religioso organizzò l’esercito del Mahdi contro con gli americani nel 2003
LaPresse Da “bandito” a leader Sostenitor­i di Muqtada al Sadr; il religioso organizzò l’esercito del Mahdi contro con gli americani nel 2003

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