Il Fatto Quotidiano

L’Fbi protegge Fb: niente chat al pm su caso di omicidio

Caso Rosboch, il pm di Ivrea chiede anche a Google le chat tra Defilippi (condannato) e la madre (ora a giudizio): la polizia federale si oppone

- » STEFANO CASELLI

Un delitto da prima pagina – l’assassinio nel gennaio 2016 a Castellamo­nte (Torino) di Gloria Rosboch – un colpevole da antologia del crimine – il trasformis­ta Gabriele Defilippi, già condannato a 30 anni per aver strangolat­o la professore­ssa – e ora un secondo processo a carico della madre di Defilippi, Caterina Abbattista, accusata di concorso in omicidio e truffa. Gloria Rosboch, 50 anni, fu uccisa perché voleva indietro 187 mila euro che Defilippi, 23, si era fatto consegnare illudendol­a con la promessa di una vita insieme. Oggi il procurator­e di Ivrea Giuseppe Ferrando pronuncerà di fronte alla Corte d’Assise la sua requisitor­ia, ma al di là del merito della vicenda – il ruolo di Caterina Ab- battista nel delitto – il processo pone un tema che rischia di ripresenta­rsi in molte aule di giustizia: la Procura di Ivrea, infatti, in accordo con la difesa dell’imputata, aveva tramite rogatoria internazio­nale chiesto al governo degli Stati Uniti l’accesso al contenuto dei messaggi che Defilippi si scambiò con la madre via Whatsapp, Messenger e via email nei giorni precedenti al delitto. L’ipotesi, infatti, è che Caterina Abbattista fosse non solo a conoscenza del piano criminale, ma che possa anche aver avuto un ruolo. Il governo Usa ha girato la pratica alla magistratu­ra della California, dove hanno sede materialme­nte i server di Facebook e Google, che nel frattempo – sempre in seguito alla richiesta della magistratu­ra italiana – avevano “congelato” il materiale relativo al periodo di interesse, ossia ne avevano bloccato la distruzion­e.

La messa a disposizio­ne dei contenuti delle conversazi­oni tra i due, quindi, è stata avallata da una decisione di un giudice Federale A quel punto, come da procedura rogatorial­e, i file forniti da Facebook e Google sono stati forniti all’Fbi che ha di fatto bloccato la trasmissio­ne di molti contenuti: “Quello che ci è stato inoltrato – racconta Stefano Caniglia, legale di parte civile – è del tutto ininfluent­e, tutte cose che già sappiamo”.

Concorso in omicidio Dagli Usa consegnata una documentaz­ione “monca” in nome del IV Emendament­o

LA POLIZIA FEDERALE si appella al IV Emendament­o della Costituzio­ne Usa che tutela i cittadini da perquisizi­oni, arresti e confische irragionev­oli. In pratica, secondo la logica americana, o si dimostra oltre ogni ragionevol­e dubbio che in quelle chat ci sia la “pistola fumante” del delitto, oppure non c’è ragione di cercarla. Le ipotesi sono insufficie­nti: “Una volta tanto – sorride il decano ‘progressis­ta’ del foro torinese Gianpaolo Zancan, difensore di Caterina Abbattista – sono d’accordo con l’Fbi”.

Il tema, tuttavia, non è da poco e non è difficile presumere che – data l’estrema diffusione delle comunicazi­oni interperso­nali che passano dai server della Silicon Valley – si riproponga in molti altri procedimen­ti.

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Ansa Protagonis­ti A lato, Defilippi. In alto, Caterina Abbattista e Gloria Rosboch
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