IL CONTE SENZA L’OSTE
IL PREMIER C’È, MA MATTARELLA ANCHE
DI MAIO E SALVINI INDICANO IL PROF AL QUIRINALE IL COLLE “RIFLETTE” E CHIAMA LA CASELLATI E FICO SAVONA (ECONOMIA): TELEFONATE IMBARAZZANTI MASSOLO (ESTERI): GATTOPARDO VICINO A LETTA&B.
Il fu candidato premier fatica a parlare, tanto è contento: “Abbiamo imposto il nostro metodo, prima i temi e poi i nomi, oggi finalmente nasce la Terza Repubblica”. Poi, appena fuori del Quirinale, Luigi Di Maio commette la marachella, cioè fa il nome: “Giuseppe Conte sarà il premier di un governo politico, uno che si è fatto da sé”.
ECCOLO , il presidente del Consiglio dell’esecutivo di Lega e Cinque Stelle. Il nome terzo per far partire “l’accordo che non è un’alleanza”, come ripete Di Maio. Indicato dal M5S e alla fine deglutito da Matteo Salvini, lo stesso che lunedì scorso lo aveva bocciato. Il leader del Carroccio, che dentro il Colle usa toni in parte inattesi. Perché prima si improvvisa psichiatra: “Non è possibile che il 20 per cento degli italiani usi psicofarmaci, spesso per mancanza di prospettive”. E poi fa il pompiere: “Nessuno ha nulla da temere da questo governo, rispetteremo nel limite del possibile normative, regole evincoli”. E le rassicurazioni sono per quelli oltre il confine: l’Unione europea, i mercati, i Paesi alleati e non. Anche se in serata Salvini si sfogherà sul web. Però conta la sostanza del messaggio dei due leader. “Fidatevi, non colpite a prescindere” sembrano invocare Salvini e Di Maio: futuri viceprepremier e ministri, il leghista all’Interno, il grillino al ministero che nascerà dall’accorpamento di Lavoro e Sviluppo economico.
Due capi che rischiano di stritolare con consigli e istanze Conte: “novice”, novizio della politica, come lo definisce con britannico sarcasmo il Financial Times. D’altronde “il nostro vero leader è il progr am ma ”, è il mantra di Di Maio, per tutto il giorno. Ma il lunedì dei 5Stelle e della Lega inizia domenica notte, con la trattativa sui ministri. La lista viene ritoccata più volte. E a discuterne ovviamente sono Salvini e Di Maio, che ieri si vedono più volte dentro Montecitorio. Ma il leghista incontra anche la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che si aspetta l’offerta di uno o più ministeri: anche e soprattutto perché in Senato la futura maggioranza ha solo sei voti di vantaggio. Invece il leghista la esorta solo a sostenere l’esecutivo. Ma posti non ne offre. “Ed è stato anche freddo” lamen- tano da FdI. Nel primo pomeriggio invece su Lega e M5S piomba il comunicato dell’agenzia di rating Fitch, di fatto una scomunica: “Il contratto di governo aumenta i rischi per il profilo di credito sovrano, attraverso un allentamento di bilancio e un potenziale danno alla fiducia”. E i 5Stelle la prendono male: “Ci sparano addosso”. E c’è chi sospetta congiure.
Cattivi pensieri, mentre Salvini e Di Maio concordano di insistere sul nome di Paola Savona per l’Economia. Anche se l’economista 81enne, già ministro con Carlo Azeglio Ciampi, è un deciso oppositore della linea dell’au ste ri tà della Ue. Quindi un pensiero in più per Mattarella. Nel pomeriggio i due leader salgono al Colle. Entra per primo Di Maio, e all’uscita dal colloquio con Mattarella sprizza soddisfazione: “Sono passati 80 giorni ma ne è valsa la pena”. Poi chiede tempo: “A chi ci critica dall’estero dico: ‘Fateci partire prima. Poi ci criticate, ma almeno fateci partire”. Anche Salvini si mostra cauto. Però in serata, su Facebook, suona un’altra musica: “Sarà il governo della libertà dai vincoli per andare a Bruxelles, Berlino e Parigi e dire signornò,
Conte sarà il premier di un governo politico, uno che si è fatto da sè e che non vesserà gli italiani
LUIGI DI MAIO Sfoghi e timori
Matteo Salvini su Facebook: “Diremo signornò a Berlino e Parigi”. E il capo politico del Movimento avverte: “Cercheranno di dividerci”
queste cose fanno male all’Italia. Servi, no!”. E visto che c’è, spiega: “Mi sarebbe piaciuto fare il presidente del Consiglio, ma non è un governo solo della Lega, non abbiamo ancora la maggioranza assoluta”.
IL PREMIER non lo farà neppure Di Maio, che appena rientrato rassicura i suoi: “A Mattarella Conte va bene, non si opporrà”. Intanto si fa il punto sui ministri a 5Stelle, Alfonso Bonafede è confermato alla Giustizia, mentre Laura Ca- stelli recupera almeno per ora le Infrastrutture.
In squadra ci sarà anche il dimaiano Riccardo Fraccaro (forse alla Difesa), mentre la capogruppo alla Camera Giulia Grillo se la gioca. In serata, Di Maio incontra i parlamentari. Lo accolgono con una
standing ovation, e lui esulta: “Ce l’abbiamo fatta”. Rivendica la rinuncia a Palazzo Chigi, “un passo di lato come già fecero Beppe Grillo e poi il Direttorio”. Celebra Conte: “È un tipo tosto che ha sempre combattuto le ingiustizie, uno degli angeli custodi che hanno contribuito a scrivere il programma”. E soprattutto avverte: “Cercheranno di metterci gli uni contro gli altri, di tentarci”. E la Lega? La cita solo come “l’altra forza politica”. Alleata, ma non si può dire.