Il Fatto Quotidiano

Il mio Ramadan alla Nutella

DIGIUNO Versione semiseria di un pilastro Islam

- » FAIAH EL DEGWY

Dapochi giorni è iniziato il Ramadan, il nono mese del calendario lunare musulmano, durante il quale Maometto ricevette la rivelazion­e del Corano che lo indicava come “guida per gli uomini di retta direzione e salvezza”(Sura II, v.185). Essendo uno dei cinque pilastri dell’Islam, è un obbligo per ogni musulmano adulto e in salute. Quindi diciamo che io me la sono scampata fino ai dodici-tredici anni, adesso al massimo me la scampo una settimana al mese, visto che anche Allah è stato previdente e ha capito che nemmeno lui può separare donne e Nutella durante il ciclo.

Da pochi giorni è iniziato il Ramadan, il nono mese del calendario lunare musulmano, durante il quale, secondo la tradizione islamica, Maometto ricevette la rivelazion­e del Corano che lo indicava come “guida per gli uomini di retta direzione e salvezza” (Sura II, v.185)

Essendo uno dei cinque pilastri dell’Islam, è un obbligo per ogni musulmano adulto e in salute. Quindi diciamo che io me la sono scampata fino ai dodici-tredici anni, adesso al massimo me la scampo una settimana al mese, visto che anche Allah è stato previdente e ha capito che nemmeno lui può separare donne e Nutella durante il ciclo.

Questo è il mese sacro del digiuno, dedicato alla preghiera, alla meditazion­e e all’autodiscip­lina.

ENON VI DICOquanto i musulmani siano contenti che inizi. I miei parenti chiamano addirittur­a dal Cairo per farci gli auguri. Ma auguri di che. Auguri di cosa che io già c’ho fame e nemmeno è iniziato.

Ma a parte la fame, in questo mese si prega. Forte. Anche perché quando devi digiunare in piena sessione d’esame, senza acqua, senza cibo, con la voglia di studiare di un procione investito da un autocarro, non ti resta altro che pregare.

Si riflette anche sui propri errori, su quanto si è fortunati ad avere ciò che si ha, su quanto si dia per scontato molto del nostro quotidiano... si riflette, si medita... in un altro periodo dell’anno avrei meditato davanti al frigo aperto, ma no, questo mese no. Così medito in camera da letto, in sala da pranzo, medito in bagno, medito ovunque, ma di certo non vado a meditare in cucina, perché quello, cari amici, sarebbe masochismo.

Ma analizziam­o con cura una giornata tipo.

Sono le tre del mattino, sei in piena fase REM, magari stai anche sognando il tuo ex che si strozza con un rigatone al sugo, il tuo subconscio si trova in un momento di puro godimento, ma ecco che suona la sveglia. Vi giuro che è l’unico mese dell’anno in cui scatto in piedi immediatam­ente, anche perché o mangio prima che sorga il sole, o se ne riparla il giorno dopo e sinceramen­te il mio ex può anche crepare alla prossima fase REM.

Però c’è un piccolo insignific­ante problema: che ti mangi? Sono comunque le tre. È una scelta ardua, signori.

Latte e biscotti no. Perché al giorno dopo se ci arrivi, ci arrivi con l’autoambula­nza.

UN PIATTO di pasta no. Perché il karma non voglia che questa volta mi strozzo io.

Allora spesso i nt er vi en e mio padre con tutto l’entusiasmo del mondo: “Ragassi non vi broccubate, vi bribaro un biatto buono io, lasciatemi fari”.

Il 99.9 per cento delle volte questo fantomatic­o piatto buono è una ri- cetta araba particolar­e, fatta “de fave secche”, il tutto accompagna­to da formaggi, uova, affettati e pane.

Insomma se l’intento era tenersi leggeri, la peristalsi intestinal­e e la flora batterica con la produzione di gas letali ti fanno notare che anche, stavolta, hai fallito miserament­e.

Così ti rimetti a letto, bevi l’ultimo sorso d’acqua e aspetti che esofago e stomaco smettano di litigare per il dominio sulla valvola cardiale. Alla fine vince l’esofago perché diciamocel­o, assumere come strategia post-prandiale la posizione orizzontal­e è stata quella vincente, quella che ti lascia quel retrogusto di fava e pentimento, giusto giusto per affrontare meglio la giornata che sta per iniziare.

Se devo dire la verità, non è così impossibil­e fare tutto quello che si deve anche senza acqua e cibo. Certo, sicurament­e, in alcuni momenti della giornata vorrei abbracciar­e forte il cattolices­imo, convertirm­i davanti al Papa, iniziare a credere che Gesù sia il figlio di Dio, ma alla fine rimango fedele e attendo con ansia le otto di sera. Circa. Perché ogni giorno, come se già tutto questo non bastasse, il sole tramonta a orari diversi e quindi si deve aspettare il minuto preciso con grande autodiscip­lina, che personalme­nte non ho nemmeno quando lascio cento euro al dietologo, però in questo mese sono molto precisa. Sarà la fede.

Un consiglio a tutti gli amici che stanno leggendo: se pensate di fare il Ramadan perché fa dimagrire, vi sbagliate di grosso. Durante questo mese il metabolism­o ritorna ai livelli fetali, l’organismo cerca di salvaguard­arsi e assimila tutto quello che ingerisci, quindi se per sbaglio senti l’odore provenient­e dalla finestra della vicina di casa, che per sbaglio l’ha lasciata aperta e che, per sbaglio, magari, sta friggendo una bella caponata di melanzane, eccolo lì che hai preso due chili.

QUINDI CARI AMICI, in segno di pace e rispetto per tutti i musulmani, se dovete friggere, chiudete le finestre.

Medito in camera da letto, in sala da pranzo, in bagno, ma non in cucina, perché quello sarebbe masochismo

Col digiuno il metabolism­o impazzisce, si possono prendere due chili solo per l’odore del fritto della vicina

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Ansa/LaPresse Dal 16 maggio al 14 giugno Il Ramadan è il nono mese nel calendario lunare musulmano. Dall’alba al tramonto ci si astiene da cibi, bevande, sesso
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