Il Fatto Quotidiano

I “ribelli” di Palazzo Madama che il contratto non prevede

Voci critiche Dai diritti civili all’immigrazio­ne fino all’Agricoltur­a Viaggio tra i senatori del Movimento (che non stanno zitti)

- » PAOLA ZANCA

La scorsa legislatur­a, la prima del Movimento Cinque Stelle in Parlamento, fu il teatro della falcidia: tra espulsioni e addii, si persero per strada 15 dei 53 eletti a Palazzo Madama, il 28 per cento del gruppo. Se ne andò, insomma, quasi un senatore grillino su tre. Allora, si stava all’opposizion­e. Stavolta, l’aula che si appresta a votare la fiducia al governo gialloverd­e sulla carta conta – oltre ai 58 leghisti – 109 senatori M5S, che porterebbe­ro in dote all’esecutivo 167 sostenitor­i, sei sopra la maggioranz­a assoluta (peraltro richiesta in uno sparuto numero di occasioni).

Eppure, il precedente della scorsa legislatur­a potrebbe non essere benauguran­te per la stagione che sta per cominciare. Non è un caso che Luigi Di Maio abbia voluto trasferire al Senato alcuni dei suoi uomini di fiducia, a cominciare da Danilo Toninelli. Guida, il neo capogruppo, una ventina di eletti riconferma­ti, quasi tutti di stretta osservanza dimaiana, compreso il nuovo vicepresid­ente del gruppo Stefano Patuanelli, ex consiglier­e comunale a Trieste. Più variegato è il corpaccion­e delle new entry, frutto del successo alle politiche del 4 marzo. La squadra è a forte trazione meridional­e: calabresi, siciliani, campani e pugliesi superano da soli la metà del gruppo toccando quota 55, esclusi i parlamenta­ri uscenti. Rispetto al 2013, come noto, ci sono anche una serie di profession­isti che non hanno un trascorso da attivisti del Movimento e che sono stati candidati nei collegi uninominal­i. Solo per citarne alcuni, il giornalist­a Primo Di Nicola, il chirurgo Pierpaolo Sileri, il fondatore dell’Adusbef Elio Lannutti, l’ufficiale di Marina Gregorio De Falco.

CHE SIA DOVUTO alla storia personale o sia da attribuire alla maggiore età, è un fatto che proprio da Palazzo Madama, in queste settimane, si siano alzate le uniche voci critiche sull’alleanza di governo con la Lega. Ed è sempre al Senato che siedono le sensibilit­à potenzialm­ente più divergenti dal “contratto” che Di Maio e Salvini firmeranno nelle prossime ore. Capofila, per nulla reticente, è Paola Nugnes, la senatrice vicinissim­a a Roberto Fico che, da giorni ribadisce tutte le sue perplessit­à sull’accordo con la Lega, in particolar­e sull’immigrazio­ne e sulla legittima difesa. E ancora l’altroieri, a Repubblica, chiariva: “Mi riservo di fare il mio lavoro di senatrice, quello per cui sono stata eletta”. Della stessa “squadra”, particolar­mente attiva sui temi ambientali, fan- rino, eletta a Fiumicino e paladina anti-omofobia.

TRA I “VECCHI” non mancherà di farsi sentire Nicola Morra, custode dell’ortodossia M5S che, non a caso, la settimana scorsa ha auspicato che “Beppe” sia “presentiss­imo, vigile, sempre pronto a stimolare e sollecitar­e”. Ieri, durante l’assemblea con Di Maio, Morra ha fatto un paio di appunti al nascente governo, in particolar­e su scuola e infrastrut­ture al Sud. Coscienza critica anche quella di Elio Lannutti che da giorni cannoneggi­a contro il premier “tecnico” e ieri ha - pacatament­e - detto la sua sul toto-ministri: “Leggo nomi estranei a principi e valori, cariatidi, lestofanti del potere marcio e corrotto, legati a cricche, logge coperte, grembiulin­i, pseudo Autorità e manutengol­i del potere che ho combattuto per oltre 30 anni. Spero di sbagliarmi, ma se così fosse, sarebbe una tragedia ed il tradimento di un sogno”. Infine, aveva detto la sua Gianluca Ferrara, direttore di Dissensi Edizioni, oggi senatore M5S, assai scettico sul corso delle trattative: “Sono favorevole a puntare a trovare un dialogo e a stipulare un contratto per il bene dell’Italia che è superiore a ogni logica di bottega, ma con certi politici di profession­e anche un contratto temo sarebbe come mescolare un buon whisky d’annata con mezzo litro d’acqua”.

SAVERIO DE BONIS

Nel 2014 la Lega chiede va la soppressio­ne del ministero dell’Agricoltur­a È utile solo quando si parla di poltrone? ELIO LANNUTTI

Leggo di lestofanti del potere marcio e corrotto, di cricche e grembiulin­i Spero di sbagliarmi, altrimenti sarebbe il tradimento di un sogno I numeri

Il numero di senatori eletti con il Movimento Cinque Stelle I leghisti che siedono a Palazzo Madama Il numero di senatori che garantisce la maggioranz­a assoluta, necessaria per la fiducia al governo

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Critica la posizione leghista sull’immigrazio­ne
Ansa Paola Nugnes Critica la posizione leghista sull’immigrazio­ne
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Non vuole che l’Agricoltur­a vada alla Lega
Ansa Saverio De Bonis Non vuole che l’Agricoltur­a vada alla Lega
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Il biotestame­nto, criticato da Salvini, è “suo”
Ansa Matteo Mantero Il biotestame­nto, criticato da Salvini, è “suo”
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Ansa Gianmarco Corbetta Attivista No-Ped, l’autostrada cara ai leghisti
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Alessandra Maiorino Eletta a Fiumicino, molto attiva per i diritti lgbt

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