Il Fatto Quotidiano

Lazio, di chi l’errore? Non ha perso “per ” De Vrij, ha perso “con” De Vrij

- MASSIMO MARNETTO M.TRAV. ENZO BERNASCONI ROBERTO BECCANTINI

Devo farvi una richiesta da abbonato: vorrei che la rubrica “Diritto di replica” avesse uno spazio separato da quello dedicato alle lettere dei lettori. Infatti, spesso queste richieste sono lunghe, noiose e invadono Piazza Grande, dove noi lettori ci ritroviamo per scambiarci opinioni, sempre interessan­ti. Con la fine dei partiti sul territorio, infatti, non ci sono più luoghi di confronto e le lettere ai giornali sono diventate una preziosa se non unica fonte di dibattito. Pertanto, apprezzere­i molto il trasloco di questi ingombrant­i signori dalla “nostra” Piazza Grande, in un loro dedicato “Ufficio reclami”. Caro Massimo, speriamo di avere un giorno più spazio per rispondere al suo suggerimen­to. IN UNA SERATA FESTAIOLA ROMANA, e il tutto annaffiato con tante lacrime di coccodrill­o finali, la “beneamata” ha preso tre piccioni con una fava: partita, DeVrij e... coppa! Mentre il povero Inzaghi, dopo aver a lungo sfogliato la margherita “gioca non gioca”, ahimé ha scelto il petalo sbagliato, lo “scansuolo” De Vrij, che a Milano avrà modo eccome di consolarsi brindando in coppa. Ai laziali non resta che rosicare: “Maledetta primavera”. ADESSO CHE HA GIOCATO e procurato il rigore del due pari, è facile sparare su De Vrij. Era sceso in campo da “interista” anche a Crotone, quando aveva salvato un gol a portiere battuto. Nessun dubbio che fosse un caso delicato, complicato, sia sul piano psicologic­o (nel rapporto con se stesso, con l’ambiente, con i rivali) sia a livello pratico (non perdendo, si sarebbe tolto la Champions; perdendo, l’avrebbe tolta alla Lazio).

Se era sereno, bene ha fatto Inzaghi a impiegarlo. Già mancavano Luis Alberto e Parolo, e Immobile era stato precettato d’urgenza.

La rinuncia dell’olandese (o all’olandese) avrebbe portato a tre i titolari assenti, per tacere delle ricadute su un assetto difensivo traballant­e persino con lui, figuriamoc­i senza.

E se un episodio gli ha dato torto, la trama fin lì gli aveva dato ragione. La Lazio stava controllan­do partita e avversario, almeno due gol di scarto ci stavano tutti. È in quel periodo che vanno cercate le cause della svolta, più che nell’attimo dell’impatto con Icardi, plateale ma non ancora da “eliminazio­ne”, visto che pure il pareggio avrebbe condannato l’Inter. In quel periodo, e subito dopo. Alludo all’espulsione di Lulic, poco prima del 3-2 di Vecino, questa sì evitabile o comunque più “scansabile” per un paio di motivi: si era a metà campo e il bosniaco sapeva di essere già stato ammonito.

La caccia al capro espiatorio – ovunque, ma in Italia soprattutt­o – accentua le letture maliziose, moltiplica i sospetti. La Lazio non ha perso “per” De Vrij. La Lazio ha perso “con” De Vrij.

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Ansa Addio Champions Le lacrime dei giocatori laziali

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