Casalino, il Sensi di Di Maio, ai raggi X dopo tante ironie
Nella trattativa che ha portato al Salvimaio, colpiva la presenza al tavolo di Rocco Casalino. C’erano Maroni, Siri, Giorgetti, Centinaio e Calderoli. C’erano Di Maio, Castelli e Spadafora. E poi c’era lui: Casalino, “quello del Grande Fratello”. Che governo sarà, si chiedono in molti, se uno dei “pensatori” ha militato a inizio carriera nella scuderia di Lele Mora per poi litigare ferocemente con Solange e Platinette? Nato in Germania (Frankenthal) nel 1972 da genitori pugliesi, Casalino si è laureato a Bologna in Ingegneria Elettronica con specializzazione in Ingegneria Gestionale. Nel suo curriculum c’era un conseguimento di un master’s degree in Economia presso la Shenandoah University di Winchester, smentito però dall’Università. Nel 2000 partecipa alla prima edizione del Grande Fratello. Si professa “maledettamente esibizionista e voyeur” e arriva quarto. Più o meno in quel periodo rilascia un’odiosa intervista alle Iene, in cui pronuncia frasi schifosamente razziste. L’intervista rispunta magicamente fuori nel 2014, dopo che Casalino aveva criticato l’intervista di Daria Bignardi ad Alessandro Di Battista. La ritrasmettono tutti, compresa Rai3 (Mannoni). Casalino si difende così nel blog di Beppe Grillo: “13 anni fa frequentavo il ‘Centro Teatro Attivo’ di Milano. In un corso di recitazione si sviluppò lo studio dei personaggi e a me fu affidata l’interpretazione di un personaggio snob, classista, xenofobo e omofobo. Per questa interpretazione, dovevo usare un linguaggio paradossale ed estremista.
PER SBEFFEGGIARE l’ipocrisia di molti personaggi pubblici, interpretai questo ruolo politicamente scorretto in una intervista alle Iene, utilizzando lo studio fatto nel corso di recitazione”. Nel 2011 si iscrive al M5S. Un anno dopo si candida alle Regionali lombarde, poi però cambia idea. Nel 2013 è ingaggiato come vice da Claudio Messora, al tempo responsabile della Comunicazione al Senato. L’anno successivo è già il capo comunicazione M5S. Di fatto è lui a decidere chi va e chi no in tivù. E soprattutto con chi. Sta a Di Maio come Filippo Sensi stava a Renzi. Se per esempio la Lombardi va in tivù, è lui a spingere perché il contraddittorio non sia troppo duro. Ogni tanto prende qualche cantonata, tipo scambiare la frase “la toppa peggio del buco” per un vergognoso insulto omofobo (Casalino si è dichiarato bisessuale). Figurarsi: la frase è solo un modo di dire – usato ad esempio da Nereo Rocco – per indicare quando un personaggio cerca di rimediare a un errore con una mossa peggiore della precedente. E al permaloso Casalino capita. Ogni tanto usa i Whatsapp dei giornalisti per “spammarli” con notizie prescindibili e talora complottistiche, tipo il sedicente “broglio” dei voti all’estero che Casalino volle segnalare proprio il 4 marzo (senza che nessuno gliel’avesse chiesto) all’umano mondo. Dopo il voto, è stato Casalino a gestire i colloqui per gli aspiranti nuovi “comunicatori” 5 Stelle. Domande tipo: “A quanto ammonta il reddito di cittadinanza? Cosa è la soglia del 3 per cento? Con quali maggioranze vengono eletti i presidenti delle due Camere?”. Se vuoi contattare un parlamentare 5 Stelle, ti rispondono: “Chiedi a Casalino”. Secondo Enrico Mentana, che di recente lo ha salvato da un imbarazzante fuori onda, “Rocco Casalino fa il suo lavoro né meglio né peggio di tutti gli altri portavoce”. Secondo molti conduttori tivù, è invece uno dei più scaltri e preparati tra i grillini. Di sicuro, essendo uno dei 5 Stelle più sott’esame, nei prossimi mesi capiremo se le critiche che lo riguardano sono giustificate o invece figlie di preconcetti.