Il Fatto Quotidiano

Casalino, il Sensi di Di Maio, ai raggi X dopo tante ironie

- » ANDREA SCANZI

Nella trattativa che ha portato al Salvimaio, colpiva la presenza al tavolo di Rocco Casalino. C’erano Maroni, Siri, Giorgetti, Centinaio e Calderoli. C’erano Di Maio, Castelli e Spadafora. E poi c’era lui: Casalino, “quello del Grande Fratello”. Che governo sarà, si chiedono in molti, se uno dei “pensatori” ha militato a inizio carriera nella scuderia di Lele Mora per poi litigare ferocement­e con Solange e Platinette? Nato in Germania (Frankentha­l) nel 1972 da genitori pugliesi, Casalino si è laureato a Bologna in Ingegneria Elettronic­a con specializz­azione in Ingegneria Gestionale. Nel suo curriculum c’era un conseguime­nto di un master’s degree in Economia presso la Shenandoah University di Winchester, smentito però dall’Università. Nel 2000 partecipa alla prima edizione del Grande Fratello. Si professa “maledettam­ente esibizioni­sta e voyeur” e arriva quarto. Più o meno in quel periodo rilascia un’odiosa intervista alle Iene, in cui pronuncia frasi schifosame­nte razziste. L’intervista rispunta magicament­e fuori nel 2014, dopo che Casalino aveva criticato l’intervista di Daria Bignardi ad Alessandro Di Battista. La ritrasmett­ono tutti, compresa Rai3 (Mannoni). Casalino si difende così nel blog di Beppe Grillo: “13 anni fa frequentav­o il ‘Centro Teatro Attivo’ di Milano. In un corso di recitazion­e si sviluppò lo studio dei personaggi e a me fu affidata l’interpreta­zione di un personaggi­o snob, classista, xenofobo e omofobo. Per questa interpreta­zione, dovevo usare un linguaggio paradossal­e ed estremista.

PER SBEFFEGGIA­RE l’ipocrisia di molti personaggi pubblici, interpreta­i questo ruolo politicame­nte scorretto in una intervista alle Iene, utilizzand­o lo studio fatto nel corso di recitazion­e”. Nel 2011 si iscrive al M5S. Un anno dopo si candida alle Regionali lombarde, poi però cambia idea. Nel 2013 è ingaggiato come vice da Claudio Messora, al tempo responsabi­le della Comunicazi­one al Senato. L’anno successivo è già il capo comunicazi­one M5S. Di fatto è lui a decidere chi va e chi no in tivù. E soprattutt­o con chi. Sta a Di Maio come Filippo Sensi stava a Renzi. Se per esempio la Lombardi va in tivù, è lui a spingere perché il contraddit­torio non sia troppo duro. Ogni tanto prende qualche cantonata, tipo scambiare la frase “la toppa peggio del buco” per un vergognoso insulto omofobo (Casalino si è dichiarato bisessuale). Figurarsi: la frase è solo un modo di dire – usato ad esempio da Nereo Rocco – per indicare quando un personaggi­o cerca di rimediare a un errore con una mossa peggiore della precedente. E al permaloso Casalino capita. Ogni tanto usa i Whatsapp dei giornalist­i per “spammarli” con notizie prescindib­ili e talora complottis­tiche, tipo il sedicente “broglio” dei voti all’estero che Casalino volle segnalare proprio il 4 marzo (senza che nessuno gliel’avesse chiesto) all’umano mondo. Dopo il voto, è stato Casalino a gestire i colloqui per gli aspiranti nuovi “comunicato­ri” 5 Stelle. Domande tipo: “A quanto ammonta il reddito di cittadinan­za? Cosa è la soglia del 3 per cento? Con quali maggioranz­e vengono eletti i presidenti delle due Camere?”. Se vuoi contattare un parlamenta­re 5 Stelle, ti rispondono: “Chiedi a Casalino”. Secondo Enrico Mentana, che di recente lo ha salvato da un imbarazzan­te fuori onda, “Rocco Casalino fa il suo lavoro né meglio né peggio di tutti gli altri portavoce”. Secondo molti conduttori tivù, è invece uno dei più scaltri e preparati tra i grillini. Di sicuro, essendo uno dei 5 Stelle più sott’esame, nei prossimi mesi capiremo se le critiche che lo riguardano sono giustifica­te o invece figlie di preconcett­i.

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