Il Fatto Quotidiano

Il testacoda di Trump: inflessibi­le con l’Iran, conciliant­e con la Cina

Gli Usa minacciano super-sanzioni al regime di Teheran; accordo commercial­e con Pechino

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Idossier s’impilano sulla scrivania di Trump, manco fosse il presidente degli Stati Uniti (e non un magnate che tratta i destini del Mondo come se fossero affari suoi): la guerra delle sanzioni con l’Iran, la tregua dei dazi con la Cina, oggi la pace in Corea, l’Asia gli scorre tra le dita.

A due settimane dall’annuncio dell’uscita degli Usa d a ll ’ accordo sul nucleare con l’Iran, contro l’avviso degli alleati europei, oltre che di Onu, Russia e Cina, il segretario di Stato Mike Pompeo agita il bastone delle “sanzioni più forti della storia” contro Teheran, se l’Iran “non cambia corso”. La carota è la fine delle sanzioni e il ritorno alla pienezza dei rapporti diplomatic­i e commercial­i, se il regime iraniano compie “camb iamenti significat­ivi”.

L’IRAN, PER ORA, non ha neppure risposto. L’unico leader ad apprezzare l’approccio americano il premier israeliano Netanyahu: “Solo così si può garantire la pace”, dice. Da Mosca, invece, fonti diplomatic­he notano che simili annunci rischiano di rafforzare l’approccio radicale di Teheran sulle questioni regionali, a iniziare dalla Siria.

All’Iran, Pompeo ha presentato una lista di 12 ‘richieste base’: fra l’altro, interrompe­re l’ar ricchim ento d’uranio (anche quello consentito per usi civili), consentire l’accesso “a tutti i siti in tutto il Paese”, togliere il sostegno agli Huthi (ribelli sciiti yemeniti), ritirare le forze dalla Siria, porre fine alle minacce verso Israele e liberare cittadini americani detenuti. L’aumento della tensione sul fronte iraniano, dove Teheran valuta insufficie­nte l’appoggio europeo all’intesa nucleare e promette all’Ue livelli d’export energetico invariati, segue d’un giorno il calo della tensione sul fronte cinese. “Mettiamo in pausa la guerra commercial­e”, dice Steven Mnuchin, segretario al Tesoro, salvo correggers­i: “Nessuna guerra, solo disputa commercial­e”.

La tregua – dazi sospesi, negoziati protratti è finita sotto tiro dall’ala ‘trumpiana’ più protezioni­stica. Tempo dieci giorni e scadrà la dilazione sui dazi concessa all’Europa fino al 1° giugno: la trattativa prosegue, l’esito resta incerto, come lo sono le prospettiv­e del negoziato con la Nord Corea: Trump riceverà oggi il presidente sudcoreano Moon Jae-in, gran tessitore della pace.

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Ansa Muscolare Trump

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