Conte si presenta ai partiti E si fa benedire da Visco
Il presidente incaricato incontra tutti e prende appunti. I nodi: prescrizione, flat tax e vincolo di mandato
Almeno ai professori come lui dà del tu. Cerimonie ridotte al minimo, il contratto gialloverde poggiato sul tavolo, un funzionario seduto accanto per prendere appunti. L’incaricato Giuseppe Conte ha imparato presto l’arte dell’arrangiarsi nei palazzi della politica: dice a tutti quello che più o meno vogliono sentirsi dire. Così, ieri, nei resoconti delle consultazioni con i partiti, si è versato un gran miele. “Determinato, ma non impositivo”, “giurista che non sale in cattedra”, “consapevole delle architetture nazionali e sovranazionali”. Insomma, per dirla con il capogruppo di LeU alla Camera, Federico Fornaro, “era più grillino Renzi di lui”.
SARÀ che come rappresentante dei “barbari” il professor Conte è parecchio distante dall’identikit previsto. Così, una volta fatte le presentazioni, tutti hanno voluto esprimergli solidarietà per la campagna sul curriculum “gonfiato”. Lui, raccontano, è apparso rammaricato, ma non teso. Ha parlato poco Conte, anche perché - esclusi i Fratelli d’Italia – nessuno si è avventurato troppo in domande. La delegazione guidata da Giorgia Meloni se n’è andata delusa: “Ha rimandato troppe risposte – dice il capogruppo alla Camera Fabio Rampelli –. Non ha alcuna autonomia”. I rappresentanti del Pd, invece, raccontano di avergli contestato che sulla green economy, che lui elogiava, “nel contratto c’è solo un titolo...”.
Ha ascoltato, il premier incaricato. E la maggior parte degli appunti è dedicata a tre questioni, sollevate da più fronti: la riforma della prescrizione e il vincolo di mandato, su cui però Conte si sarebbe limitato a prendere nota, e poi la flat tax. Solo qui, si apprende, Conte avrebbe annuito a chi sollevava dubbi di costituzionalità: “Dovremo tenerne conto, quando scriveremo il testo”. Indizi che fanno dire, ancora alla Meloni, che il governo nasce con “una forte impronta M5S”. Berlusconi, al termine del colloquio, non ha parlato. Si è chiuso prima in una stanza con il leader della Lega e poi a palazzo Grazioli con i maggiorenti di Forza Italia (che hanno ribadito il no alla fiducia). Per lui, ha parlato Salvini: “Penso abbia avuto una impressione positiva”.
La lista dei ministri Ancora in bilico Economia, Esteri, Difesa e Infrastrutture: scende Castelli, sale Giorgetti I numeri
DI CERTOc’è che Giuseppe Conte chiude la giornata con quattro voti in più di quelli con cui l’aveva cominciata. Ha incassato il sì di due ex M5S (Maurizio Buccarella e Carlo Martelli), di due del Maie (Riccardo Merlo e Adriano Cario) e anche l’apprezzamento degli autonomisti: al Senato, dove la maggioranza assoluta era solo di sei parlamentari, non si buttano via.
Tra oggi e domani, l’incaricato, salirà al Quirinale con la lista dei ministri, non prima di aver visto i due firmatari del contratto, che ieri sera erano ancora alle prese con le caselle dell’esecutivo. L’equilibrista marcia dritto: dopo le vittime di Etruria & C., stamattina vedrà Ignazio Visco. Forte dello I senatori che ieri hanno annunciato la fiducia all’ipotetico governo Conte La maggioranza che sarebbe pronta a sostenere l’esecutivo gialloverde