Incidente a Caluso, rimpallo di responsabilità
2 morti, 23 feriti Un treno contro un tir al passaggio a livello. È stato un errore umano. Da stabilire di chi
In
mezzo alla campagna di Caluso, tra Torino e Ivrea, ci sono tre vagoni deragliati. La locomotiva del treno regionale Torino- Ivrea, che mercoledì intorno alle 23:20 si è scontrato contro il rimorchio di un tir all’altezza di un passaggio a livello, è ribaltata su un campo e la seconda carrozza si è sovrapposta alla motrice. Alcuni pensionati arrivano a guardare i rottami e a formulare ipotesi, quasi dimenticando che due persone sono morte per l’incidente.
INVECE Paolo Artizzu, 72 anni, è stato tra i primi a prestare soccorso: “Stavo mangiando una minestrina quando ho sentito un boato”, racconta l’uomo che abita a pochi metri dal luogo dello scontro. “La casa ha cominciato a tremare”, aggiunge sua moglie Carmela Varesano. Insieme al figlio Giovanni e al genero, Artizzu esce e cerca di dare una mano mentre la donna chiama i soccorsi. “Un ferito ha camminato dal campo verso casa, poi lo abbiamo tirato su – continua l’uomo –. Abbiamo aperto una delle porte dei vagoni e c’era un signore ferito, ma sveglio, e una donna con la gamba rotta”.
In totale i feriti sono 23. La più grave è la capotreno, Morena Gauna, 35 anni: ricoverata all’ospedale Cto di Torino con diversi traumi, è stata operata d’urgenza per stabilizzare una frattura al bacino. Ora è in Rianimazione intubata e in coma farmacologico. Hanno invece perso la vita il macchinista Roberto Madau, 61enne a cui mancavano pochi mesi alla pensione, e Stefan Aureliana, 64enne che guidava il mezzo di scorta al “trasporto eccezionale”. Quest’ultimo aveva preceduto il passaggio del tir sul passaggio a livello che – questa è la dinamica da chiarire – avrebbe attraversato i binari nonostante il lampeggiante rosso che annuncia l’arrivo del treno fosse già in azione. Accortosi di quanto stava accadendo, Aureliana sarebbe sceso per cercare di rimedia- re, ma è stato travolto. Illeso l’autista del camion, il 39enne lituano Darius Zujis, che – indagato di disastro ferroviario – ieri pomeriggio è stato interrogato dal procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando: “Ha spiegato che seguiva passo passo quello che gli dicevano le tre auto di scorta che gli davano tutte le indicazioni del percorso – ha riassunto il pm, che coordina le indagini della Polizia ferroviaria –. I- noltre ha detto che quando il semaforo è diventato rosso e ha sentito il suono non è riuscito a fare retromarcia. La cabina è passata, mentre la sbarra del passaggio a livello si è incastrata tra il rimorchio e la cabina stessa. Se fosse rimasta sollevata avrebbe inviato un alert al treno, che avrebbe potuto frenato in anticipo”.
AL MOMENTO “il punto cruciale da chiarire sono le comunicazioni fatte o non fatte dalla ditta che si occupa delle scorte con la polizia stradale, le Ferrovie, l’Anas e tutti i soggetti che sono chiamati ad organizzare il passaggio di un transito eccezionale”, ha concluso Ferrando. Ieri Anas ha sostenuto che la ditta di trasporto “non ha rispettato le condizioni generali di utilizzo dell’autorizzazione da parte di Anas” con cui era obbligata a “non impegnare attraversamenti di passaggi a livello”. Molti abitanti della zona, però, raccontano che quel passaggio ha dei tempi troppo rapidi: “Tra la chiusura e il passaggio restano 15 o 20 secondi”, racconta Artizzu. Da anni, inoltre, comitati di pendolari e Legambiente denun- ciano i pericoli di quegli incroci sulla Torino-Ivrea-Aosta. Secondo i primi accertamenti, però, il funzionamento era regolare.