Il Fatto Quotidiano

Incidente a Caluso, rimpallo di responsabi­lità

2 morti, 23 feriti Un treno contro un tir al passaggio a livello. È stato un errore umano. Da stabilire di chi

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

In

mezzo alla campagna di Caluso, tra Torino e Ivrea, ci sono tre vagoni deragliati. La locomotiva del treno regionale Torino- Ivrea, che mercoledì intorno alle 23:20 si è scontrato contro il rimorchio di un tir all’altezza di un passaggio a livello, è ribaltata su un campo e la seconda carrozza si è sovrappost­a alla motrice. Alcuni pensionati arrivano a guardare i rottami e a formulare ipotesi, quasi dimentican­do che due persone sono morte per l’incidente.

INVECE Paolo Artizzu, 72 anni, è stato tra i primi a prestare soccorso: “Stavo mangiando una minestrina quando ho sentito un boato”, racconta l’uomo che abita a pochi metri dal luogo dello scontro. “La casa ha cominciato a tremare”, aggiunge sua moglie Carmela Varesano. Insieme al figlio Giovanni e al genero, Artizzu esce e cerca di dare una mano mentre la donna chiama i soccorsi. “Un ferito ha camminato dal campo verso casa, poi lo abbiamo tirato su – continua l’uomo –. Abbiamo aperto una delle porte dei vagoni e c’era un signore ferito, ma sveglio, e una donna con la gamba rotta”.

In totale i feriti sono 23. La più grave è la capotreno, Morena Gauna, 35 anni: ricoverata all’ospedale Cto di Torino con diversi traumi, è stata operata d’urgenza per stabilizza­re una frattura al bacino. Ora è in Rianimazio­ne intubata e in coma farmacolog­ico. Hanno invece perso la vita il macchinist­a Roberto Madau, 61enne a cui mancavano pochi mesi alla pensione, e Stefan Aureliana, 64enne che guidava il mezzo di scorta al “trasporto eccezional­e”. Quest’ultimo aveva preceduto il passaggio del tir sul passaggio a livello che – questa è la dinamica da chiarire – avrebbe attraversa­to i binari nonostante il lampeggian­te rosso che annuncia l’arrivo del treno fosse già in azione. Accortosi di quanto stava accadendo, Aureliana sarebbe sceso per cercare di rimedia- re, ma è stato travolto. Illeso l’autista del camion, il 39enne lituano Darius Zujis, che – indagato di disastro ferroviari­o – ieri pomeriggio è stato interrogat­o dal procurator­e capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando: “Ha spiegato che seguiva passo passo quello che gli dicevano le tre auto di scorta che gli davano tutte le indicazion­i del percorso – ha riassunto il pm, che coordina le indagini della Polizia ferroviari­a –. I- noltre ha detto che quando il semaforo è diventato rosso e ha sentito il suono non è riuscito a fare retromarci­a. La cabina è passata, mentre la sbarra del passaggio a livello si è incastrata tra il rimorchio e la cabina stessa. Se fosse rimasta sollevata avrebbe inviato un alert al treno, che avrebbe potuto frenato in anticipo”.

AL MOMENTO “il punto cruciale da chiarire sono le comunicazi­oni fatte o non fatte dalla ditta che si occupa delle scorte con la polizia stradale, le Ferrovie, l’Anas e tutti i soggetti che sono chiamati ad organizzar­e il passaggio di un transito eccezional­e”, ha concluso Ferrando. Ieri Anas ha sostenuto che la ditta di trasporto “non ha rispettato le condizioni generali di utilizzo dell’autorizzaz­ione da parte di Anas” con cui era obbligata a “non impegnare attraversa­menti di passaggi a livello”. Molti abitanti della zona, però, raccontano che quel passaggio ha dei tempi troppo rapidi: “Tra la chiusura e il passaggio restano 15 o 20 secondi”, racconta Artizzu. Da anni, inoltre, comitati di pendolari e Legambient­e denun- ciano i pericoli di quegli incroci sulla Torino-Ivrea-Aosta. Secondo i primi accertamen­ti, però, il funzioname­nto era regolare.

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Ansa Sulla linea Torino-Aosta Il luogo dell’incidente nei pressi di Caluso, nel Canavese

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