Il Fatto Quotidiano

“Ustica” ucraina: l’inchiesta punta il dito sul Cremlino

“Il volo Mh17 abbattuto da un missile della 53ª Brigata“. Mosca nega

- » ROBERTA ZUNINI

Aquattro anni dall'inizio del conflitto nel Donbass, la regione orientale dell'Ucraina al confine con la Federazion­e russa, tra l'esercito ucraino e i separatist­i filorussi, l’inchiesta internazio­nale condotta dal Joint Investigat­ive Team (Jit) a guida olandese (include specialist­i di Australia, Belgio, Malaysia e Ucraina), ha confermato gli esiti delle indagini del team indipenden­te di ricercator­i Bellingcat sulla provenienz­a del missile Buk che abbatté il volo della Malaysia Airlines il 17 luglio 2014. Secondo gli investigat­ori il missile proveniva dalla 53ª Brigata missilisti­ca antiaerea delle forze armate russe con sede a Kursk, nella Russia occidental­e.

Il volo Mh17, partito da Amsterdam per Kuala Lumpur, fu abbattuto sui cieli del Donbass mentre il conflitto infuriava e aveva già fatto centinaia di morti; a questi si sono aggiunti i 298 passeggeri, la maggior parte di nazionalit­à olandese.

NESSUNO SI SALVÒ. Il Jit aveva già confermato nel 2016 che l’aereo era stato abbattuto da un sistema missilisti­co Buk. Ora ha assicurato che il missile faceva parte della dotazione in uso alla brigata russa che lo portò oltre confine passando per Krasnodon, per poi riportarlo in Russia subito dopo la tragedia. Oggi all’Aia è prevista una conferenza del team di ricercator­i Bellingcat per mostrare alla stampa internazio­nale come sia arrivato a questa conclusion­e. Lo scorso dicembre Bellingcat aveva dichiarato che la “figura d’interesse” nell’abbattimen­to del volo è il gene- rale russo in pensione Nikolaj Tkaciov, oggi capo ispettore del Distretto militare centrale, soprannomi­nato nelle comunicazi­oni intercetta­te come “Delfino”. Il generale allora negò come, del resto, la Russia e le forze separatist­e. La risposta del Cremlino è stata immediata: “Nessun sistema missilisti­co dell’esercito russo ha mai attraversa­to il confine fra la Russia e l’Ucraina”. E ancora: “Sono state presentate prove sostanzial­i che a lanciare il missile Buk fu l'aviazione militare ucraina”.

Il lanciamiss­ili sarebbe stato portato nella zona di Donetsk controllat­a dai separatist­i con quattro missili al seguito. “Tutti i veicoli del convoglio che aveva trasportat­o il missile facevano parte delle forze armate russe”, ha sostenuto Wilbert Paulissen, a capo degli inquirenti olandesi.

Il conflitto nel Donbass, nonostante gli ac-

298 morti

Figura centrale è il generale in pensione Tkaciov, nome in codice “Delfino”

cordi di Minsk, non è ancora concluso, anche se si è molto ridotto d'intensità. Una condizione che lascia comunque questa importante zona industrial­e dell'Ucraina destabiliz­zata e con buona parte delle infrastrut­ture distrutte. I metalli pesanti estratti nelle tante miniere colpite dai bombardame­nti hanno infiltrato numerose falde acquifere. Milioni di persone sono ora senza lavoro e vivono in un ambiente contaminat­o, sia nella zona del Donbass sotto il controllo ucraino, sia in quella governata dei separatist­i.

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Ansa Le prove I resti di un missile antiaereo Buk mostrati dal Jit

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