COTTARELLI FUGGE DAL RETRO TORNA CONTE?
Caos Tutto pronto per il giuramento, ma l’esecutivo neutrale non parte. Nuovi scenari con la volontà di ridestare il patto gialloverde e pericolo urne il 29 luglio
IL PREMIER, SENZA MINISTRI NÉ VOTI, EVAPORA SI RIPARTE DAL CONTRATTO M5S-LEGA (SENZA SAVONA?) DI MAIO DÀ RETTA A GRILLO: NIENTE IMPEACHMENT
Ore 17:20, afa al Colle. I corazzieri lasciano sguarnita la porta che conduce allo studio alla Vetrata di Sergio Mattarella. È il segnale che il professor Cottarelli non ha sciolto la riserva, il giuramento s’allontana.
Il governo neutrale è ancora virtuale, pare che un paio di candidati ministri siano titubanti e le ragioni sono lampanti: l’esecutivo di Cottarelli – con l’astensione persino del Partito democratico – si prepara a schiantarsi contro la più vistosa sfiducia parlamentare della Repubblica, mentre in aula – parola del leghista Giancarlo Giorgetti – prende corpo e vita la maggioranza Movimento- Carroccio. Un pericoloso pastrocchio. I ministri reticenti sono Enzo Moavero Milanesi ai Rapporti con l’Unione europea e Guido Tabellini all’Economia. “E non solo loro”, aggiunge una fonte senza far nomi.
ORE 17:45. Il primo arcano è svelato, il resto s’i n c a rt a . Cottarelli è uscito dal retro del Quirinale e riemerge mentre rientra nell’ufficio di Montecitorio. Il cortocircuito scatena le più disparate ipotesi: Cottarelli rinuncia per non intestarsi una figuraccia storica ( il termine è impegnativo e anche appropriato), Paolo Gentiloni por- ta l’Italia al voto il 29 di luglio. Uno scenario che non dispiace ai renziani, così Gentiloni è costretto a rinunciare alla guida del centrosinistra. Dettagli.
ORE 18:30. Cottarelli e il Quirinale comunicano in simultanea: smentita la fuga definitiva del professore, ma confermati i dubbi sulla lista dei ministri. Chi ha risposto “presente” all’appello di Cottarelli è in sospeso, riceve soltanto una generica indicazione: “Aspettiamo domani”. Qualcosa accade: non è percettibile, ma accade.
ORE 20:00. Cottarelli abban- dona pure la Camera e assicura che il “lavoro prosegue”, Giuseppe Conte – l’ex presidente incaricato dei Cinque Stelle – riprende il treno da Firenze (dove insegna) per Roma e s’aggira in zona Camera, l’abile Giorgetti – l’acclamato Giorgetti – diserta la riunione dei capigruppo. Altre indiscrezioni, altri pano- rami, forse un sentimento comune, l’ennesima sterzata mediatica: i leghisti e, soprattutto, Luigi Di Maio sedano l’assalto al Quirinale. I Cinque Stelle si dichiarano pronti a “collaborare con Mattare lla ”, dunque non più sul banco degli imputati per alto tradimento della Costituzione per la bocciatura di Paolo Savona al Tesoro. Al Colle, tra i ghirigori, annotano.
ORE 21:00. Da luoghi imprecisati, Cottarelli riempie a fatica le dodici caselle dei ministri. Non c’è Raffaele Cantone che, con eleganza, ricorda che all’Autorità Anti-corruzione ha ancora due anni di mandato, non due mesi. Il giuramento di Cottarelli – che può saltare o avverarsi presto – non impedisce ai gialloverdi di riprovare col governo sfruttando la parentesi dal passaggio della campanella a Palazzo Chigi al discorso d’insediamento con voto in Senato. Il professore rallenta, ma c’è una data: il 7
I candidati reticenti Moavero e Tabellini, tra gli altri, ancora non danno l’ok per entrare in squadra
di giugno. Un presidente italiano quel giorno dovrà partire per il Canada per partecipare al G7. Al Quirinale registrano la rivoluzione dialettica dei Cinque Stelle – Di Maio ha compreso che Mattarella resta lì fino al 2022 e non può ignorarlo – e scrutano le sempre raffinate strategie dei leghisti. ORE 22:00. S’affaccia la prima notte di trattativa per una clamorosa ricucitura fra i gialloverdi e il Quirinale su spinta dei Cinque Stelle, l’ultimo tentativo per scongiurare le urne in piena estate con il Parlamento sciolto e una maggioranza che si sente forte.