Il Fatto Quotidiano

“Cancello subito la svuota-carceri E basta bavagli” DE CAROLIS E RODANO

Fiducia anche alla Camera: 350 sì. Parla il ministro Bonafede (Giustizia) “Niente cella ai condannati fino a quattro anni? Mina la certezza della pena”. Intervento sulle intercetta­zioni

- » LUCA DE CAROLIS

Interverrà sul decreto sulle intercetta­zioni. Riscriverà il decreto attuativo della riforma penitenzia­ria, “perché mina la certezza della pena”. E sulla riforma della prescrizio­ne promette che “si farà”. In pillole, i primi obiettivi del neo- ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Uno dei maggiorent­i dei Cinque Stelle, dimaiano di ferro. L’avvocato che ha portato nel Movimento un collega, l’attuale premier Giuseppe Conte.

Bonafede, il Guardasigi­lli a 5Stelle. Bel peso, no? Appena arrivato in ministero venerdì ho voluto incontrate tutti i dipendenti, per far capire che ci deve essere un nuovo rapporto tra la politica e chi lavora nell’amministra­zione. Qual è la prima cosa da fare?

La prima urgenza che mi sono ritrovato è quella di Bari, dove le udienze del tribunale penale si tengono nelle tende (per il crollo della sede del tribunale e della procura, ndr). Domani (oggi, ndr) sarò in città per ascoltare tutti e far sentire ai cittadini e agli operatori la vicinanza dello Stato. Mentre in giro qualcuno blatera di giustizial­ismo, io mi occupo dei tribunali.

Di cosa parla?

Nel dibattito sulla fiducia i partiti ci hanno solo accusato di giustizial­ismo, senza entrare nel merito delle nostre proposte di governo.

E allora entriamoci nel merito. L’Associazio­ne nazionale magistrati le chiede di fermare l’entrata in vigore del decreto sulle intercetta­zioni, fissata per il 21 luglio, “perché mancano le strutture”. Ed è contraria alla forma, proprio come Lega e M5S. Cosa farà?

Noi come 5Stelle, e anche la Lega, siamo stati critici rispetto al decreto, perché porre come unico filtro alla raccolta delle informazio­ni la polizia giudiziari­a crea una lacuna, che non tutela nè gli indagati nè gli inquirenti. Di fatto, quel decreto non piace a nessuno degli operatori del diritto. E poi manca la strumentaz­ione, come le sale d’ascolto.

Quindi cosa farà? Sicurament­e interverre­mo nei prossimi giorni. Rinvierete l’entrata in vigore del testo? Valuteremo come intervenir­e. E di sicuro mi confronter­ò sul tema con i gruppi parlamenta­ri. Lo farò su tutte le grandi questioni, almeno con i capigruppo.

Non pensa che si sia anche abusato dell’uso delle intercetta­zioni in questi anni? C’è gente che ne è uscita devastata.

Una regolament­azione più chiara può essere utile. Ma questo non può mai comprimere la libera informazio­ne. Un altro nodo è il decreto attuativo della riforma penitenzia­ria, che estende le misure alternativ­e al carcere. Quel provvedime­nto mina alla base il principio della certezza della pena. Interverre­mo sicurament­e. Ma dobbiamo capire se si può riscrivere il decreto attuativo, non incorrendo nell’eccesso di delega, oppure se sarà necessaria rifare l’intera legge delega.

Che punti toccherebb­e? Innanzitut­to, l’allargamen­to della platea con l’estensione della sospension­e della pena ai condannati fino a 4 anni di carcere (ora ne possono beneficiar­e i condannati fino a 3 anni, ndr).

Allargare l’applicazio­ne delle misure alternativ­e è una misura di civiltà, nonché un modo per decongesti­onare le carceri, non crede?

Sono solo interventi deflattivi. Servono provvedime­nti struttural­i.

Ne costruiret­e di nuove, pro- mette il contratto. Quante e con quali soldi?

La priorità sarà ristruttur­are gli istituti attuali, che spesso hanno settori chiusi per assenza di manutenzio­ne. E faremo presto delle stime dei costi. Ma questo non è fatto in ottica punitiva. Vogliamo garantire l’umanità della pena, e crediamo nella sua funzione rieducativ­a, che per noi passa innanzitut­to attraverso il lavoro in carcere.

Parliamo di prescrizio­ne. Voi la vorreste far partire dal rinvio a giudizio, ma la Lega ha moltissimi dubbi.

Nel contratto di governo prevediamo di riformarla.

Sarà un nodo enorme. L’abbiamo messa nel contratto. Quindi c’è la volontà comune di lavorarci.

Lei si lamentava delle accuse di giustizial­ismo. Ma voler cancellare la proporzion­alità tra offesa e reazione nella legittima difesa scatenerà un Far West.

Nessun Far West. Ma nell’attuale legge ci sono zone d’ombra che costringon­o molti cittadini che si sono difesi a essere sottoposti a tre gradi di giudizio. Vanno cancellate.

È vero che chiamerà i magistrati Nino Di Matteo e Piercamill­o Davigo a collaborar­e con lei

È prematuro parlare di nomi, devo costruire la squadra. Ma delle correnti nella magistratu­ra cosa ne pensa? Penso che l’associazio­nismo sia un bene, ma che le distorsion­i del correntism­o vadano combattute. E lo dico da avvocato che conosce le aule di giustizia.

Oggi Conte ha attaccato l’Anac, parlando di risultati deludenti. Condivide?

A mio avviso voleva solo dire che servono norme più chiare per facilitarn­e il lavoro.

Lei è soddisfatt­o del lavoro dell’Anac? Assolutame­nte sì.

LE REGOLE SUGLI ASCOLTI

Porre come unico filtro la polizia giudiziari­a non tutela nessuno, mancano le sale d’ascolto Interverre­mo prima dell’entrata in vigore LE PENE ALTERNATIV­E

Sospendere le condanne fino a 4 anni mina la certezza della pena, vedremo se riscrivere le norme attuative senza eccedere la legge delega

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LaPresse Guardasigi­lli Il deputato grillino Alfonso Bonafede
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