Di Maio avverte: “Inizia il secondo mandato”
Il capo M5S spegne eventuale malumori. E osserva: “Mi chiedete tutti un posto”
Èdi buonumore, Luigi Di Maio. E dopo pranzo si compiace dell’ultimo arrivato a San Gregorio Armeno: in mezzo a lui e a Matteo Salvini, gli artigiani del presepe napoletano hanno piazzato il presidente Conte con cravatta azzurra e corno rosso, che non guasta mai.
Serve fortuna, al nuovo governo. E pure tanta disciplina. Il capo dei Cinque Stelle lo ha spiegato all’assemblea dei parlamentari di martedì sera. “Vi comunico che da domani - dopo il voto di fiducia - comincia la XVIII legislatura e di conseguenza anche il secondo mandato per molti di noi”. Un annuncio apparentemen- te piano, che invece alle orecchie degli astanti è suonato mefitico.
Come noto, le Camere si sono aperte tre mesi fa. La lunga crisi che ha portato alla formazione del governo per gli eletti del Movimento aveva come sottinteso che, in caso di fine prematura della legislatura, sarebbe stata concessa una deroga alla regola per cui ogni parlamentare può restare in carica al massimo per due mandati. Ecco, con quella frase sibillina, martedì Di Maio ha comunicato a deputati e senatori che la finestra di tolleranza si è chiusa. Tradotto, se il governo cade - direbbe l’alleato gialloverde Salvini - la pacchia è finita.
Così, pacatamente, il capo M5S ha messo sul piatto un bel carico di responsabilità per i sostenitori dell’esecutivo. Un avvertimento a futura memoria, certo. Anche perché adesso, per dirla ancora con Di Maio, “mi state chiamando tutti per chiedere un posto”, mica per minare la tenuta del governo neonato.
“SA COME MUOVERSI”, il vicepremier che governerà due super-ministeri: chi ha visto i suoi primi passi al Mise e al Lavoro smentisce le ironie sui marziani. “Il sistema resiste e in questi giorni sta facendo di tutto per non mollare - spiegano - Ma Di Maio non è per niente uno sprovveduto”. Qualcosa, però, la dovrà mollare lui: la delega alla Teleco- municazioni, per dire, rivendicata dalla Lega e tra le più attenzionate da Silvio Berlusconi: si parla di Alessandro Morelli, che ieri in tv ha praticamente esposto il suo programma da sottosegretario. I Cinque Stelle provano a non cedere, magari affidandosi al fede- lissimo di Casaleggio, Stefano Buffagni. Tutto si deciderà tra quattro o cinque giorni: al suo rientro dal Canada, domenica, il premier Giuseppe Conte vedrà la bozza di sottogoverno messa a punto da Di Maio e Salvini in queste ore. Ci hanno lavorato anche ieri, prima di partire per le città al voto il 10 giugno. I leader di Lega e M5S si divideranno tra Brindisi, Avellino e Brescia, ognuno sperando di tirare a sé la fune dei rapporti di forza tra i due alleati-concorrenti. Con tanto daffare, nessuno dei due ha avuto il tempo per il consueto passaggio di consegne coi predecessori. Marco Minniti se n’è doluto in tv, un paio di sere fa (“Ho chiamato Salvini tramite la batteria del Viminale ma non mi ha risposto”). Carlo Calenda, antenato di Di Maio al Mise, ha inscenato in un video il colloquio virtuale. A fianco a lui, un cartonato di Churchill. Difficile che, per l’ex ministro, stesse ad indicare l’interlocutore mancante.