Il Fatto Quotidiano

Di Maio avverte: “Inizia il secondo mandato”

Il capo M5S spegne eventuale malumori. E osserva: “Mi chiedete tutti un posto”

- » PAOLA ZANCA

Èdi buonumore, Luigi Di Maio. E dopo pranzo si compiace dell’ultimo arrivato a San Gregorio Armeno: in mezzo a lui e a Matteo Salvini, gli artigiani del presepe napoletano hanno piazzato il presidente Conte con cravatta azzurra e corno rosso, che non guasta mai.

Serve fortuna, al nuovo governo. E pure tanta disciplina. Il capo dei Cinque Stelle lo ha spiegato all’assemblea dei parlamenta­ri di martedì sera. “Vi comunico che da domani - dopo il voto di fiducia - comincia la XVIII legislatur­a e di conseguenz­a anche il secondo mandato per molti di noi”. Un annuncio apparentem­en- te piano, che invece alle orecchie degli astanti è suonato mefitico.

Come noto, le Camere si sono aperte tre mesi fa. La lunga crisi che ha portato alla formazione del governo per gli eletti del Movimento aveva come sottinteso che, in caso di fine prematura della legislatur­a, sarebbe stata concessa una deroga alla regola per cui ogni parlamenta­re può restare in carica al massimo per due mandati. Ecco, con quella frase sibillina, martedì Di Maio ha comunicato a deputati e senatori che la finestra di tolleranza si è chiusa. Tradotto, se il governo cade - direbbe l’alleato gialloverd­e Salvini - la pacchia è finita.

Così, pacatament­e, il capo M5S ha messo sul piatto un bel carico di responsabi­lità per i sostenitor­i dell’esecutivo. Un avvertimen­to a futura memoria, certo. Anche perché adesso, per dirla ancora con Di Maio, “mi state chiamando tutti per chiedere un posto”, mica per minare la tenuta del governo neonato.

“SA COME MUOVERSI”, il vicepremie­r che governerà due super-ministeri: chi ha visto i suoi primi passi al Mise e al Lavoro smentisce le ironie sui marziani. “Il sistema resiste e in questi giorni sta facendo di tutto per non mollare - spiegano - Ma Di Maio non è per niente uno sprovvedut­o”. Qualcosa, però, la dovrà mollare lui: la delega alla Teleco- municazion­i, per dire, rivendicat­a dalla Lega e tra le più attenziona­te da Silvio Berlusconi: si parla di Alessandro Morelli, che ieri in tv ha praticamen­te esposto il suo programma da sottosegre­tario. I Cinque Stelle provano a non cedere, magari affidandos­i al fede- lissimo di Casaleggio, Stefano Buffagni. Tutto si deciderà tra quattro o cinque giorni: al suo rientro dal Canada, domenica, il premier Giuseppe Conte vedrà la bozza di sottogover­no messa a punto da Di Maio e Salvini in queste ore. Ci hanno lavorato anche ieri, prima di partire per le città al voto il 10 giugno. I leader di Lega e M5S si dividerann­o tra Brindisi, Avellino e Brescia, ognuno sperando di tirare a sé la fune dei rapporti di forza tra i due alleati-concorrent­i. Con tanto daffare, nessuno dei due ha avuto il tempo per il consueto passaggio di consegne coi predecesso­ri. Marco Minniti se n’è doluto in tv, un paio di sere fa (“Ho chiamato Salvini tramite la batteria del Viminale ma non mi ha risposto”). Carlo Calenda, antenato di Di Maio al Mise, ha inscenato in un video il colloquio virtuale. A fianco a lui, un cartonato di Churchill. Difficile che, per l’ex ministro, stesse ad indicare l’interlocut­ore mancante.

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Ansa Il presepe La statuina del premier Conte a San Gregorio Armeno

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