Socialismo L’agonia centrista del Pd, partito governista non immune da virus
“Non c’è neppure un ministro inquisito o condannato, ed è la prima volta dal 1994”.
Così Marco Travaglio nel suo editoriale di venerdì 1 giugno. Certo, in un Paese normale non farebbe notizia, ma non in Italia. Siamo talmente abituati a vivere nel marciume che quasi non ci spaventa più nulla.
Ma vuoi o non vuoi il cambiamento arriva sempre. Winston Churchill, a tal proposito, narrava che non sempre cambiare equivale a migliorare, ma che per migliorare bisogna cambiare. Comunque andrà, in qualche modo è già storia... DIRITTO DI REPLICA Nell’articolo intitolato “Movida milanese: pizza e hamburger, il debito con il clan” del 2 giugno, si fa riferimento ad un asserito debito dei fratelli Iorio con un clan camorristico.
In realtà le indagini hanno escluso la fondatezza di tale circostanza. Torre Mariano, divenuto collaboratore di giustizia, ha riferito alla A.G. che ai fratelli D’Ari era stato fatto credere che il “Clan Lo Russo” avesse investito circa 200.000 euro nel ristorante Pizza Margherita durante la gestione dei fratelli Iorio.
Lo stesso Torre, soggetto di vertice del gruppo camorristico “Lo Russo”, per definire l’operazione compiuta ai danni dei fratelli D’Ari, avrebbe utilizzato l’espressione “Mattonella”, a indicare che il riferimento ad un preteso debito dei fratelli Iorio con l’organizzazione criminale fosse frutto di mera invenzione, funzionale esclusivamente alla realizzazione della condotta truffaldina ed estorsiva. Prendo atto della precisazione. In merito all’articolo pubblicato in data 3 giugno 2018 su Il Fatto “COME TUTTE LE SCISSIONI socialiste italiane di questo secolo, essa non fu la causa di successive sconfitte ma l’effetto di una sconfitta già consumata”. Sono parole di Vittorio Foa, e gli furono suggerite dall’esperienza della scissione che nel 1947 fu guidata da Saragat. Le faccio mie adattandole ai 27 anni seguiti dopo l’uscita del libro di Foa: a sinistra le scissioni, e le abborracciate riunificazioni, e le rifondazioni sedicenti radicali quanto improvvide, e l’apertura delle porte a veri cavalli di Troia, come nel caso del Pd con Renzi, non sono la causa di successive sconfitte, ma l’effetto di sconfitte già consumate. E a conferma della mia tesi riprendo altre parole di Foa: “Giuseppe Saragat che aveva scelto la rottura coi comunisti per confermare il suo impegno democratico, era stato rapidamente assorbito da un’area centrista nella quale qualsiasi riforma socialista, anche la più moderata, non poteva trovare posto”. Nel 2007, Walter Veltroni, che in una sorta di assurdo autodafé ha pure dichiarato di non essere mai stato comunista, e senza bisogno di rompere con nessuno, ha fondato un assurdo partito in cui qualsiasi riforma, anche la più moderata, senza nessuna stilla di socialismo, poteva trovare posto, ed in cui ha fatalmente trionfato un democristiano centrista più centrista di qualsiasi democristiano d’annata. O a sinistra si riparte dal riconoscimento delle sconfitte e delle cause, e dall’attualità della parola “socialismo”, oppure non resta che aspettare che nascano le generazioni a noi pronipoti. CARO MELANDRI, a distanza di un decennio esatto dalla fondazione del Partito democratico ho ormai consolidato il mio sospetto che quella non fosse un’ambiziosa operazione politica e culturale ma semplicemente la somma di due debolezze, quelle di Ds e Margherita, con l’illusione di fermare l’erosione del consenso per il centrosinistra. Il Q uo ti d ia no dal titolo “I nd u st ri a 4.0, basta far pedinare l’operaio scomodo” Electrolux tiene a precisare che Augustin Breda non è un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
La valutazione dei rischi inerenti le postazioni lavorative è una prerogativa e un dovere aziendale che viene svolta da istituti specializzati e da istituti universitari con competenze riconosciute a livello internazionale. È l’azienda a promuovere sempre per prima la tu- Pd, infatti, non ha mai vinto le elezioni politiche: né con Veltroni, né con Bersani, né con Renzi. Spesso scissioni e fusioni in questa parte del campo si sono consumate non per disegni larghi con una visione precisa di Paese, ma solo per puro e sterile governismo o poterismo, come lo chiamava Stalin. Questo è il punto centrale. Se oggi in Italia manca una grande forza socialista non è solo per la crisi internazionale che investe la sinistra, ma proprio per quella scelta del 2007, che ha trasformato il Pd in un partito centrista e non immune dai virus della malapolitica. Ma l’assassino non è solo Renzi. Prima di lui, c’è stato il realismo letale di Giorgio Napolitano che dal Quirinale ha inferto tanti colpi mortali al “suo” partito. tela della salute e sicurezza sull’ambiente di lavoro investendo in Italia in media 5 milioni di euro all’anno.
Le attività di monitoraggio sicurezza e ergonomia sono uno standard per tutte le fabbriche Electrolux e sono condotte in collaborazione con le organizzazioni sindacali indipendentemente dalla presenza di uno specifico individuo.
‘La qualifica attribuita di maggiore esperto (riferito ad Augustin Breda) è una valutazione soggettiva non suffragata da titoli specific i’ – si legge nella sentenza n.150/2018 pubblicata il 15/03/2018 RG n. 1518/2017 – emessa dal giudice del Tribunale di Treviso in favore di Electrolux nella causa in materia di tutela avverso la condotta antisindacale. Quanto al licenziamento ‘ingiustificato’ di Augustin Breda, di diverso parere è la stessa sentenza di cui sopra: “Nel caso di specie l’attività posta in essere dal lavo- Ringrazio l’Electrolux per la cortese lettera che non riguarda una sola virgola del mio articolo. L’operaio Augustin Breda non è un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, come sostiene Electrolux, per la semplice ragione che è stato licenziato. Però lo era quando, proprio a causa della sua attività in quella veste, è stato licenziato. Il licenziamento è stato impugnato e il giudice lo ha giudicato “ritorsivo” e quindi nullo. Certo, non credo che Electrolux si aspetti, in nome dei tre gradi di giudizio, la censura provvisoria delle notizie sulle sentenze di primo grado che le danno torto.