“Le ’ndrine cercavano Salvini per avere appalti a Milano”
I Servizi annotavano nel 2008 i tentativi di incontrare il futuro vicepremier allora in Comune
Oggi vicepremier, ieri consigliere comunale a Milano, il più giovane mai eletto. Storia lunga quella di Matteo Salvini. Storia che all’ombra del Duomo, secondo una nota riservata dei Servizi segreti, si intreccia anche con gli interessi di una lobby di affaristi calabresi vicini alla ’ndrangheta che in riva al Naviglio ha trovato porte aperte e appalti golosi. Tutto si svolge tra il 2008 e il 2009. All’epoca Salvini, che non sarà mai indagato, si divide tra palazzo Marino, Montecitorio e il Parlamento Europeo. A Milano, intanto, camion e ruspe delle cosche veleggiano con il vento in poppa. Manca più di un anno alle grandi retate di Infinito e simili. Tra città e provincia sono decine i boss di peso che puntano sul futuro affare dell’Expo. La Lombardia non è ancora il quarto “mandamento” della ’ndrangheta.
IL SUO CAPOLUOGO è però terreno di caccia anche per i potenti clan reggini. Gli emissari sono già arrivati al Nord. Uno in particolare interessa a questa storia. Si tratta di Paolo Martino, poi condannato per mafia dopo un’inchiesta (Redux-Caposaldo) delle dottoressa Ilda Boccassini. Martino, vicino alla potente cosca De Stefano, gioca su diversi tavoli. In tasca si tiene contatti importanti. In agenda non solo cognomi criminali come i Lampada, broker in giacca e cravatta vicini alla cosca Condello, ma anche avvocati come Luca Giuliante, ex legale di Ruby, che in quel periodo cura la campagna elettorale per Guido Podestà, candidato alla poltrona della Provincia. Martino parla in modo confidenziale addirittura con Lele Mora. Frequenta gli uffici di via Durini 14, dove ha uno studio Bruno Mafrici, calabrese, avvocato senza laurea, nonché in rapporti con Lino Guaglianone, ex Nar e all’epoca nel Cda di Ferrovie nord. Guaglianone in via Durini 14 ha gli uffici della sua Mgim. Giuliante e Martino, poi, sono così in buoni rapporti che il primo lo inviterà a una cena elettorale nella villa di Lesmo di Silvio Berlusconi per presentargli Massimo Ponzellini, manager vicino alla Lega e all’epoca numero uno di Impregilo.
PAOLO MARTINO ha rapporti anche con i Mucciola, imprenditori romani con residenza a Reggio Calabria. In quel 2008 i Mucciola (che non saranno mai indagati) puntano agli appalti pubblici in città. Nel mirino hanno la costruzione di una residenza per an- ziani al Pio Albergo Trivulzio, la Baggina dei milanesi da dove partì, era il 17 febbraio 1992, l’indagine Mani pulite. L’appalto dei Mucciola è di otto milioni di euro. È proprio in quel periodo che una nota riservata del Servizio centrale operativo segnala alcuni punti caldi. La fonte, si legge, è “istituzionale”. Tradotto: Servizi segreti. Si tratta di un appunto di oltre dieci pagine che racconta fatti e personaggi finiti tutti nelle future inchieste del 2010 e del 2011.
A PAGINA SETTE, però, si legge: “Paolo Martino, attraverso propri referenti, avrebbe favorito un incontro tra l’i mp re nd it or e reggino Fabio Mucciola e l’onorevole Matteo Salvini affinché quest’ultimo lo accreditasse presso il presidente del Pio Albergo Trivulzio, professore Emilio Trabucchi, in vista dell’aggiudicazione dell’appalto relativo alla realizzazione di due residenze sanitarie assistenziali del valore di circa 20 milioni di euro”. E ancora, per sottolineare il livello dei contatti del boss: “Martino nel capoluogo lombardo, più volte, avrebbe incontrato il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti”. I Mucciola vinceranno una gara, ma non l’altra. Particolare spiegato al telefono da Giuliante (mai indagato per fatti di mafia come anche Trabucchi) allo stesso Martino. La nota degli 007 non troverà conferme successive se l’incontro sia avvenuto o meno. Per ora questa storia si conclude in via Durini 14. In quel 2009 qui lavora Bruno Mafrici. Nel 2012 il suo nome compare negli atti dell’inchiesta sul reinvestimento dei fondi della Lega. Protagonista l’ex tesoriere Francesco Belsito, vicino al l’allora ministro Roberto Calderoli, amico di Mafrici (già consulente di Calderoli) e in contatto con Romolo Girardelli, imprenditore ligure, già coindagato (2002) con Martino. Interrogato dai pm, Mafrici spiega: “Conosco Martino (...) è venuto nel mio studio a chiedere favori. Me lo presentò Franco Terlizzi, ex pugile di Guaglianone. Venne insieme a Mucciola di Reggio Calabria”.
L’avvicinamento Sul tavolo c’era interesse per la costruzione di una residenza per anziani al Pio Albergo Trivulzio