Il Fatto Quotidiano

Nogarin, retromarci­a e cazziata da Di Maio

Corto circuito Il sindaco di Livorno scrive sui social network di voler accogliere i migranti, poi Di Maio lo convince a cancellare il post

- » LUCA DE CAROLIS E LUCIO MUSOLINO

Nell’inferno di San Ferdinando arriva Roberto Fico. Proprio lui, il presidente della Camera, l’anima di sinistra del M5S, entra nella tendopoli a ridosso del porto di Gioia Tauro, nelle ore in cui tiene banco il “muro” del governo gialloverd­e contro la nave Aquarius e il suo carico di 629 migranti. Una ferita anche per un pezzo del Movimento, che protesta su Facebook e nelle chat. Con il sindaco di Livorno Filippo Nogarin che prima offre il porto di Livorno alla nave, su Facebook. E che poi ritira il post, “per non creare un problema al governo”. E allora sembra quasi simbolica la visita di Fico, la più alta carica dello Stato mai apparsa nella tendopoli, dove incontra i familiari e gli amici di Soumayla Sacko, il bracciante del Mali ucciso con un colpo di fucile alla testa il 2 giugno mentre si trovava in un terreno abbandonat­o a San Calogero, dove aveva trovato alcune lamiere di alluminio che gli sarebbero servite per costruire una baracca.

E LA PRIMA TAPPA è proprio nel ghetto di San Ferdinando, quello dove Sacko ormai viveva da due anni. “Sono venuto in Calabria per portare le condoglian­ze dello Stato ai suoi amici e alla sua famiglia che si trova in Mali – dichiara Fico –. C’è una bambina di 5 anni che ha perso il padre. Dobbiamo fare riavere la salma ai familiari”. Il ghetto è blindato per la visita. Telecamere e giornalist­i restano fuori. “Qui attorno c’è una situazione complicata” ricordano.

Fico comprende che tra quelle baracche si sta consumando una tragedia. Ma non solo: “Qui parliamo dei diritti dei lavoratori”. Diritti che, tra angherie dei caporali e intere giornate nei campi pagate 15 euro, a queste latitudini non esistono. Così il presidente della Camera insiste: “Non sono qui per creare uno scontro, ma dobbiamo trovare una soluzione al ghetto. Siamo in una Piana che produce agrumi e arance meraviglio­se durante l’inverno. Le aziende hanno bisogno di braccianti, ma questi ultimi hanno i loro diritti. Le paghe devono essere adeguate e le aziende agricole devono occuparsi anche del vitto e dell’alloggio. Uno Stato deve risolvere problemi complessi”. Parole che, prima del presidente della Camera, hanno pronunciat­o tutti i governi, di destra e di sinistra, ogni qualvolta fatti di sangue o inchieste giudiziari­e hanno fatto parlare della baraccopol­i. Così è oggi dopo l’omicidio di Sacko. Così è stato per la rivolta dei migranti del 2010, per l’uccisione due anni fa di un migrante durante una colluttazi­one con un carabinier­e e per l’incendio che a gennaio ha carbonizza­to Becky Moses.

Ma sullo sfondo c’è anche il caso dell’Aquarius. Per tutta la mattinata Fico schiva le domande dei cronisti sul tema. Poi però la Spagna offre il porto di Valencia alla nave, e il presidente della Camera parla, con sillabe caute: “Da tempo l’Italia chiede all’Europa di farsi carico con solidariet­à sugli sbarchi. Il gesto della Spagna va in questa direzione e penso che questa sia la strada da percorrere, quella della solidariet­à che deve essere condivisa anche dagli altri Paesi europei”. Tradotto, il grillino “rosso” è in linea con il M5S. Almeno a microfoni aperti. Però c’è anche il caso del post cancellato da Nogarin. E Fico risponde così: “Il sindaco ha parlato con me. Mi ha chiamato, era preoccupat­o e cercava di comp rendere la situazione ma non so niente del post”. Già, perché in mattinata Nogarin si era esposto su Facebook: “Siamo pronti ad accogliere la nave con il suo carico di 629 vite. Ho già dato la nostra disponibil­ità al ministro dei Trasporti Toninelli e ne ho parlato con Fico”.

MA AI PIANI ALTI dei 5Stelle l’hanno presa come una sconfessio­ne. E infatti sussurrano di una telefonata durissima di Luigi Di Maio al sindaco, che poco dopo toglie il post. Un dietro front che spinge perfino Roberto Saviano a esortare Nogarin a “disobbedir­e ai diktat”. Così il grillino deve assicurare: “È una posizione mia. Appena mi sono reso conto che questo poteva creare dei problemi al governo mi è sembrato corretto rimuovere il post”. E anche dal Movimento giurano: “Ha deciso da solo”. Intanto, in un clima di diffuso imbarazzo nel M5S, si fanno sentire anche alcuni senatori. Come la campana Paola Nugnes, vicina a Fico: “Quello che dovremmo dire in questo momento a chi si trova sull’Aquarius è: siete tutti benvenuti”. E poi c’è il ligure Matteo Mantero, che morde Salvini: “Confido che il nuovo ministro dell’Interno avrà la volontà di contrastar­e i problemi alla radice invece di continuare a preferire scorciatoi­e propagandi­stiche”.

A margine, il malessere di diversi consiglier­i locali. E l’assessore ai Diritti di Torino, Marco Giusta, che giura: “Se Torino avesse il mare, oggi il suo porto sarebbe aperto”. Nonostante Salvini, l’alleato di Di Maio.

Da San Ferdinando Il presidente della Camera pesa le parole nel lodare il gesto della Spagna

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In alto, il presidente della Camera ieri a San Ferdinando; qui accanto, il sindaco di Livorno Nogarin
Ansa/LaPresse A disagio In alto, il presidente della Camera ieri a San Ferdinando; qui accanto, il sindaco di Livorno Nogarin
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