Il Fatto Quotidiano

Fondi per i trasporti in Umbria, processo per Mazzoncini

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▶NEIPASSAGG­I

che portarono all’erogazione di poco meno di 6 milioni di euro di contributi statali alla Regione Umbria (nel maggio del 2016) destinati al servizio di mobilità locale si configurer­ebbe una truffa. È l'ipotesi per la quale ieri il gup di Perugia ha rinviato a giudizio gli allora vertici di Umbria mobilità e l'amministra­tore delegato di Busitalia, Renato Mazzoncini, che attualment­e ricopre lo stesso ruolo nelle Ferrovie. Secondo le Fs "non può che essere confermata l'assoluta estraneità ai fatti dell’ad". L’accusa ha invece ipotizzato "artifizi e raggiri" consistiti nell’inseriment­o telematico di dati "non riconducib­ili agli effettivi ricavi di traffico e ai corrispett­ivi di servizio" maturati nell’anno 2012 da parte di Umbria mobilità Tpl e mobilità spa, nella banca dati dell’ Osservator­io Tpl del ministero dei Trasporti. Per l’accusa sarebbero stati così indotti in errore i ministeri eroganti, Trasporti e Tesoro, sull'esistenza dei presuppost­i di legge per la concession­e del contributo in favore della Regione Umbria. Procurando - per l’accusa - un ingiusto profitto di 5 milioni e 996 mila euro. A giudizio anche l’ex ad di Umbria Mobilità, Franco Viola, l’ex presidente della società, Lucio Caporizzi e una dipendente.

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