La prima di Nava: fuori la politica da Consob
Il nuovo capo della Vigilanza di Borsa punta sul rispetto dell’indipendenza
Per
il suo debutto ufficiale, il presidente della Consob Mario Nava ha voluto subito sottolineare l’autonomia dalla politica della commissione che vigila sui mercati finanziari: “Il rispetto dell’indipendenza della Consob e il rispetto dei delicati meccanismi di mercato da parte di tutti gli operatori di mercato e di tutti i decisori politici è essenziale per la stabilità e la prosperità economica del Paese”.
NON SEMPRE, in verità, la Consob è stata autonoma dalla politica. Ma ieri Nava, intervenendo davanti alla comunità finanziaria riunita nella sede della Borsa di Milano per quello che è stato chiamato il “Consob day”, ha voluto ricordare che “tutte le democrazie liberali si fondano su due pilastri: le istituzio- ni che dipendono dal voto dei cittadini e le istituzioni indipendenti”. Fra queste, Consob e Bankitalia, che “costituiscono il meccanismo di pesi e contrappesi essenziale al buon funzionamento delle nostre democrazie di mercato”. Per il suo settennato alla guida della commissione, Nava annuncia una “vig ilanza pr oat tiva ”, cioè “che vuole anticipare e orientare”.
Gli è stato chiesto in conferenza stampa se la Consob si stia muovendo a proposito degli effetti sui mercati provocati dalla pubblicazione di una bozza di contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle che conteneva toni anti-euro poi cancellati nella versione definitiva: “Abbiamo visto la notizia di stampa”, ha risposto Nava, “e stiamo guardando come procedere. Non posso dire nulla di più”.
Quanto alle eventuali, prossime speculazioni contro i nostri titoli di Stato, Nava ha comunicato che la Consob è già al lavoro: “Le posizioni ribassiste vengono monitorate ogni giorno”. Cioè la commissione tiene d’occhio chi “scommette” sul calo dei titoli. Ma è più difficile farlo per i titoli di Stato, perché la soglia d’attenzione in questo caso è dello 0,5 per cento: molto alta, essendo calcolata su uno stock totale di 2.300 miliardi di debito. L’abbassamento della soglia è oggetto di “discussione con Banca d’Italia e ministero dell’Economia e delle finanze, poi bisogna portarla all’Esma” (cioè la Consob dell’Unione europea, ndr) e alla Commissione europea.
TANTE POLEMICHE sui ritardi degli interventi delle Autorità di controllo sono superate d’un balzo dicendo che “bisogna riconquistare la fiducia” dei risparmiatori, sapendo però che “la tutela pubblica del risparmio non può significare l’azzeramento del rischio di investimento. La regola numero uno della finanza è ‘no risk, no return’, se non c’è rischio, non ci può essere rendimento”. D’altra parte, gli italiani sono poco informati e preparati: “Il risparmio è diverso dall’investimento” e “la maggior parte degli italiani non ha un piano finanziario, né legge l’informativa finanziaria, e quasi il 40 per cento investe senza comprendere”. Insomma: chi perde i soldi ha le sue colpe, dice il nuovo presidente dell’Autorità che dovrebbe tutelare gli investitori. “La ricerca economica dimostra che non c’è peggior investitore di colui che non sa di non sapere”.
E l’euro? Alla domanda sulla possibile uscita dell’Italia dalla moneta europea, Nava risponde con tono rassicurante: “Il risparmio degli italiani è espresso in euro e per me non c’è nessunissimo dubbio che l’euro è rock solid”, ossia saldo come una roccia.
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