Bilancino M5S-Lega: entra anche l’italiano all’estero
ILGOVERNO Chiusa la partita dei nomi, domani le deleghe. Di Maio e Salvini provano a controllarsi a vicenda e danno una poltrona al Maie
Le deleghe che potevano essere delle mine arriveranno domani, e resteranno quasi tutte ai Cinque Stelle. Dalle telecomunicazioni, la prima preoccupazione di Silvio Berlusconi, che rimarrà al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, a quella ai servizi segreti, che resterà al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma il Cipe, il forziere, andrà a Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e numero due della Lega. È la sostanza, a margine della squadra di governo varata ieri dal governo di Lega e M5S, composta da 45 nomi che si aggiungono ai 18 ministri: sei viceministri e 39 sottosegretari, decisi ieri dal premier assieme ai suoi due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
UN ELENCO in cui compaiono quasi tutti i big dei due partiti. Con qualche escluso eccellente nel Movimento, come i senatori Nicola Morra (ortodosso, storico oppositore di Di Maio) e Michela Montevecchi, e la deputata Nunzia Catalfo, prima firmataria del disegno di legge sul reddito di cittadinanza.
Ma c’è anche un ripescato di lusso, ossia il deputato Stefano Buffagni: lombardo, dimaiano, vicino anche a Davide Casaleggio. Chiedeva di fare il sottosegretario al ministero d el l ’ Economia con deleghe pesanti. Ma non l’hanno accontentato, e ieri a Montecitorio era molto agitato: “Ero disposto a mettere a frutto le mie competenze, ma non vado a fare cose che non so fare, non accetto mediazioni”. Però alla fine ha accettato un posto da sottosegretario agli Affari regionali con la leghista Erika Stefani. Così al ministero dell’Economia i 5Stelle avranno come vice Laura Castelli, dimaiana doc, e come sottosegretario Alessio Villarosa, che pure in passato si è scontrato più volte con il capo politico. E con loro al Mef ci saranno anche due leghisti, Massimo Garavaglia( probabile secondo vice) e Massimo Bitonci. I nomi per il dicastero forse più pesante. Non a caso oggetto di numerosi ritocchi ieri sera, nel tavolo tra Conte, Salvini e Di Maio. Fatica in fondo prevista dal capo politico del M5S, che a parte due o tre eccezioni ha scelto solo fedelissimi. A partire dai sotto- segretari alla presidenza del Consiglio: il senatore Vito Crimi, che avrà un’altra delega di rilievo, quella all’editoria, e il deputatoVincenzo Spadafora, che prenderà le deleghe a Pari opportunità e giovani e soprattutto sarà il suo “occhio” a Palazzo Chigi. Poi ci sono i due ministeri accorpati da Di Maio, il Mise e il ministero del Lavoro. Nel primo il grillino avrà come sottosegretari il senatore And rea Cioffi, esperto in infrastrutture, e il deputato Davide Crippa, con i leghisti . Mentre il sottosegretario al Lavoro sarà il deputato Claudio Cominardi, a cui il Carroccio affiancherà Claudio Durigon.
Un altro dato da notare è che Di Maio ha “risarcito” quasi tutti i ministri della sua ipotetica squadra di governo, presentata prima del 4 marzo. E la sorte migliore è toccata a Emanuela Del Reche sarà il vice agli Esteri (sottosegretario Manlio Di Stefano). L’economista Lorenzo Fioramonti e Salvatore Giuliano saranno invece all’Istruzione e Antonella Pesce avrà un posto all’Agricoltura, mentre il professore Armando Bartolazzi sarà sottosegretario alla Salute. Esauriti i tecnici a 5Stelle, si passa a un altro ministero chiave come l’Interno, guidato da Salvini, che avrà con sè i fidatissimi Stefano Candiani e Nicola Molteni. Ma a colpire sono i nomi del Movimento: Carlo Sibilia, ortodosso di ferro, tutt’altro che dimaiano. E l’ex senatore Luigi Gaetti, ex vicepresidente della commissione Antimafia. Un passaggio a parte lo merita invece Luciano Barra Caracciolo, che farà da vice a Paola Savona alla Politiche europee, ministro che ha già suscitato le isterie degli europeisti senza se e senza ma. Presidente di sezione del Consiglio di Stato, Barra Caracciolo ha teorizzato in due libri e centinaia di post sul suo blog l’inconciliabilità tra la Costituzione e i Trattati europei. Cosa resta? Che il 5Stelle Angelo Tofalo, ex Copasir, sarà alla Difesa. E che il non vedente Vincenzo Zoccano, deputato, sarà sottosegretario alla Famiglia e disabilità.
PERÒ C’È ANCHE la chicca. Ossia l’argentino Ricardo Antonio Merlo, senatore del Maie (Movimento Associativo italiani all’estero). Utile a Palazzo Madama, dove il governo non ha una maggioranza oceanica. Così gli hanno trovato una poltrona alla Farnesina. Perché va bene il cambiamento. Ma meglio cautelarsi.