I migranti-schiavi nei campi chiamati “Giovedì” e “Venerdì”
Mediterraneo La Aquarius naviga tra onde di 4 metri e cambia rotta verso Valencia. La Trentor (Usa) costretta ad abbandonare 12 cadaveri
Alla fine, in fondo al mare, è finita anche la pietà. Mentre la nave della Marina militare Usa Trenton aspettava davanti al porto di Augusta l’autorizzazione per poter sbarcare i 40 naufraghi salvati il 12 giugno, la cronaca seguiva la sorte di dodici corpi. Migranti affogati tra le onde del Mediterraneo centrale, mentre i motoscafi Usa raccoglievano i superstiti. Ieri era circolata la notizia che quei cadaveri fossero stati ributtati in mare dai militari statunitensi, perché non c’erano celle refrigerate per conservarli.
ERA L’IMMAGINE terribile che riporta il discorso dei salvataggi e degli sbarchi all’essenziale, la lotta contro la morte che ha già colpito 792 vittime, solo nel 2018, sulla rotta verso il sud dell’Europa. Nel pomeriggio la flotta Usa ha chiarito: quei corpi non erano mai stati sulla nave Trenton, semplicemente non erano stati recuperati durante l’azione di salvataggio. Messaggio twitter seguito dall’hashtag #Justthefact, appena i fatti.
In realtà era stata la stessa Marina militare di Washington a comunicare, il 12 giugno, che i dodici corpi erano in fase di recupero, dopo il salvataggio dei naufraghi (36 uomini, 4 donne, delle quali una incinta). Lo aveva fatto inviando un messaggio ufficiale alla Sea Watch 3, nave di una Ong tedesca presente nell’area di ricerca e soccorso delle acque tra la Libia e l’Italia. In quella stessa comunicazione avevano chiesto all’orga- nizzazione umanitaria di farsi carico dei 40 sopravvissuti, avviando un nuovo empasse dopo il caso Aquarius. La Sea Watch aveva spiegato che era ben disponibile, ma che avrebbe potuto accogliere i migranti solo dopo aver ricevuto l’assegnazione di un posto sicuro per lo sbarco nel raggio di 36 ore di navigazione. Andare fino in Spagna, in altre parole, era impossibile per la piccola nave. Nessuna risposta è mai arrivata dalle autorità italiane, che hanno poi speci- ficato di non aver coordinato quel salvataggio.
È l’inizio della nuova odissea, con la gigantesca nave militare Trenton costretta ad avviarsi verso la Sicilia, lasciando la propria missione. Al momento sembrerebbe non essere previsto nessuno sbarco, con una situazione di stallo.
Nel frattempo l’Aquarius – scortata dalle due navi della Marina e della Guardia costiera italiana verso il porto di Valencia – naviga in pessime acque. A causa del maltempo e delle onde il convoglio ha cambiato rotta, costeggiando la Sardegna orientale. Si allunga così il tempo di percorrenza verso la Spagna che ha deciso di accogliere i 629 rifugiati salvati – quasi una settimana fa – passati prima dalle motovedette delle Capitanerie di Porto italiane alla nave della Ong e poi trasbordati in buona parte di nuovo sulle navi militari, per alleggerire la Aquarius. Per salvini è un falso problema: “Mi sembra che una nave che porta a bordo sistematicamente 4,5,600 persone sia attrezzata”, il suo commento.
Al momento solo una Ong è presente nell’area di soccorso, la Sea Watch. Le poche altre organizzazioni ancora attive nel salvataggio hanno le imbarcazioni in manutenzione, mentre la italo-francese Sos Méditerranée – che opera sulla Aquarius con Medici senza frontiere – non potrà tornare nell’area di fronte alla Libia prima di qualche giorno.
Vietata l’Italia 40 sopravvissuti sulla nave americana, ma la Sea Watch (Ong) non può raccoglierli
LA CHIUSURA dei porti alle organizzazioni umanitarie decisa dai ministri Matteo Salvini e Danilo Toninelli sta avendo un peso notevole sull’opinione pubblica. In gran parte a favore del nuovo governo, come racconta un sondaggio realizzato dalla società milanese Gpf, in collaborazione con Qapp. Le 1.156 persone interviste che hanno risposto alle domande – su 8.000 invitate – nel 67% dei casi hanno dichiarato di essere d’accordo con la decisione di chiusura alla nave Aquarius (“Molto” d’accordo nel 49% dei casi). La percentuale sale tra il elettori della Lega (99%), di Fratelli d’Italia (96%), del M5S (83%) e di Forza Italia (81%). Decisamente contrari gli elettori del centro sinistra. Segno evidente la chiusura dei porti abbia prima di tutto valore politico.