La maturità serve ancora a qualcosa per gli studenti?
Con ogni esame di maturità si propone la vecchia questione dell’utilità di far tradurre da una linguamorta un brano di duemila anni fa. Le repliche, per lo più difensive, spesso non centrano il bersaglio, adducendo la supposta perfezione ineguagliabile dei classici, o la loro natura di pietra angolare della "nostra" cultura. La versione scelta quest’anno, un passo dall’Etica Nicomachea di Aristotele, fornisce un buon esempio. È un testo abbastanza semplice, non fosse per un fastidioso problema filologico (il genitivo boethèias – lo ricordino i commissari - è quasi incomprensibile, e invale la lezione boètheia o boethèi), e per un’ellittica citazione di Omero (“due che vanno insieme <l'uno prima dell'altro vede cos'è meglio>”).
IL BRANO, che apre il libro VIII dedicato all’amicizia, offrirebbe infiniti spunti a chi volesse studiare lo sviluppo di quel concetto da Cicerone ad Agostino a Montaigne, a chi volesse indagare le radici dell'idea di carità in san Tommaso, o anche - sul piano più politico - a chi volesse rivendicare l’importanza dell’amicizia tra i cittadini nella tenuta degli Stati, da Jean Bodin a Paul Ricoeur. Tuttavia, il solo atto di confrontarsi con le nude parole del filosofo antico ha un valore in sé, che nessuna traduzione e nessun discorso storico-culturale possono sostituire: i maturandi del 2018 forse non dimenticheranno la paronomasia con cui Aristotele denuncia l’inutilità della prosperità ( euetería ) se non si può grazie ad essa fare del bene ( euerghesía); si ricorderanno di queste righe che predicano la necessità dell'affetto quando un loro vecchio avrà bisogno di cure, anzi di terapie ( presbytèrois pros therapèian); saranno sull'avviso quando qualcuno dirà loro che una comunità si fonda solo sulla giustizia ( dikaiosyne) e non anche sull’amicizia che diviene concordia ( omònoia, come la grande piazza di Atene, e quella di Parigi) e previene la stasis, che non è qui la “stasi” ma il conflitto intestino.
I diciottenni di oggi potranno ricordarsi della frase con cui l’antico filosofo estende il concetto di amicizia oltre gli animali e “quelli della stessa razza”, e ne fa una questione universale: “si può vedere nelle peregrinazioni come ogni uomo sia per l’uomo un essere familiare e amico”. Il testo ha qui due neutri, oikèionephilon, nel senso che l’uomo che incontra l’uomo durante un viaggio o un vagabondaggio è per sua natura una “cosa” amica, una “realtà” familiare e d’aiuto - concetti non proprio obsoleti; e da qui partiranno Derrida e Levinas per la loro teoria dell’ospitalità. Teorie, punti di vista, filosofie: non verità indiscutibili, ma basi per pensare.
IL CONFRONTOcon il greco e il latino offre un’esperienza intellettuale unica, qualunque cosa si decida di fare nella vita, e uno strumento inesauribile di comprensione e critica del mondo circostante. In tal senso, questo tipo di prova non è più inattuale del funzionamento delle macchine per mattonelle o del concetto di “qualità” in àmbito turistico e alberghiero. Il punto vero di questi esami, come dell’intero processo educativo, sta nel riempirli di senso, per chi li sostiene e per chi li somministra. E questo senso non si recupera con le predelle alle cattedre, con l’obbligo di alzarsi in piedi quando entra il professore, o con simili nostalgiche corbellerie: si recupera dando una vera centralità all’istruzione - umanistica, scientifica e tecnica - nel discorso pubblico; mostrando come questa roba, con gli aoristi e i sillogismi e gli asintòti, tocchi da vicino il mondo in cui viviamo; dando reale dignità agli edifici in cui il sapere viene trasmesso (dai banchi ai cessi); dotando gli istituti di attrezzature aggiornate e favorendo il legame con il mondo del lavoro là dove esso ha un senso e non dove serve come foglia di fico; selezionando gli insegnanti che sanno, e non quelli che fingono di sapere.
È una scommessa difficile, e la stiamo perdendo; ma è anche la più importante.
l punto vero di questi esami, come dell’intero processo educativo, sta nel riempirli di senso, per chi li sostiene e per chi li somministra