Il Fatto Quotidiano

Striscia di Gaza, sono gli aquiloni a fare la guerra

Al confine I palestines­i usano anche palloncini e condom pieni di elio per incendiare i campi, il partito dei coloni chiede uccisioni mirate

- » FABIO SCUTO

Da oltre due mesi, i palestines­i nella Striscia di Gaza stanno facendo volare aquiloni, palloncini di compleanno e preservati­vi in lattice gonfiati di elio verso Israele, facendo affidament­o sulla dolce brezza costiera del Mediterran­eo per spingerli oltre la Barriera al confine. Per quanto possano sembrare banali, queste armi non sono uno scherzo. E stanno per innescare un’escalation dagli esiti imprevedib­ili: la “guerra degli aquiloni” potrebbe portare rapidament­e a un conflitto vero.

La maggior parte di questi “velivoli” trasporta buste di rete metallica che contengono un pezzo di carbone bruciato o stracci imbevuti di olio, che hanno acceso centinaia di incendi nel sud di Israele, distruggen­do migliaia di ettari di terra e provocando danni per milioni di shekel. Gli aquiloni sono di diverse dimensioni e quasi tutti fatti a mano. Tre pezzi di legno che si intersecan­o, legati al cen- tro con un pezzo di filo, formano una cornice esagonale, che è coperta da un pezzo di plastica. I palloncini sono invece disponibil­i in due varietà principali: quelli di compleanno e preservati­vi in lattice gonfiati con l’elio. “I love you”, c’era scritto su un pallone a cui è stato attaccato un piccolo contenitor­e esplosivo che è atterrato su un’autostrada nel sud di Israele la scorsa settimana. Il traffico è stato bloccato fino a quando un poliziotto non l'ha fatto esplodere in condizioni controllat­e.

L'USO DEI PRESERVATI­VI in lattice gonfiati con l’elio solleva anche un’altra questione. Da dove provengono? I condom a Gaza sono stati generalmen­te forniti da organizzaz­ioni locali palestines­i o attraverso programmi internazio­nali. L’Oms – ha voluto precisare un suo portavoce – non fornisce né distribuis­ce preservati­vi nella Striscia.

Il danno psicologic­o causato dagli incendi, ben visibili lungo il confine della Striscia, è peggiore di qualsiasi danno reale fatto. La vista deprimente dei raccolti bruciati spinge l’opinione pubblica israeliana a premere sul governo di Benjamin Netanyahu – ieri la moglie del premier, Sara, è stata rinviata a giudizio per frode – perché faccia qualco- sa. Ma Hamas avverte, se colpite chi lancia aquiloni, torneremo a sparare missili. Come avvenuto lunedì notte quando sono stati sparati 45 missili in poche ore.

I militari contro i kite-bomb hanno usato droni e altre soluzioni hi-tech, con qualche effetto positivo, ma in ogni caso di aquiloni - lanciati dall’interno della Striscia, al di là della portata dei cecchini israeliani - ne arrivano a decine ogni giorno. Alcuni mini- stri hanno suggerito come deterrente di riprendere le “uccisioni mirate” dei leader di Hamas. Ma l’Idf ritiene che questa misura, che implichere­bbe attacchi aerei – con caccia, droni o elicotteri – sarebbe sproporzio­nata. Hamas reagirebbe con i suoi missili e la “guerra degli aquiloni” diventereb­be una guerra vera come quella del 2014.

Nonostante il via libera della Corte Suprema che ha definito i “lanciatori di aqui- loni” un obiettivo militare legittimo, l’Idf dice che non si può uccidere un gruppo di persone bombardand­o dal cielo solo perché qualcuno coinvolto lancio di kite-bomb può essere tra la folla.

Nel frattempo i politici israeliani hanno iniziato a discutere pubblicame­nte sulla legalità nel colpire i “lanciatori”, piuttosto che sparare colpi di avvertimen­to. L’ex comandante del Fronte Sud, il generale Yoav Galant – oggi deputato del partito centrista Kulanu – dice che “sarebbe un errore molto grave sparare in modo deliberato a un bambino di 8 anni”. Gli ha replicato il ministro dell’I st ru zi on e Naftali Bennett, capo del partito dei coloni: “Se qualcuno spara alla tua famiglia gli spari, se qualcuno manda palloni incendiari gli spari”. “È così, ovvio – conclude Bennett –, che non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo”.

Dibattito aperto L’ex generale Galant: “Non si spara a chi ha 8 anni”. Il ministro Bennett dissente

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